SUL CONFLITTO IN UCRAINA di Associazione
di volontariato Idra
Prosegue l’azione di contrasto di strada
a Firenze. Prosegue, ferma e
nonviolenta, l’azione di contrasto alla diffusa ciarlataneria informativa in
materia di conflitto in Europa orientale, tesa a incutere nella popolazione
sentimenti di paura, di angoscia e di sospetto nei confronti di nemici
immaginari divulgando notizie mendaci, distorte, prive di fondamento o
riscontro oggettivo, storiograficamente e geopoliticamente inattendibili, allo
scopo di convincere la cittadinanza dell’esistenza di un pericolo attuale e
concreto di aggressione, e di forzare per questa via la militarizzazione della vita economica e civile
del Paese.Una manipolazione tanto più
inaccettabile in quanto condivisa e rilanciata dalla stragrande maggioranza dei
decisori politici, che – seppure con sfumature diverse - tale atmosfera paranoide
traducono unilateralmente in provvedimenti e atti normativi difficilmente
giustificabili, in investimenti distruttivi di risorse e valori, in contrazione
e rincaro dei servizi pubblici essenziali (salute, formazione, trasporti,
energia, ricerca), proprio mentre più acuta si manifesta la crisi
occupazionale, sociale, ambientale.Particolare allarme democratico, questo sì fondato e
mortificante, desta il comportamento di istituzioni di garanzia come la
Presidenza della Repubblica, chiamata dalla Carta Costituzionale a
rappresentare l’unità nazionale, ma apparentemente impegnata - ancora in
contesti come il Consiglio Supremo di Difesa lo scorso 17 novembre - ad
allinearsi alla retorica dominante e alle scelte di schieramento adottate
senza verifica del consenso.
Sabato 22 novembre, dalle 11 alle 12, fra l’uscita Valfonda
della Stazione di Santa Maria Novella e Piazza dell’Unità Italiana, riprenderà con
un ‘dialogo in strada’ la distribuzione alla cittadinanza (e, in lingua
inglese, ai visitatori stranieri) della ‘Lettera pubblica al Quirinale’ (in
attesa di riscontro; qui allegata) indirizzata al Capo dello Stato
dall’associazione di volontariato fiorentina Idra dopo che
sono state rese note le conclusioni della seduta del Consiglio Supremo. Al riguardo, l’associazione fiorentina osserva come, opportunamente,
il Presidente della Repubblica avesse deplorato dinanzi al Bundestag, a
Berlino, il diffondersi, sul piano internazionale, di “un linguaggio
perentorio, duramente assertivo”, e come sia invece “la
cooperazione tra Stati, istituzioni, popoli (…) la sola misura che può
proteggere la dignità umana”. Come definire allora se non “perentorio,
duramente assertivo” il lessico utilizzato dal Consiglio Supremo di
Difesa? si chiede Idra. Il testo accusa infatti la Russia di “accanimento
nel perseguire, ad ogni costo, i propri obiettivi di annessione territoriale”. Evoca
inoltre “una trasformazione nella condotta delle azioni militari
soprattutto per quanto riguarda l’impiego di droni, che la Russia utilizza
anche violando lo spazio areo della Nato e dei Paesi dell’Unione Europea”,
benché non risultino ad oggi essere state rese pubbliche - dai media o dal
Governo o dal Quirinale - prove efficaci delle responsabilità della Federazione
Russa.
E ancora: quale mandato popolare ha ricevuto - alla
stregua dei primi undici - il dodicesimo decreto di aiuti militari (dai
contenuti, se non andiamo errati, secretati) che il Consiglio Supremo di Difesa
assegna ad un Paese in guerra? Infine, se il Presidente della Repubblica “rappresenta
l’unità nazionale” (art. 87 della Costituzione), quali attestati
di consenso può vantare l’insistita scelta di schierare l’Italia su
uno dei due fronti di guerra, peraltro in una regione estranea all’Unione
Europea? Di certo, la pubblicazione del resoconto del Consiglio Supremo
di lunedì scorso ha allarmato - in Rete - al punto da spingere a
scrivere: “Se persevereranno su questa strada, se non sentiremo parole
di saggezza, chiederemo a uomini e donne della nostra nazione di firmare, da un
capo all’altro della penisola, un provvedimento popolare per mettere in stato
di accusa il presidente della Repubblica e il governo. Questo comunicato
minaccia le nostre vite, questo comunicato prefigura lo sterminio dei nostri
cari e dei nostri beni”. Come non condividere preoccupazioni così seriamente
fondate?