Pagine

lunedì 1 dicembre 2025

CARNE FRESCA PER LA GUERRA
di Luigi Mazzella


 
Nascite in Italia: l’anno nero e gli altisonanti appelli delle Autorità.
 
I dati forniti dall’ISTAT per il 2024 e le previsioni per il 2025 confermano, rispettivamente, il declino demografico che l’Italia ha subìto lo scorso anno (toccando il suo minimo storico) e la mancanza di segnali incoraggianti per quello in corso (che lascia pensare a un record ancora più negativo). È indiscutibile, quindi, l’utilità di convocare, annualmente, “Stati Generali della Natalità per (come si dice con brutto neologismo) “monitorare” la decrescita ed è ugualmente indispensabile che pubbliche Autorità e Istituzioni deputate alla soluzione del problema studino i provvedimenti necessari per arginare il fenomeno, di cui si coglie (per alcuni, a ragione e, per altri, a torto) una dose preoccupante di negatività. Per dirla tutta, però, accertamento dei dati e diagnosi del male sono necessari ma non sufficienti; non bastano: è la terapia che dev’essere adeguata. Essa, avendo gli esseri umani, tra quelli viventi, uso di ragione, non può prescindere da valutazioni logiche, impossibili nel mondo animale e in quello vegetale. È qui, infatti che, come suole dirsi, casca l’asino. Le considerazioni e le valutazioni del fenomeno della procreazione non rispondono a principi di corretta logica, sono avulse, in altre parole, da premesse e conseguenze di necessaria razionalità. È cervellotica la premessa: il perseguimento di un aumento abnorme della popolazione non risponde ad un ragionevole desiderio di prole e di amore per l’umanità ma soprattutto a un’esigenza di potere e di dominio. È del tutto verosimile che per avere la meglio su chi la pensa diversamente e più spesso “contro” di noi (soprattutto in campo religioso) si avverta la necessità di essere in numero maggiore degli avversari (in religione, essi sono definiti “infedeli” e, spesso, ritenuti “da sterminare”). Il vecchio precetto (di oltre venti secoli) detto del “crescete e moltiplicatevi” attribuito a Gesù Cristo ma comune almeno a tutti i profeti del monoteismo mediorientale ha creato i presupposti per un sovraffollamento eccessivo che ha reso invivibile il Pianeta (e ciò non per una questione di approvvigionamento di cibo e/o di altro ma di cosiddetto “spazio vitale”). 
All’irrazionalità della regola religiosa si è aggiunta l’analoga sconsideratezza dettata della politica con le aspirazioni nazi-fasciste all’imperialismo egemone sul mondo.
Nell’uno e nell’altro caso, l’uso del raziocinio è stato messo da parte. 
E ciò anche in tempi recenti, quando esperimenti scientifici, condotti sui ratti, hanno dimostrato che se in un luogo circoscritto viene immesso un numero eccessivo di topi, questi si dilaniano e si ammazzano l’un l’altro fino a far ritornare alla misura adeguata lo spazio sentito come “vitale” per i superstiti.
Ovviamente, i “pauperisti” certamente più numerosi nella sinistra occidentale (costituita dai Democratici ormai transnazionali) ma cresciuti recentemente di numero, almeno in Italia, a causa della piaggeria dei neo fascisti nostrani nei confronti di Biden e dei suoi seguaci Democratici, pensano, del tutto irrazionalmente (e quindi erratamente) che misure economiche (retribuzioni, servizi sociali) possano essere utili per risolvere il problema. 



Non è così. Come il governo fascista, con le sue elargizioni di benefici, non riuscì ad invertire la rotta demografica del “Bel Paese”, così rischia di franare quella dei suoi epigoni neofascisti (divenuti sostanzialmente: "simili-democratici") che oggi, sono al governo del Paese. Essi sono caduti nella trappola dei pauperisti. D’altro canto, c’è l’impressione che, come a proposito dei milioni dice Eduardo De Filippo (in “Napoli milionaria”), gli irrazionalismi si chiamino l’un altro per riunirsi, riconoscersi, raggrupparsi e fare squadra, così a gran voce sembrano chiamarsi oggi, a proposito della denatalità, gli irrazionalismi Occidentali. Il quadro composito che ne viene fuori è allucinante. Al danno, immaginario o reale, della denatalità si aggiunge quello immancabile e certo dell’immigrazione clandestina, pacificamente accettata e tollerata da una popolazione di beoti contenti! 
In altre parole, con l’immissione selvaggia e incontrollata di individui con usi e costumi diversi dai nostri, il finto buonismo italico ed europeo ha provocato e provoca, per squallidi motivi di interesse economico (id est: ricerca di manodopera a basso costo) il fenomeno, ancora più dannoso dello stesso sovraffollamento, della paura, divenuta endemica, nella vita sociale. A ciò si deve aggiungere, almeno per ciò che riguarda l’Italia, che agli stupri, alle aggressioni in strada e alle violenze sessuali, ai femminicidi a gogò, ai commerci di droghe in trivi e quadrivi cittadini si sommano le cosiddette “manifestazioni di protesta civile” soprattutto di giovani in un clima di odi reciproci e di rancori ideologici che si innestano in strutture psico-fisiche “gemelle”. I governanti che possono alternarsi alla guida del Paese, essendo tutti, quasi ugualmente impregnati di irrazionalismi di varia natura (religiosa o politica), non hanno le caratteristiche adeguate per riportare la convivenza sociale a livelli civili. Oggi, la scelta necessaria e impellente di aumentare le forze di polizia per il mantenimento dell’ordine interno, è impedita dalle cervellotiche scelte e simpatie  internazionali del Ministro cuneese Crosetto, che appare  in preda alla follia di voler ricostituire la leva militare per impaurire ulteriormente, con il pericolo paventato di un’imminente  invasione, gli Italiani (e vi sono, tra quelli anziani, quelli che ricordano ancora  la frase del “camerata” d’antan, Mario Appelius, che alla radio raccontava l’abitudine dei Russi di “mangiare i bambini dopo averli sbucciati come caramelle”). Il ripristino della leva costerà agli italici contribuenti, già sufficientemente indignati dalle armi e dai quattrini inviati al corrotto Zelensky che ogni giorno è costretto a licenziare qualche collaboratore di governo scoperto con le mani nel sacco.
Domanda: Con tante incongruenze è così difficile comprendere che il desiderio delle coppie italiane meno “beote” di mettere al mondo figli/e si contragga progressivamente sempre di più?