Che
amara ironia in questo Natale... Che
cosa è divenuto il Natale, ogni
Natale che
ci viene elargito, che
ci viene imbonito, che
ci viene imbandito? Ancora
bombe e missili cadono su
tende e case in
riva a un insolcato mare, nelle
terre del freddo e del caldo; ancora
le sabbie del deserto accolgono profughi,
relitti d’esistenza; ancora
si spara agli occhi dell’innocenza,
ai seni materni; ancora
tombe di ferro salato per
spoglie enfie di
respiri morti. Che
amara ironia in questo Natale... Che
cosa è divenuto il Natale, ogni
Natale che
ci viene elargito, che
ci viene imbonito, che
ci viene imbandito? E
Cristo non nascerà né
risorgerà se
non nello sguardo di
un bambino che
si trascina carponi nella
polvere abbacinata, in
cerca di un sorso d’acqua nell’assurda
orba levità del giorno che
si leva e cala come
spada di vendetta. Alle
spalle del grappolo di stracci, oltre
la geografia delle ossa, oltre
la pianura della pelle rugosa in
cui il bambino è mutato, grumo
di dolore senza più rancore, un
avvoltoio e un fotografo, ambedue
pronti a carpirne l’immagine
mortale. Cristo
è nello sguardo di quel bambino, soltanto
in quell’ultimo sguardo. [24
dicembre 2025]