Il
Rapporto della Commissione Europea e la situazione Italiana. Èstato appena pubblicato il
rapporto della riunione interparlamentare LIBE svoltasi a Bruxelles lo scorso
11 dicembre relativa alla situazione dello stato di diritto nell'Unione
Europea. La
Riunione interparlamentare sulla situazione dello Stato di diritto nell’UE,
promossa dalla Commissione libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE)
del Parlamento europeo, ha assunto cadenza annuale a partire dal 2021. L’obiettivo
della riunione interparlamentare è quello di acquisire le valutazioni dei
parlamenti nazionali in vista della preparazione della relazione e del progetto
di risoluzione che la Commissione LIBE predispone e sottopone al voto della
plenaria del Parlamento europeo. La
relazione esamina il rispetto del principio dello Stato di diritto analizzando
le sue declinazioni ed evoluzioni, sia positive che negative, verificatesi in
tutti gli Stati membri in quattro settori chiave: *
il
sistema giudiziario (tra l’altro riportando le risultanze dell’analisicomparativa
dell’efficacia e indipendenza del potere giudiziarioeffettuata dalla
Commissione europea nel “Quadro di valutazionedella giustizia”,
EU Justice scoreboard); *
il
quadro anticorruzione; *
il
pluralismo e la libertà dei media; *
altre
questioni istituzionali relative al sistema di bilanciamento deipoteri. La
relazione del 2025 pone poi particolare attenzione su questioni che,
all’interno dei quattro settori, hanno un legame diretto con il corretto
funzionamento del mercato unico, quali una sana regolamentazione, le norme in
materia di appalti pubblici e la stabilità del contesto normativo. Ad
esempio, l'efficienza, la qualità e l'indipendenza dei sistemi giudiziari sono
ritenuti fondamentali per le prestazioni delle imprese e le decisioni di
investimento, le misure anticorruzione per garantire condizioni di parità per
le imprese, mentre un ambiente mediatico basato su norme chiare e aperte per
l’interesse commerciale dei fornitori di servizi di media. La
relazione comprende inoltre nuovi settori di segnalazione, quali la gestione
delle cause commerciali da parte della magistratura, la stabilità del contesto
normativo, l'effettivo funzionamento e l'indipendenza delle autorità di
regolamentazione e il controllo giurisdizionale delle decisioni amministrative.
Il
capitolo dedicato alla situazione dello Stato di diritto in Italia riporta: •
una valutazione dei progressi compiuti rispetto alle raccomandazioniformulate nella
relazione del 2024; •
le nuove raccomandazioni alla luce degli sviluppi verificatisi dopo la
pubblicazione della relazione del 2024; •
altre considerazioni che generalmente riportano giudizi di soggetti terzi ma
non sono formulate come raccomandazioni specifiche e puntuali della
Commissione. Dal
punto di vista riassuntivo è necessario notare i principali punti critici
riguardanti il ruolo dell'informazione affrontato con specifica capacità
analitica dalla Commissione, la magistratura (compresa quella contabile), la
condizione di libertà associativa e politica (decreto sicurezza), il quadro
anticorruzione (con specifico riferimento al reato di abuso d'ufficio), il
bilanciamento dei poteri. Questo
insieme di valutazioni che non nascondono alcuni giudizi di progresso ci
indicano, sostanzialmente, un arretramento dello Stato di diritto disegnato
dalla nostra Costituzione. Sarà questo il punto nevralgico da affrontare con il
referendum sulla magistratura. Un referendum da non ridurre semplicemente a fatto
tecnico e neppure da trasferire interamente sul piano politico immediato con
una idea plebiscitaria sia da parte del governo, sia da parte dell'opposizione.
Si tratterà di porre per intero il tema dell’affermazione costituzionale e
sotto questo aspetto le valutazioni della Commissione Europea possono risultare
utili a definire un quadro generale. Riportiamo
alcuni significativi punti di sintesi invitando alla lettura del testo completo
reperibile online:
Sono
stati compiuti alcuni progressi: nel
proseguire l’impegno volto a migliorare ulteriormente il livello di
digitalizzazione nelle sedipenali e nelle procure e alcuni progressi nell’adozione
della proposta legislativa pendente in materia di conflitti di interessi, e
progressi limitati nell’adozione di norme complessive sul lobbying per l’istituzione
di un registro operativo delle attività dei rappresentanti di interessi,
compresa un'impronta legislativa; Ancora
nessun progresso nell’affrontare efficacemente e rapidamente la pratica di
incanalare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e nell’introdurre
un registro elettronico unico per le informazioni sul finanziamento dei partiti
e delle campagne. Alcuni
progressi nel provvedere affinché siano in vigore disposizioni o meccanismi che
assicurino un finanziamento dei media del servizio pubblico adeguato
all’adempimento della loro missione di servizio pubblico e per garantirne l’indipendenza.Nessun ulteriore
progresso nel portare avanti il processo legislativo del progetto di riforma
sulla diffamazione e sulla protezione del segreto professionale e delle fonti
giornalistiche, evitando ogni rischio di incidenza negativa sulla libertà di
stampa e tenendo conto delle norme europee in materia di protezione dei
giornalisti.
È
necessario: 1)
completare il sistema digitale di gestione delle cause nelle sedi penali e
nelle procure;adottare la proposta legislativa pendente in materia di conflitti di
interessi; 2)
intensificare l’impegno per adottare norme complessive sul lobbying per l’istituzione
di un registro operativo delle attività dei rappresentanti di interessi,
compresa un’impronta legislativa; 3)
intensificare l’impegno per affrontare efficacemente e rapidamente la pratica
di incanalare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e
introdurre un registro elettronico unico perle informazioni sul finanziamento dei
partiti e delle campagne; 4)
portare avanti l’attività legislativa in corso affinché siano in vigore
disposizioni o meccanismi che assicurino un finanziamento dei media del
servizio pubblico adeguato all’adempimento della loro missione di servizio
pubblico e per garantirne l’indipendenza; 5)
portare avanti il processo legislativo in corso del progetto di riforma sulla
diffamazione e sulla protezione del segreto professionale e delle fonti
giornalistiche, evitando ogni rischio di incidenza negativa sulla libertà di
stampa e tenendo conto delle norme europee in materia di protezione dei
giornalisti; 6)
intensificare le iniziative per costituire un’istituzione nazionale per i
diritti umani tenendo conto dei principi di Parigi delle Nazioni Unite.
Altre
considerazioni:Sistema giudiziario La
relazione si occupa del disegno di legge costituzionale sulla separazione delle
carriere dei magistrati giudicanti e requirenti, nonché sull’istituzione di due
Consigli superiori, uno per la magistratura giudicante e uno per la
magistratura requirente e la creazione di un’Alta Cortedisciplinare. Nel
riportare le segnalazioni di alcuni portatori di interessi circa le
esternazioni critiche di esponenti politici sulla magistratura e le
preoccupazioni di quest’ultima circa la perdita del rispetto reciproco fra le
istituzioni e le ripercussioni di questi episodi sulla fiducia dei cittadini
nella magistratura stessa, la Commissione europea richiama la raccomandazioneCM/Rec (2010) 12 del
Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa e la commissione di Venezia. In
particolare la Commissione ricorda che anche se criticare le decisioni
giudiziarie è un aspetto normale del dibattito democratico, i poteri esecutivo
e legislativo dovrebbero evitare critiche tali da minare l’indipendenza della
magistratura o la fiducia dei cittadini nella stessa. Rispetto
alla riforma globale degli organi di giurisdizione tributaria, la Commissione
riferisce che per il Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria il
livello di indipendenza delle corti di giustizia tributaria non è aumentato
poiché il Dipartimento della Giustizia tributaria è di fatto un ramo del
Ministero dell’economia e delle finanze, e pertanto le corti continuano a
essere funzionalmente dipendenti dal Ministero, il ruolo del Consiglio di
Presidenza in qualità di organo autonomo rimane limitato con una dotazione
finanziaria insufficiente. Rispetto
alla riforma del codice della giustizia contabile e della Corte dei conti,
vengono riportate le preoccupazioni di quest’ultima relative al rischio di
inefficienze nell'attribuzione delle responsabilità amministrative e quindi di
compromissione della legalità, della trasparenza e dell'efficienza delle azioni
delle autorità pubbliche, oltre che di riduzione della loro responsabilità.
Secondo quanto riferito dalla Commissione, per la Corte dei conti la riforma si
inserisce in un contesto in cui la magistratura contabile avverte ancora gli
effetti della riforma del 2020, sul c.d. scudo erariale, e ostacola la capacità
dei magistrati contabili di affrontare i casi di cattiva amministrazione,
irregolarità e uso improprio dei fondi pubblici, nazionali edeuropei (vedi supra).
Quadro
anticorruzione La
relazione rileva al riguardo che la criminalizzazione dell’abuso d’ufficio a
livello dell’UE è contemplata anche da una proposta di direttiva, attualmente
in corso di esame in prima lettura nell’ambito della procedura legislativa
ordinaria. La
proposta in particolare aggiorna il quadro giuridico dell’UE in materia di
lotta contro la corruzione, vincolando gli Stati membri all'adozione di norme
di armonizzazione minima delle fattispecie di reato riconducibili alla
corruzione e delle relative sanzioni, nonché di misure perla prevenzione del
fenomeno corruttivo e di strumenti per rafforzare la cooperazione nelle
relative attività di contrasto.In particolare, la proposta obbliga gli
Stati membri ad adottare misure necessarie affinché siano punibili come reati
le condotte seguenti, se intenzionali: •
corruzione nel settore pubblico e privato; •
appropriazione indebita; •
traffico di influenze illecite; •
abuso d'ufficio; •
intralcio alla giustizia; •
arricchimento mediante il reato di corruzione. Inoltrela disciplina della prescrizione, che per
diversi reati prevede l’allungamento significativo dei termini di prescrizione,
potrebbe determinare ulteriori squilibri di sistema; con riferimento al regime
delle pene accessorie, ed in particolare alla sanzione dell’impedimento alla
candidatura della persona perseguita per reati di corruzione, appare non privo
di fondamento l’argomento in base al quale potrebbe risultare non conforme al
principio di attribuzione (ed in ogni caso al principio di sussidiarietà)
l’opzione della Commissione europea di estendere l’esercizio della competenza
legislativa dell’UE in diritto penale fino a incidere sulle disposizioni che
regolano lo svolgimento del processo democratico nelle elezioni.
Decreto
Sicurezza La
relazione si sofferma sul decreto legge 11 aprile 2025, n. 48, e relativa legge
di conversione, in materia di sicurezza, che, secondo quanto riferito, ha
suscitato le preoccupazioni dei portatori di interessi in merito a possibili
ripercussioni sullo spazio civico e sull’esercizio delle libertàfondamentali. La
Commissione ricorda che, in una lettera al Presidente del Senato, il
commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa aveva espresso preoccupazione
per il fatto che una mancanza di precisione nel progetto di legge potesse
consentire un’applicazione arbitraria e sproporzionata,potenzialmente in
conflitto con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e che anche sei
relatori speciali delle Nazioni Unite avevano rilevato con preoccupazione che
il progetto di legge rischiava di violare una serie di diritti, in particolare
il diritto alla libertà di espressione e di opinione, il diritto alla libertà
di riunione pacifica e il diritto alla libertà di associazione.
Pluralismo
e libertà dei media - Accesso alle informazioni giudiziarie. Nella
relazione si riporta che le iniziative legislative che disciplinano l’accesso a
determinate informazioni giudiziarie e la relativa pubblicazione preoccupano i
giornalisti. In particolare si citano la riforma Nordio e l’emendamento Costa.
Bilanciamento
dei poteri La
relazione, ribadendo quanto già affermato nelle precedentirelazioni, riporta
le preoccupazioni dei portatori di interesse circa il frequente ricorso alla
decretazione d’urgenza da parte del Governo, riferendo anche che, secondo la
Commissione Affari costituzionali della Camera, sebbene i decreti legge siano
da anni uno dei principali strumenti legislativi, le prerogative del Parlamento
non risulterebbero compromesse poiché in molti casi il Parlamento ha apportato
modifiche in sede di conversione in legge. Inoltre, la Commissione precisa che
al 1o luglio 2025 l'Italia doveva ancora dare esecuzione a 74 sentenze guida
della Corte europea dei dirittidell’uomo, otto in più rispetto all’anno
precedente.