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sabato 20 dicembre 2025

UNIONE EUROPEA ALLA DERIVA
di Franco Continolo


 
Riunione del Consiglio europeo il 18 dicembre 2025
 
Il Belgio ha dunque tenuto la schiena dritta - cosa rara in Europa di questi tempi - così l’UE, per sostenere l’Ucraina, ossia per alimentare il magna magna che vi impera (a beneficio di tutti), è costretta ad emettere un prestito garantito dagli stati membri, ma non da tutti, perché Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria si sono dichiarate fuori (due di queste non hanno neppure firmato il documento). Sarà interessante vedere come il debito comune figurerà nei bilanci nazionali: in proposito, va aggiunto che il finanziamento concesso all’Ucraina non prevede interessi, e verrà rimborsato con le riparazioni russe, quando la Russia avrà perso la guerra - si tratta insomma di un prestito a fondo perduto. Il debito è uno strumento tuttofare, in particolare quando c’è di mezzo il riarmo e la guerra. E di riarmo si parla in un altro capitolo: la strada è ormai spianata per fare dell’UE una Nato rafforzata, capace di reggere l’urto, quando la NATO si scioglierà. Formalmente la nuova UE-NATO non avrà un protettore, quindi perderà il carattere mafioso della NATO - va dato atto alla mafia di avere svelato il vero significato del termine protezione (militare). Detto per inciso, Protezione era anche il nome del conto di Craxi in Svizzera. Ma il concetto continua ad aleggiare - Macron lo usa correntemente - e i Volenterosi rappresentano una prima selezione dei pretendenti al titolo di protettore. Dagli altri capitoli, Gaza, Libano, Medio Oriente, solo bla bla. Sulla risoluzione del UNSC che approva il Piano Trump, e su quest’ultimo, raccomando la severa requisitoria di Norman Finkelstein. Va segnalata anche l’evanescente posizione della Cina che in occasione della visita di Macron ha firmato un documento di puro bla bla. Passiamo ora al Messaggio del Papa per la pace. Non è male, ma mancano come al solito i riferimenti espliciti, concreti, senza i quali tutti faranno finta di non essere loro i destinatari. Ma la critica fondamentale è sulla differenza tra gli anni Sessanta e oggi: allora vigeva l’equilibrio del terrore, oggi si è visto che la deterrenza non è così malvagia, al punto che un presidente americano demente e cattolico ha pensato di poter fare la guerra all’altra superpotenza nucleare approfittando della disponibilità del regime neonazi di Kiev. In altre parole, gli anni della distensione e dei trattati sul controllo degli armamenti e sul disarmo hanno cambiato il clima, al punto che gli Stati Uniti hanno ritenuto che di tali trattati si potesse fare a meno. Allora questa cosa va detta, denunciata, non si può ripartire ogni volta da zero, dagli anni Sessanta: agli Stati Uniti va detto che sbagliano e, come minimo, devono rispondere urgentemente alla Russia per il rinnovo dello START. Questo chiede oggi la ragione, o lo Spirito, o come diavolo vogliamo chiamarlo.