Pagine

mercoledì 3 dicembre 2025

USCIRE DALLA NATO
di Luigi Mazzella



(SP.E.C.T.R.E. acronimo per Special Executive for Contro-Intelligence, Terrorismo, Ritorsione ed Estorsione).
  
Fortunatamente, Vladimir Putin, statista dai nervi saldi e dalle parole ben misurate (a differenza di molti vertici dei Paesi Europei, datisi con imprevedibile voluttà, al turpiloquio istituzionale) si è limitato a definire “irresponsabili” le sostanziali farneticazioni di uno dei Comandanti NATO, tale Giuseppe Cavo Dragone, di alto grado militare e di nazionalità italiana, che ha formulato l’ipotesi di “attacchi preventivi” dell’Alleanza Atlantica alla Russia in funzione difensiva. Il “gallonato” suddetto, che a giudicare dalla sua età, dovrebbe avere abbandonato da tempo i campi di calcio (se pure li abbia mai frequentati) ha ripetuto con piglio bellico e pugnace una frase banale che era sulla bocca di noi ragazzi amanti del calcio: la migliore difesa è l’attacco!
Una tale frase d’indubbia idiozia che messa in bocca a un coach di una squadra di football potrebbe causare qualche problema per una sua permanenza nel ruolo, non produce, per chi la pronuncia in divisa guerresca, conseguenze nocive nell’ambito della NATO dei von Stolten e dei Rutte. A noi che militari non siamo, il solo sospetto che un’organizzazione sostanzialmente “criminale” anche se solo indirettamente sorretta, in modo sotterraneo ed occulto, da Mafia, da servizi segreti deviati, da appartenenti al Partito Democratico Statunitense e da Partiti europei (rectius “transnazionali ”) della Sinistra possa scatenare una guerra  che ci coinvolga come NATO più di quanto non abbia già fatto Giorgia Meloni, violando l’articolo 5 del Patto, mette i brividi e ci induce, avendo a cuore la sopravvivenza del “Bel Paese” a chiedere a chi ha responsabilità di governo o di opposizione nella res publica nostrana di mettere seriamente allo studio il modo di uscire subito dalla Alleanza atlantica, senza attendere che la mossa sia anticipata da Trump dopo le elezioni americane di mid-term (come si dice che possa avvenire e come ritiene che debba essere chi in Italia, a destra, al centro ed a sinistra, accetta supinamente la nostra subalternità agli Stati Uniti d’America, da chiunque guidati). Il precedente che mi viene in mente è la legge costituzionale n.2 del 3 aprile 1989, che indiceva un tipo di referendum statale, detto d’indirizzo (ipotesi non prevista dalla nostra Carta fondamentale).
Esso dovrebbe mirare a sondare la volontà popolare in merito alla permanenza dell’Italia nella NATO come membro dell’alleanza atlantica.


Giuseppe Cavo Dragone

Le ragioni per un voto favorevole all’uscita, per gli amanti della pace e della razionalità non mancano; anzi sono numerose e possono così elencarsi: 
1) recupero della sovranità nazionale e popolare dello Stato Italiano;
2) eliminazione delle basi militare USA dal nostro territorio; 
3) caduta della contraddizione venutasi a creare dopo la fine del Patto di Varsavia tra il dichiarato ruolo pacifico dell’alleanza e l’avvenuto intervento NATO del tutto a sproposito in Iraq, Libia, Siria; 
4) fermo all’aumento della spesa militare; 
5) sicurezza militare del Paese garantita, come avviene per la Svizzera, dalla sua dichiarata neutralità.