Povero
Aristotele Il
principio di non contraddizione è
oggi cosa da dimenticare. Funziona
meglio la ripetizione se
il popolo si vuol condizionare. Intanto
si può dir impunemente che
Putin è sia debol che potente: È
debole:
si può contrattaccare! Dopo
tre anni di carneficina veramente
non ce la può fare, non
riesce a batter l'Ucraina. La
pace sarà giusta e duratura tanto
quanto più la guerra dura. È
potentissimo,
nonché prepotente, dotato
d'ogni arma micidiale perciò
ci aggredirà sicuramente. L'ottimismo
può esserci fatale! E,
se qui gliela meniamo buona, tutti
c'invaderà, fino a Lisbona. Di
fatto qualunque incongruenza non
sfotte soltanto la semantica, ma
va perseguendo una sostanza dalla
finalità poco romantica. Già
i popoli, quasi tutti quanti, han
primi nemici i governanti: ognuno
si fa gli affari suoi, -
ognuno, sia ben chiaro, salvo noi - e
gli Ucraini sono massacrati sì
dai nemici, ma più dagli alleati. Laddove
governan gli escrementi conta
solo lucrar sugl'armamenti. La
pace è riguardata con timore Dall‘Europa
che fa da spettatore, i
cui vertici sono interessati solo
ai miliardi russi congelati. Trump,
dovendo altrove guerreggiare, la
pace la vorrebbe forse fare. Zelensky
ne frustra le intenzioni suggerendo
folli condizioni; chiede
che la Russia, da vincente, aderisce
ai diktat del perdente; sa
bene che tranquillo può campare finché
si continua a guerreggiare perché
poi, senza nessuno sconto, gli
sarà certo chiesto il rendiconto e
si scoprirà che gli ammazzati sono
in rapporto ai soldi guadagnati.