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domenica 2 febbraio 2014

DALLE STELLE ALLE STALLE



di Paolo Maria Di Stefano

Almeno una delle difficoltà di definizione di libertà pare finalmente eliminata, grazie all’azione concreta e dunque di immediato impatto di un movimento che nega di esser partito politico ma che certamente di Politica si occupa.Con una particolarità, intanto: cavalca quella che va sotto l’etichetta di antipolitica per cercare di cacciare dalla Politica tutti coloro – persone fisiche e giuridiche che siano – che fino ad oggi non solo hanno “fatto Politica”, ma “sono stati” (e ancora sono) la Politica. E proponendosi come alternativa non solo valida, ma anche inevitabile e addirittura ormai imminente.
E questo fa e quell’obbiettivo cerca di raggiungere in tutti i modi, utilizzando tutti i mezzi, forte dellalegge fondamentale di comportamento non solo degli esseri umani: in guerra ed in amor tutto è permesso.
Il che è bello ed istruttivo, avrebbe detto Guareschi. Il quale, forse, avrebbe anche preso atto di un qualcosa di comune con almeno uno dei leader del movimento: una vis comica che allo scrittore – e solo a lui - ha dato un successo planetario, negato in gran parte anche in Patria all’altro, se si eccettua la simpatia dei primi tempi.
Che è tutto da discutere: chi ha deciso che le prestazioni del comico genovese non siano di una tale valenza da costituire una fuga in avanti dell’arte del far ridere?
A ben guardare, si ride (anche, ma forse esclusivamente) quando la situazione descritta è intrisa di eccessi. Ricordo che diceva qualcuno: un generale in alta uniforme, bello e rappresentativo, che battendo i tacchi scivola sul pavimento di luce e cade è immediatamente e irresistibilmente comico. E l’arte di far ridere si avvale, oltre che dell’eccesso, anche di contrasti “visivi” e comportamentali che di per sé hanno più probabilità di lasci are indifferenti che di “fare comicità”: non è un caso che, in genere, la spalla di un comico è di per sé figura comica, anche quando ha la seriosità del grande personaggio.
Comicità a cinque stelle, se si vuole in fieri, ma a cinque stelle.
E le stelle, si sa, sono ormai sinonimo di grande qualità.
E anche in questo metro di giudizio – la stella come misura della qualità – io qualche dubbio Io nutro: di quale qualità si parla, se sulle stelle pare non sia possibile la vita, almeno quella che noi conosciamo?
È un po’ come accade per la vita disegnata dal verso iniziale del refrain di una oramai preistorica canzonetta: “Voglio vivere così, col sole in fronte…”, autore del testo Domenico Titomanlio, lo stesso di “anema e core”. Ve li immaginate sia il paroliere che l’interprete più celebre, Ferruccio Tagliavini, seriamente impegnati a vivere “con il sole in fronte”? Provate a farlo, e almeno un sorriso divertito allieterà quel momento.
Comunque: ridere è una buona cosa, e pare che faccia buon sangue e prolunghi la vita.
E dunque, grazie al movimento: sta costruendo il mondo della nuova comicità, e dunque una vita migliore della nostra per i nostri figli.
Il che ci porta ad un altro merito, da non sottovalutare: il grande contributo alla cultura, non solo popolare, costituito proprio da quella possibile definizione di “libertà” che recita “mancanza assoluta di educazione e di buon gusto, oltre che di rispetto per le persone e le istituzioni”. La libertà, che tutti fino ai nostri giorni hanno cercato di definire impastoiandosi in un numero pressoché infinito di “limitazioni” e di “confini” acquista finalmente un orizzonte più vasto, e diventa qualcosa del tipo “diritto di perseguire i propri interessi senza limiti né di educazione, né di buon gusto, neppure di rispetto.”
Finalmente, ogni cittadino può descrivere cosa farebbe alla Presidente della Camera se si trovasse in macchina con lei. E poiché si tratta di una manifestazione della libertà, può farlo via Internet.
Forse, la tipologia e la qualità degli intenti dei blogger intervenuti può apparire piuttosto limitata, ma anche questo è un vantaggio: significa che è ormai possibile conoscere con un buon grado di “confidenza” – come dicono coloro che si occupano di metodi statistici con annessi e connessi - quali sono le reali e concrete aspirazioni degli italiani, un’indagine dalla quale la Politica sembra essersi mantenuta sempre distante.
Per forza: non esistevano le cinque stelle che si sono attivate e che questo hanno fatto in occasioni, per fatti e in luoghi diversi. Gli italiani risolvono i problemi della Politica con la violenza, l’insulto, il costante richiamo al sesso (…) e soltanto una vecchia classe dirigente che non molla la poltrona tenta di costituire un argine, ovviamente esclusivamente per difendere se stessa, il proprio potere, il proprio denaro.
Il ragliare rabbioso d’un asino, il latrato intimidatorio di un cane, la carica a testa bassa del caprone maschio o del toro (…) per il territorio così come per la conquista della femmina costituiscono la più naturale espressione del “vivere”, e dunque anche di quello degli esseri umani.
Dunque, sarebbe opportuno che questi frequentassero con assiduità e attenzione i luoghi frequentati dagli animali, i più comodi dei quali sembrano essere le stalle.
Proposta: se una stella ha un senso per indicare la qualità, perché non proporre l’adozione della stalla? Una stalla, qualità forse sufficiente, ma certamente minima; tre stalle, siamo in una media più che accettabile.
Cinque stalle, il massimo.