Almeno una delle
difficoltà di definizione di libertà pare finalmente eliminata,
grazie all’azione concreta e dunque di immediato impatto di un
movimento che nega di esser partito politico ma che certamente di
Politica si occupa.Con una particolarità,
intanto: cavalca quella che va sotto l’etichetta di antipolitica
per cercare di cacciare dalla Politica tutti coloro – persone
fisiche e giuridiche che siano – che fino ad oggi non solo hanno
“fatto Politica”, ma “sono stati” (e ancora sono) la
Politica. E proponendosi come alternativa non solo valida, ma anche
inevitabile e addirittura ormai imminente.
E questo fa e quell’obbiettivo cerca di raggiungere in tutti i modi, utilizzando tutti i mezzi, forte dellalegge fondamentale di comportamento non solo degli esseri umani: in guerra ed in amor tutto è permesso.
E questo fa e quell’obbiettivo cerca di raggiungere in tutti i modi, utilizzando tutti i mezzi, forte dellalegge fondamentale di comportamento non solo degli esseri umani: in guerra ed in amor tutto è permesso.
Il che è bello ed
istruttivo, avrebbe detto Guareschi. Il quale, forse, avrebbe anche
preso atto di un qualcosa di comune con almeno uno dei leader del
movimento: una vis comica che allo scrittore – e solo a lui - ha
dato un successo planetario, negato in gran parte anche in Patria
all’altro, se si eccettua la simpatia dei primi tempi.
Che è tutto da
discutere: chi ha deciso che le prestazioni del comico genovese non
siano di una tale valenza da costituire una fuga in avanti dell’arte
del far ridere?
A ben guardare, si ride
(anche, ma forse esclusivamente) quando la situazione descritta è
intrisa di eccessi. Ricordo che diceva qualcuno: un generale in alta
uniforme, bello e rappresentativo, che battendo i tacchi scivola sul
pavimento di luce e cade è immediatamente e irresistibilmente
comico. E l’arte di far ridere si avvale, oltre che dell’eccesso,
anche di contrasti “visivi” e comportamentali che di per sé
hanno più probabilità di lasci are indifferenti che di “fare
comicità”: non è un caso che, in genere, la spalla di un comico è
di per sé figura comica, anche quando ha la seriosità del grande
personaggio.
Comicità a cinque stelle, se si vuole
in fieri, ma a cinque stelle.
E le stelle, si sa, sono
ormai sinonimo di grande qualità.
E anche in questo metro
di giudizio – la stella come misura della qualità – io qualche
dubbio Io nutro: di quale qualità si parla, se sulle stelle pare non
sia possibile la vita, almeno quella che noi conosciamo?
È un po’ come accade
per la vita disegnata dal verso iniziale del refrain di una oramai
preistorica canzonetta: “Voglio vivere così, col sole in fronte…”,
autore del testo Domenico Titomanlio, lo stesso di “anema e core”.
Ve li immaginate sia il paroliere che l’interprete più celebre,
Ferruccio Tagliavini, seriamente impegnati a vivere “con il sole in
fronte”? Provate a farlo, e almeno un sorriso divertito allieterà
quel momento.
Comunque: ridere è una
buona cosa, e pare che faccia buon sangue e prolunghi la vita.
E dunque, grazie al
movimento: sta costruendo il mondo della nuova comicità, e dunque
una vita migliore della nostra per i nostri figli.
Il che ci porta ad un
altro merito, da non sottovalutare: il grande contributo alla
cultura, non solo popolare, costituito proprio da quella possibile
definizione di “libertà” che recita “mancanza assoluta di
educazione e di buon gusto, oltre che di rispetto per le persone e le
istituzioni”. La libertà, che tutti fino ai nostri giorni hanno
cercato di definire impastoiandosi in un numero pressoché infinito
di “limitazioni” e di “confini” acquista finalmente un
orizzonte più vasto, e diventa qualcosa del tipo “diritto di
perseguire i propri interessi senza limiti né di educazione, né di
buon gusto, neppure di rispetto.”
Finalmente, ogni
cittadino può descrivere cosa farebbe alla Presidente della Camera
se si trovasse in macchina con lei. E poiché si tratta di una
manifestazione della libertà, può farlo via Internet.
Forse, la tipologia e la
qualità degli intenti dei blogger intervenuti può apparire
piuttosto limitata, ma anche questo è un vantaggio: significa che è
ormai possibile conoscere con un buon grado di “confidenza” –
come dicono coloro che si occupano di metodi statistici con annessi e
connessi - quali sono le reali e concrete aspirazioni degli italiani,
un’indagine dalla quale la Politica sembra essersi mantenuta sempre
distante.
Per forza: non esistevano
le cinque stelle che si sono attivate e che questo hanno fatto in
occasioni, per fatti e in luoghi diversi. Gli italiani risolvono i
problemi della Politica con la violenza, l’insulto, il costante
richiamo al sesso (…) e soltanto una vecchia classe dirigente che
non molla la poltrona tenta di costituire un argine, ovviamente
esclusivamente per difendere se stessa, il proprio potere, il proprio
denaro.
Il ragliare rabbioso d’un
asino, il latrato intimidatorio di un cane, la carica a testa bassa
del caprone maschio o del toro (…) per il territorio così come per
la conquista della femmina costituiscono la più naturale espressione
del “vivere”, e dunque anche di quello degli esseri umani.
Dunque, sarebbe opportuno
che questi frequentassero con assiduità e attenzione i luoghi
frequentati dagli animali, i più comodi dei quali sembrano essere le
stalle.
Proposta: se una stella
ha un senso per indicare la qualità, perché non proporre l’adozione
della stalla? Una stalla, qualità forse sufficiente, ma certamente
minima; tre stalle, siamo in una media più che accettabile.
Cinque stalle, il
massimo.