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lunedì 4 agosto 2014



Lettera aperta “L’Europa apra la frontiera di Gaza”

Il 27 giugno, ed ancora PRIMA dell’inizio della escalation e dell’ attacco massiccio del 7 Luglio da parte di Israele, avevamo inviato la lettera aperta qui ripresentata, “La Palestina è sotto attacco”, firmata da circa 200 associazioni, comunità e persone.
Chiedevamo che l’Europa mettesse urgentemente in atto gli accordi di sorveglianza della frontiera per cui esiste già dal 2005 l’appropriato strumento Europeo, la EUBAM (European border surveillance at Rafa) e promuovendo con forza l’apertura e riadattamento del porto di Gaza.

Nella prima settimana, le firme di associazioni e persone sono diventate quasi 700, segno che molti capivano cosa stava per succedere.
Non abbiamo ottenuto risposte al nostro allarme ed alla richiesta da nessuno dei parlamentari italiani; la segreteria di Stato vaticana ci ha inviato una cortese lettera di solidarietà riferendosi all’appello rivolto dal Papa a favore della pace in Terra Santa al termine della preghiera dell’Angelus di domenica 13 luglio.

Oggi, 2 Agosto, abbiamo deciso di chiedere la condivisione e l’azione dei Sindaci e nel far questo abbiamo deciso di aggiungere qualcosa a questa lettera aperta.
Le nostre preoccupazioni del 27 giugno erano fondate, incluse le considerazioni sulle false  “ragioni” per gli attacchi in West Bank e gli iniziali bombardamenti su Gaza, un rapimento che non era imputabile ad Hamas, come ora è accettato.
Quello che non potevamo immaginare però è che si uccidessero con omicidi mirati anche bambini, che si distruggessero con pretesti, mai verificatisi veri, ospedali e università.
Era inimmaginabile che interi quartieri di abitazioni civili venissero distrutti con pochi minuti di preavviso, quando pure il preavviso è stato dato, con la scusa di distruggere dall’interno di Gaza una rete di tunnel che, facilmente scavati nel terreno sabbioso (come già avveniva quando Gaza era assediata da Alessandro Magno nel 335 a.C.),  hanno assicurato la sopravvivenza dei gazawi durante questo nuovo lungo assedio,  e la cui distruzione è impossibile. Più realisticamente, come insegnano gli egiziani che lo hanno fatto in modo efficientissimo, avrebbe un senso distruggerne le uscite in territorio israeliano. Sostenere per più di due settimane che la missione è distruggere i tunnel dall’interno di Gaza è solo un’ennesima provocazione ed una messa alla prova, ben riuscita, dell’idiozia degli alleati, una falsità ad uso di propaganda. Infatti oggi è stato dichiarato che nonostante la distruzione sia finita (sic) Israele continuerà le azioni di guerra.
Non potevamo immaginare che si sarebbe sentito ripetere che l’esercito israeliano è il più morale del mondo, è altamente tecnologico, sa bene a chi spara e non attacca MAI  intenzionalmente civili e men che mai bambini. Nonostante ciò sembra che l’80% o più di vittime siano civili, e siano stati, insieme al 1.800.000 abitanti, tutti “scudi umani”, e la che colpa sia loro se Israele li ha massacrati nel sonno, in casa, o di Hamas che gioca a nascondino e mette armi nei rifugi dell’Unrwa, nei parchi giochi, sotto gli ospedali, anche sotto l’Università e i Centri per disabili, sotto e dentro troppe (80) Moschee e persino Chiese distrutte, ed in TUTTE le case di Sulhaja, Rafah, Kanyunes, addirittura nei contenitori di riserva di carburante e nel motore della centrale elettrica, nell’unico mattatoio e nei depuratori degli scarichi urbani di Gaza.
Crediamo che con questo elenco abbiamo solo alluso alla morte indiscriminata di un popolo, non solo le vittime individuali di questi giorni, i morti e feriti gravi, ma quelli che ad essi sopravviveranno, e che non avranno altro da fare che accettare il cibo e la elettricità e l’acqua dalle mani dei carnefici diretti e indiretti, tra cui gli stati europei che armano, privilegiano economicamente, nelle alleanze militari e nella ricerca e sviluppo, Israele. E tutti i paesi arabi che hanno abbandonato Gaza o addirittura ne hanno favorito il massacro.
Forse la vera missione israeliana a Gaza è la promessa fatta nel novembre 2012: “Vi ridurremo al medio evo; solo allora ci sarà una pace di 30 anni”.
Una missione cosi “indicibile” e contraria a tutte le convenzioni e leggi internazionali, ma che corrisponde bene al fatto che la giustificazione ufficiale dell’attacco continua a cambiare: punizione di Hamas per un rapimento che non ha fatto, punizione di Hamas per una risposta agli attacchi israeliani con missili, che all’inizio non erano lanciati da Hamas ma da altre fazioni, distruzione delle armi di Hamas, distruzione dei tunnel di Hamas (o di Alessandro il Grande?), e da ieri punizione di Hamas perchè ha preso un soldato prigioniero (ma Hamas invece di rivendicarlo lo nega), fino a quella odierna che dice che smetteranno quando lo riterranno opportuno.… ma non sarà mica che Hamas è una SCUSA per un genocidio desiderato, gestito anche con gli alleati e programmato e che la propaganda del nemico “buono “ verso i bambini, studiata a tavolino e pubblicata in un fascicolo, non serva che a mettere le mani avanti e buttare fumo negli occhi della pubblica opinione?
E che viene presa per buona anche da quelli che dovrebbero sapere meglio e di più, quelli che si astengono alle mozioni di condanna all’ONU, ma piangono e piangono, ma solo “umanitariamente”, i bambini. Gli stessi che si esprimono in mozioni ed appelli, ma non fanno quello che possono e devono fare, in quanto rappresentanti parlamentari, per preservare la libertà ed autonomia del popolo palestinese, con  semplici azioni reali, vincolanti e concrete, per fare un passo dopo l’altro, per aiutarlo ad esistere libero.
Più che mai oggi, col crescere della crisi umanitaria a Gaza,  l’apertura della frontiera con L’Egitto diviene essenziale, ed è un dovere per l’Europa onorare gli accordi già presi.

Lettera alle Istituzioni, ai Parlamentari Italiani ed in Europa, 
al Presidente dello Stato e al Presidente del Governo Italiano
Al Papa, alle chiese cattolica e valdese ed agli Imam Mussulmani in Italia
Inviata il 27 giugno 2014
firmata da 600 tra persone e gruppi, associazioni, al  5 Luglio

Questa lettera aperta vi raggiunge in un momento in cui l’Italia assume una responsabilità in Europa e nel momento in cui, l’Europa ha la possibilità di attuare interventi virtuosi che liberino Gaza dal blocco completo a cui è sottoposta, mettendo in atto gli accordi di sorveglianza della frontiera per cui esiste già dal 2005 l’appropriato strumento Europeo, la EUBAM (European border surveillance at Rafa) e promuovendo con forza l’apertura e riadattamento del porto di Gaza come via marittima di commercio e traffici, anche questo un progetto Europeo approvato e finanziato nel 2000 e mai portato a termine.
Anche solo implementare questi progetti già approvati,"automaticamente” renderebbe possibile la comunicazione tra i due territori della Palestina, la libera circolazione, dei ministri, delle persone, delle merci tra le due parti dello Stato Palestinese e rappresenterebbe una linea vitale per crescere nella sua autonomia economica e dignità.
Il forte sostegno che le Fedi hanno per la risoluzione pacifica dei conflitti fa si che porgiamo anche ai rappresentanti di queste la nostra richiesta di attenzione continua e sostegno per un popolo che soffre e va sostenuto nel difendersi da continue aggressioni e punizioni collettive nel modo più costruttivo possibile, sostenendolo nella possibilità di essere liberato dalla occupazione, frammentazione e blocco.
Da parte nostra allargheremo il sostegno a questa richiesta aprendo una petizione on line*, e soprattutto con il continuo dibattito ed informazione sui fatti.
Perché diventi un tema centrale per l’Italia, l’Europa e che l’attenzione delle Fedi non si spenga.

per firmare mandate una mail a

La Palestina è sotto attacco
La Palestina non solo è sotto attacco militare, il che preoccupa moltissimo per le vite dei palestinesi e la ulteriore perdite delle loro strutture.
La Palestina è sotto attacco da parte di Israele nella sua resistenza come realtà autonoma.
La Palestina è sotto attacco allo scopo di dimostrare la sua “impossibilità di esistenza”.

Nel momento della riconciliazione tra le fazioni che governano nella Cisgiordania e a Gaza, un tentativo di unificare il territorio politico della Palestina, di trovare un’ autorappresentazione politica presso l’ONU, di liberare Gaza dall’assedio (reso ancor più insostenibile dal blocco alla circolazione di persone e beni da parte dell’Egitto di Sissi), di reclamare la illegalità della detenzione ed abduzione amministrativa di prigionieri e di difendere il territorio in Gerusalemme e nella Cisgiordania, di sviluppare una autonomia economica, Israele dispiega attacchi militari con forze di terra e uso spropositato della forza verso i civili nella Cisgiordania, con più di 400 detenzioni amministrative, infinite malversazioni a Gerusalemme e bombardamenti e sconfinamenti a Gaza.
Questa operazione dello stato Israeliano, battezzata "guardiani dei nostri fratelli " è “giustificata” dalla scomparsa di 3 giovani riservisti Israeliani in territorio sotto completo controllo Israeliano in Cisgiordania. Non c’è prova di chi abbia collaborato alla sparizione, non rivendicata da alcuna fazione Palestinese. In qualsiasi paese civile una sparizione è un caso di polizia investigativa e non la ragione per imprigionamenti di massa su base politica, di invasione e permanenza in migliaia di abitazioni di civili, dell’abbattimento di case, degli omicidi di persone disarmate, di bombardamenti su zone del territorio Palestinese sotto blocco e fuori e da quella in cui la scomparsa è avvenuta.
Questa operazione non è altro che una operazione, probabilmente preordinata, di punizione collettiva per i Palestinesi nel momento in cui hanno raggiunto un accordo politico e si presentano come stato nella comunità internazionale.
Serve per annientare fisicamente una fazione-partito (Hamas) e richiedere la resa dell’altra fazione-partito (Fatha), protagoniste precedentemente del dissenso interno che aveva creato due governi separati in Gaza ed in Cisgiordania. Serve ad imporre con la forza la opposizione del governo Israeliano alla riconciliazione nazionale Palestinese. E’ un’ operazione la cui entità e sviluppo si può pensare che continuino ad accrescersi nel livello e con la violenza.
In Cisgiordania le uccisioni, la invasione da parte delle forze di terra con carri armati, i sorvoli arei, le violente invasioni delle case, gli arresti indiscriminati di civili, il ri-arresto di prigionieri liberati, la nutrizione forzata di quelli in sciopero della fame, la mano libera lasciata alla violenza dei coloni, si accompagnano ai bombardamenti quotidiani su Gaza, all’attacco ai suoi pescatori, al sorvolo con F16, che ben ricordano l’inizio degli attacchi del 2008 e del 2012.
Vogliamo essere vicini ai Palestinesi che ne sono vittime, e che si sono impegnati come attori nel difficile processo di costruire una unità nazionale, e diciamo al nostro Governo ed a quello Europeo che ci opponiamo alla loro connivenza con le azioni illegali di Israele e vogliamo rompere il silenzio che regna sulle aggressioni in corso.
Il silenzio e/o la connivenza della comunità internazionale è la luce verde che Israele aspetta per imporre sul terreno col la paura e l’esercito la sua richiesta all’Autorità Nazionale di Ramallah di rompere l’accordo di riunificazione.
E’ un lasciapassare per continuare la illegale detenzione amministrativa e le vessazioni sui prigionieri, per continuare il blocco di Gaza e la politica di insediamenti e vessazioni in Cisgiordania e Gerusalemme.
Temiamo che sia anche la luce verde per realizzare vecchie e nuove minacce su Gaza: ” vi ridurremo al medio evo”, “la prossima volta vi attaccheremo in modo che non avrete il tempo di rispondere” (17 novembre 2012, Eli Yishi, Ministro degli Interni di Israele) e per tutta la Palestina: “elimineremo tutto il verde (Hamas ha bandiere verdi) dalla regione, Nethanyahu, giugno 2014”.
I palestinesi stanno resistendo uniti - ma l'immagine della gente in solidarietà proveniente da tutto il mondo, in piedi accanto a loro, sarà incoraggiante e darà forza al popolo palestinese, nella sua lotta contro un occupante crudele.
Per sostenere il popolo palestinese sotto attacco, chiediamo un forte e deciso pronunciamento dei Governi e della Istituzioni Europee deve finire ed un messaggio delle Fedi che deve giungere limpido e chiaro.

Chiediamo che i rappresentanti  delle Istituzioni Italiane e di quelle Europee si facciano responsabili in tutte le sedi della sicurezza e dello sviluppo della nazione e dello Stato Palestinese riunificato, secondo le leggi internazionali.
Che nelle sedi internazionali queste si schierino per l’autonomia dello Stato Palestinese e contro la occupazione della  Cisgiordania e la continua espansione degli insediamenti israeliani, per la liberazione dal blocco di terra e mare di Gaza, per la fine della detenzione amministrativa dei Palestinesi e loro abduzione in Israele, per uno statuto chiaro e condiviso per Gerusalemme. Chiediamo che i governi europei mettano in campo finalmente sanzioni economiche verso Israele esigendo il rispetto della legislazione internazionale, delle risoluzioni ONU e della convenzione di Ginevra. Invitiamo i rappresentanti delle fedi che si pronuncino contro i crimini verso la umanità e le persone che Israele compie con impunità verso il popolo palestinese, diffondendo la loro solidarietà verso le sofferenze di un popolo intero.

Prime adesioni
Appello per i bambini di Gaza, Genova
Associazione Amicizia Sardegna Palestina 
Associazione Senza Paura di Genova
Associazione Nwrg
Associazione Surgery for Children
Casa per la Pace Milano
Comitato “NO 346 M per Israele”
CVP-Comitato varesino per la Palestina
Forum Palestina
Invicta Palestina
Pacifisti e pacifiste dell'ora in silenzio per la pace di Genova
Parallelo Palestina
Pax Christi, Campagna Ponti e non Muri
Salaam ragazzi dell'olivo-comitato di Milano – onlus
UCOII, Direzione Nazionale dell’European Muslim Network- Italia
PdCI, Milano
BDS Campania
Salaam Vicenza
Abdel Razzaq T Abdullah Tchina Abu Hareth Abu Iyad Abu Somaya Adel Mo Aburawwa Adel Sheikh Bo Alleanza Islamica Amaoui Amar Mamache Arbib Rahal Arch. Sbai Y Asfa M Associazione Alpi Associazione Islamica Imam Mahdi Atef Abu Mosaab Atef Abu Mosaab To Ayman Alsabagh Baraa Alobaidi Basha Mohammed Belkaid Ahmad Biellagmi Bouchaib Sabouri Cascina Gobba Celal Koyncij Celal Koyuncij Centri Islamico Imola Centro Islamico Assalam Centro Islamico Castel Franco Centro Islamico CI Sesto S G Centro Islamico Cultura Iran Centro Islamico Gavardo Centro Islamico Lecco Centro Islamico Milano Coreis Centro Islamico Milano Istituto Culturale Centro Islamico Milano Segrate Centro Islamico Modena Acis Centro Islamico Napoli Centro Islamico Napoli 2 Centro Islamico Novi Ligure Centro Islamico Parma Centro Islamico Parma Centro Islamico Piacenza Centro Islamico Pisa Qaisi Adnan Centro Islamico Ravena Centro Islamico Reggio Emilia Casa Cultura Islamica Centro Islamico Rho Scuola Moussa Centro Islamico Rimini Centro Islamico S.G. In Fiore Cesena Centro Islamico Savona Centro Islamico Sesto S.G. Centro Islamico Teramo Centro Islamico Trento Centro Islamico Trieste Centro Islamico Udine Centro Islamico Varese Centro Islamico Verona Centro Islamico Verona Centro Islamico Vicenza Attawba Chaib Aosta Comunità Dei Musulmani Della Liguria Comunità Islamica Corigliano Davide Piccardo Dhafer Pu Dr. Ashraf Almoty Dr. Said El Hlimi Mohammad El Wardi Legnano Elfakharany Hassan Elhamdi Sayyed Elkbir Fabio Bilal Fouad Bard Fouad Monza Gamal Moustafa Geometra Gallo Amin Halissy Hassan Hamdi Vr Hamid Al Khartawi Gallarate Hamid Gallarate Hamid Hachicha Hammad Mahammad Hamza Piccardo Hassan Fari Hermi Elhosni Hocine Bouchemal Hussen Castel Franco Ibrahem Amir Younes Ibrahim Dauod Imam Italia Ing. Mohammad Elhajj Jamal.J Karim Modena Khounati Aziz La Speranza Cremona Layachi Kamel Lina.Koudsi Lina.Koudsi Maher Kabakebbji Mahjoub Mahmoud Asfa Majhoudi Makhdar Tn Malih Dabas Masjed Al Huda Roma Masud Vr Mbarek Fari Mechergui Ridha Tareq Mekdad J Roma Moez Samti Mohamed Ibrahim Mohamed Nour Dachan Mohammad Ali An Mohammad Bach Mohammad Fousfos Mohammad Khalil Mohammad To Abu Khaled Mohammas Danova Mohsen Chemingui Moschea Biella Moschea Brescia Moscheabs Mostafa Rajawi Mskhilef Messaoud Mufid Abu Toq Mustapha El Hor Nour Eddine Nureddine Roma Omalhareth On.Alfredo Maiolese Osama Murshed Osama Zahi Saber Mohamed Safraoui Mohammad Said Amori Saleh Abu Amir Bg Salwa Awad Sami Trabelsi Samir Roma Samir Venezia Selim Fuad Sh Ashraf Sh Sami Roma Sh.Nabil Bg Sheikh Amin Bs Sheikh Anwar Vr Sheikh Najib Albared Shwaima Ali Skheikh Abdel Aziz Souheir Katkhouda Tareq M Yaser Assal Mi Youri Labrini Zahoor Ahmad Zargar المسابقة الوطنية الإيطالية للقرءان الكريمcelal koyncij
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Le bugie hanno le gambe corte




Da anni è in atto un furto continuo. Una indecorosa guerra dei ricchi contro tutti gli altri. I ricchi bramano di esserlo sempre più e, possibilmente, facendolo sapere a pochi. Nel mondo 5 milioni di ricchi hanno un patrimonio medio nascosto di 6 milioni di euro. Rubano i nostri soldi costringendoci a pagare le tasse che loro non pagano. Li trasferiscono in “trust” esotici dai nomi fantasiosi con amministratori novantenni (e poco istruiti), in “holding” fantasma controllate da società con depositi in Svizzera e uffici amministrativi in Lussemburgo.
A livello mondiale il MALLOPPO TOTALE NASCOSTO-e quello noto non è certo poca cosa-ammonta a 30000 miliardi di euro. Cifra corrispondente al doppio del PIL degli Stati Uniti e a trenta volte quello italiano. Quando-nel 2009-i GRANDI DELLA TERRA si trovarono-invece che alla Maddalena-sulle terremotate zolle dell’Aquila per lo show voluto da Berlusconi si vergognarono un pochino e decisero di fare qualcosa contro questo sconcio e di “iniziare” la guerra ai paradisi fiscali. In testa ai quali-per importanza-ci sono(ve l’ho già raccontato nel 2012) STATI UNITI e GRAN BRETAGNA. Non le isolette di cui molti vociferano. Nel 2010 l’O.C.S.E.(Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) varò il V.D. “voluntary disclosure”. Il volontario disvelamento-praticamente la volontaria autodenuncia-della propria trasgressione fiscale. Ciascun Paese avrebbe deciso quando aderire, non se aderire.
Il 28 gennaio 2014 il Consiglio dei Ministri italiano lo fa e LETTA dichiara:” Chi ha portato i capitali all’estero deve sapere che è l’ultima occasione per mettersi in regola. SI FA SUL SERIO”. TROPPO! Napolitano e un nutrito numero di evasori gli credono e… dopo poche settimane Renzi prende il suo posto. Inizia a promettere regali e riforme a gogò. Di queste ultime non conosce (e niente sanno le sue ancelle )il minimo particolare applicativo. Ma, strano a dirsi e nonostante ami parlare di “linee guida” neanche una parolina sull’”autodenuncia volontaria”. Come tanti provvedimenti dei predecessori -ma la cosa si sta verificando anche con i suoi- l’attuazione si è dileguata, dimenticata.Va a presiedere il Consiglio Europeo (nel 2012 era toccato al collega cipriota) e se la prende col rigore dei tedeschi. Non sarà stata un’autorete? No-per i giornali posseduti da grossi evasori fiscali che continuano a tesserne le lodi slinguazzando senza ritegno. I direttori sono strapagati lacchè. Gli abbracci con SILVIO e PIERSILVIO si sprecano ma le discussioni sulle modifiche del Senato non generano UN SOLO POSTO DI LAVORO.
A derubarci -secondo la congrega- sono i tedeschi. BALLE, SONO GLI ITALIANI. E sono più di 150.000. Tornando in Italia per esibirsi da Vespa non poteva fermarsi in Svizzera e recuperare qualche miliardo (dei nostri)? Gli tornerebbero utili a settembre quando dovrà-ancora una volta-aumentare le tasse per trovare gli 80 euro da distribuire ai tanti cui li ha promessi. La tedesca Merkel non ha corrotto gli elettori.
NON SI PUO’ RACCONTAR BALLE PER TROPPO TEMPO. Già Berlusconi lo fece.
A proposito, ricordate il salvatore della patria (arrivato a piacere al 70% degli italiani -lo ricordi il ragazzotto) che vedeva la luce in fondo al tunnel? Purtroppo, dopo due anni, è ancora buio pesto. MONTI? Proprio lui! Aveva preparato un decreto per stanare coloro che hanno accumulato decine di milioni nei paradisi fiscali, ma quando il NONNO l’ha saputo, gli ha detto: “MARIO, TU HAI LA FEBBRE. di- mettiti a  LETTA”.

Luigi Caroli