Pronto al lancio il terzo satellite
MUOS
di Antonio Mazzeo
Giuseppe Denti "Barrirere" |
Salvo imprevisti
dell’ultima ora, il 20 gennaio 2015 sarà lanciato nello spazio il terzo
satellite MUOS (Mobile User Objective System), il nuovo sistema di
telecomunicazioni satellitari della Marina militare Usa che avrà a Niscemi,
Caltanissetta, uno dei suoi quattro terminali terrestri. “Il satellite sarà
lanciato da Cape Canaveral, Florida, con la navicella spaziale United Launch
Alliance Atlas V”, ha annunciato Iris Bombelyn, vicepresidente di Lockheed
Martin, la società statunitense a cui è affidata la realizzazione del MUOS.
“Grazie al lancio del terzo satellite, sarà possibile accrescere la copertura
della nostra rete di telecomunicazioni a tre-quarti circa del pianeta”. La costellazione del MUOS
comprenderà complessivamente quattro satelliti geostazionari più un quinto in
orbita di riserva. Ognuno di essi è progettato per funzionare attivamente per
non meno di 15 anni, ma quanto accaduto nel corso dell’intera fase progettuale del
sistema satellitare non lascia certamente sereni i militari Usa. A causa di una
serie di “imprevisti” tecnici, test operativi falliti e l’aggiunta di soluzioni
alternative per le apparecchiature terrestri e spaziali, il programma ha
accumulato ritardi di oltre cinque anni. In origine, il Comando di US Navy
pianificava di lanciare i satelliti a partire del 2009 per ottenere la loro
piena capacità operativa entro il 2013. Il lancio in orbita del primo satellite
è avvenuto in realtà solo il 24 febbraio 2002, ventisei mesi dopo di quanto
previsto, mentre il secondo apparato satellitare è stato lanciato solo il 19
luglio 2013. Del tutto errate pure le previsioni per il terzo satellite, il cui
lancio nello spazio era stato programmato entro il primo semestre 2014. Adesso
Lockheed Martin assicura che il quarto satellite sarà in orbita entro la fine
del prossimo anno. “I due satelliti MUOS in orbita stanno mostrando nuove
performance, specialmente nella regione artica dove in passato non è stata
possibile una copertura da parte dei satellite UHF (Ultra High Frequency),
accrescendo l’interesse per i trasporti e l’esplorazione delle risorse naturali
sopra i 65° di latitudine”, spiegano i manager di Lockeed Martin. “Lo scorso
anno il MUOS ha consentito la connessione tra gli utenti vicino i poli artici
durante i test indipendenti di Lockheed Martin e delle industrie partner
(General Dynamics, Rockwell Collins ed Harris) e quelli effettuati nel 2014 con
le esercitazioni ICEX della Marina militare statunitense e Arctic Shield della
US Coast Guard”. Quando sarà ultimato il programma, il MUOS consentirà il
collegamento della rete militare statunitense (centri di comando, controllo e
logistici e gli oltre 18.000 terminali radio esistenti, tutti gli utenti mobili
come droni, cacciabombardieri, unità navali, sommergibili, reparti operativi,
missili Cruise, ecc.), accrescendo esponenzialmente la velocità e il numero
delle informazioni e dei dati trasmessi nell’unità di tempo (dagli odierni 2,4
kilobyte al secondo a 348 kb/s). “La nuova costellazione satellitare assicurerà
le comunicazioni in tempo reale audio, video e dati in ultra alta frequenza
(UHF) a tutti i sistemi di guerra mobili Usa ovunque essi si trovino e sarà
pienamente interoperativo con lo Joint Tactical Radio System (JTRS), i cui
terminali sono in via di sviluppo, e con i sistemi radio odierni”, spiega il
Comando centrale della Marina Usa. I satelliti MUOS sono progettati per
mantenere costante nell’arco delle 24 ore la loro posizione nello spazio a più
di 36.000 Km dalla terra. Ogni satellite è classificato secondo la rispettiva
area di copertura: Pacific (PAC), Continental U.S. (CONUS), Atlantic (LANT),
and Indian Ocean (I.O.). Secondo il Comando di US Navy, essi saranno
posizionati alle seguenti longitudini: il primo a 177° Ovest, incrociando il
meridiano che passe per le isole Fiji; il secondo a 100° Ovest (su un meridiano
che passa a metà circa degli Stati Uniti d’America); il terzo a 15,5° Ovest (su
un meridiano che passa per le isole Canarie), mentre il quarto a 72° Est (su un
meridiano che passa per le Maldive e l’India). Tutti i satelliti saranno
collegati tra loro mediante link intersatellitari (ISL) da 60 GHz, mentre
ognuno di essi si interfaccerà con la stazione terrestre di riferimento
geografico o ai ricevitori mobili come un comune telefono cellulare impiegando
la banda UHF compresa tra i 300 MHz e i 3 Ghz. La gestione e il controllo a
distanza dei satelliti (incluso il loro lancio nello spazio) sono assegnati al
Naval Network and Space Operations Command e al Naval Satellite Operations
Center di Point Mugu, California. Le attività prettamente operative saranno
invece sotto la responsabilità del MUOS Global Satellite Support Center
insediatosi presso il Comando strategico delle forze armate Usa nella base
aerea di Offutt (Nebraska), con la collaborazione di diversi centri regionali
di comando, supporto e combattimento di US Navy. Il Centro strategico di Offutt
sovrintende alle funzioni d’intelligence, ricognizione, sorveglianza e “difesa
missilistica” e controlla l’intero arsenale nucleare statunitense. Le stazioni
terrestri del MUOS consentiranno le connessioni e i controlli interfaccia tra i
satelliti MUOS e i network di telecomunicazione del Dipartimento della difesa
con base a terra. Questi terminali sono previsti all’interno di quattro
infrastrutture nella disponibilità delle forze armate Usa: oltre alla Naval
Radio Transmitter Facility (NRTF) di Niscemi, la stazione di Chesapeake, nei
pressi di Norfolk, Virginia; la Naval Computer and Telecommunications Area
Master Station Pacific di Wahiawa (isole Hawaii); l’Australian Defence
Satellite Communications Ground Station (ADSCGS) di Kojarena, 30 km a est di
Geraldton (Australia). Ognuna di queste stazioni è stata dotata di tre grandi
antenne paraboliche dal diametro di 18,4 metri e funzionanti in banda Ka per le
trasmissioni verso i satelliti geostazionari e di due trasmettitori elicoidali
di 149 metri d’altezza in banda UHF (tra i 240 e i 315 MHz) per il
posizionamento geografico. Le maxi-parabole trasmetteranno con frequenze che
raggiungeranno valori compresi tra i 30 e i 31 GHz con una potenza di 1.600 W
ciascuna; i due trasmettitori elicoidali, modello TACO H124, opereranno invece
con una potenza di 105-200 W ciascuno. Sarà generato un micidiale cocktail elettromagnetico.
Numerosi esperti internazionali hanno documentato che i fasci emessi dalle
parabole del MUOS costituiranno un serio pericolo per la salute delle
popolazioni che vivono nei pressi delle infrastrutture militari e per la
sicurezza del traffico aereo, civile e militare.