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venerdì 13 febbraio 2015

VOLTAGABBANA
Scelta Civica: un mare di opportunità da cogliere
di Paolo Maria Di Stefano

Scelta Civica: parlamentari in vendita
Il Presidente del Consiglio è un uomo fortunato, come lo sono tutti coloro ai quali si presentano delle opportunità. Ultima in ordine di tempo la possibilità di dimostrare la serietà e la coerenza più volte vantate: sarebbe bastato non accogliere quei “transfughi con poltrona” particolarmente efficienti nell’arte del mimetismo e dell’inerzia e dell’opportunismo, qualità delle quali qualcuno di loro ha dato più di una prova in quella “vita civile” che avrebbe dovuto prepararlo alla “salita in politica”. 
Il correre ad occupare un posto sul carro del vincitore è abitudine generalizzata quanto inveterata, soprattutto in politica, ma non solo. E sempre, senza eccezione alcuna, ha dimostrato e dimostra la prevalenza accordata agli interessi personali, proprio quelli che in Politica dovrebbero esser dimenticati. È possibile che nell’ultimo (per ora) episodio non si sia trattato di compravendita, ed anche è pensabile che il Presidente del Consiglio sia stato preso alla sprovvista, ma una cosa è certa: gli otto/nove “viaggiatori” se qualcosa di positivo hanno fatto lo hanno realizzato inconsciamente a favore di Scelta Civica, liberando il nebbioso partito da presenze inutili quanto ingombranti.
E dal momento che gli incarichi di Governo affidati ad alcuni di loro non lo sono stati per riconosciuta e dimostrata capacità politica e gestionale, bensì soltanto per assicurarsi un appoggio, io credo che il PD non avrebbe nulla da perdere se, in  nome della coerenza e della onestà politica e delle capacità, rifiutasse di far loro posto, magari a costo di un rimpasto di Governo, con ciò dimostrando di saper cogliere le occasioni nell’interesse dello Stato e della Politica, oltre che del partito. È ben vero che gli interessi personali sono e rimangono la vera “causa” che induce più di qualcuno a “fare Politica”, ma a me sembra anche vero che proprio per questo un qualsiasi professionista della Politica dovrebbe prestare la massima attenzione a chi imbarca nel carro che guida: dovrebbe sapere che si tratta di una semplice tappa nell’attesa dell’avvistamento di un prossimo vincitore. E se dovessi fare una previsione, credo che qualcuno degli emigrati da Scelta Civica non tarderà ad offrirsi a quella destra più o meno collegata al centro che, proprio per ragioni di bottega, sembra cercare di ricompattarsi. Non si è trattato, infatti, di un pensiero politico, sia pure ondivago e appena accennato: i transfughi sono stati animati soltanto dalla certezza che le ambizioni di cui sono portatori è possibile si realizzino se si sta dalla parte di chi detiene il potere, almeno quello sufficiente per chiedere di occupare qualche poltrona di prestigio, in Italia o in Europa.
È anche vero che “nihil sub sole novi”. La rottura del patto del Nazareno sembra dovuto alla volontà di proteggere interessi personali meglio di quanto non si sia riuscito a fare fino ad ora. E allora, dinanzi al rischio che un giovane Presidente del Consiglio faccia una questione di principio del non scendere a compromessi più che tanto, meglio mettersi in stand-by: gli eventi avranno una evoluzione e non è detto che ai transfughi non venga fatta un’offerta, più probabile se  non si tratta di gente dalla collocazione politica certa.
L’unica cosa certa, a me sembra essere la dimostrazione della inaffidabilità di soggetti che, in gran parte parvenus della Politica, ha contribuito al “non fare” o al “fare troppo poco pur parlando molto” di cui l’attuale Governo è  accusato.
Ecco, allora, anche un’occasione per Scelta Civica: chiedere che le poltrone a suo tempo assegnate siano ricoperte da personaggi che godano (almeno) la fiducia del Partito.
E dunque, operare per un rimpasto che avrebbe, tra l’altro, il vantaggio di rafforzare il Governo nella immagine degli elettori. E le dimissioni da tutti gli incarichi rimasti agli iscritti potrebbe essere la mossa giusta. Scelta Civica ha la possibilità, muovendosi intelligentemente e in fretta, di lanciare sul “mercato della Politica” tutta una serie di proposte che, se ben formulate e comunicate, potrebbero da un lato spiazzare i nostri “politici d’abitudine e mestiere e d’opportunismo”; dall’altro, richiamare l’attenzione anche operativa di quel “popolo sovrano” che continua a subire le chiacchiere dei politici vecchia maniera, da nessuno e in nessun modo sostituiti.
Salvo per un aspetto: la “vendita” di una asserita capacità di “fare in fretta”.
E forse è fin troppo facile. Scelta Civica potrebbe farsi paladina di un metodo di pianificazione di gestione della produzione e dello scambio dei prodotti della Politica; e del cambiamento “vero” della materia elettorale, sottoponendo pianificazioni di gestione e non parole al giudizio del popolo degli elettori; e della scelta corretta dei “responsabili di gestione” dello Stato e del modo “reale” di valutazione del loro operato; e di una pianificazione di gestione degli scambi relativi a quella forma di marketing finanziario che è il fisco; e di una pianificazione di gestione della “formazione e della cultura” in questo disgraziato Paese; e di un piano di gestione affidabile per il turismo; e un altro par l’agricoltura… Che significa anche: Scelta Civica ha un’occasione per richiamare l’attenzione del “popolo sovrano” sulla Economia, il cui reale problema non è il continuare a crescere così com’ era, bensì il “come rinnovarsi e cambiare” in vista di una migliore e più equa e più giusta soddisfazione dei bisogni di tutti. E tutto questo mentre il PD si dimostra tutto men che granitico; i 5Stelle continuano a non elaborare la benché minima proposta; la Lega propugna separatismi, egoismi, razzismi di tutti i tipi e nessuna vera alternativa in economia; Forza Italia, sia pure con qualche singulto, appare sempre di più inchinata agli interessi di un padre-padrone ormai in gran parte obsoleto. Gli altri…