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giovedì 12 marzo 2015

CONSIDERAZIONI INATTUALI
CONFIDENZA
di Fulvio Papi
Karl Kraus
Le mie ricerche cercano di portare qualche contributo di conoscenza sul nostro “modo di essere uomini”, e proprio per questo sono considerate inattuali. Così ho ripreso in mano Karl Kraus. Se avete desiderio di trovare qualcosa di interessante su quello che avviene oggi, leggete (o rileggete) “Detti e contraddetti” di Kraus. Un divertimento un poco acido, ma senz’altro un piacere della mente. Un grandissimo come Musil diceva nel suo “Diario” che già negli anni Trenta, Kraus era in parte dimenticato. Tuttavia oblio e memoria sono, a loro volta, variabili dei tempi e delle sensibilità, per questa ragione posso ripetere l’invito alla lettura. Dal canto mio c’è un aforisma di Kraus che mi ha un poco inquietato. Esso dice: “Ho sempre considerato come massima aggravante il fatto che uno non abbia potuto farci niente”. Se le cose stanno proprio così quasi tutti coloro che hanno creduto giustificabile la loro impossibilità di azione, dovrebbero portare con sé quel metafisico senso di colpa del tragico protagonista de “Il processo” di Kafka. Dal canto mio, protetto dalla “effettualità” di Hegel ho pensato più di una volta che proprio “non potevo farci niente”. Tuttavia a Kraus devo almeno un perché le cose stavano così. E qui non risponderò alla svelta che ci sono troppi potenti per noi che non siamo nemmeno alla lontana parenti in miniatura degli dèi come poteva far intendere un umanesimo dell’Ottocento. E non lo siamo, e qui riprendo proprio Musil: perché siamo fatti nella nostra forma di “essere uomini” da un mondo che, nell’estensione delle sue condizioni, ha certamente costruito anche noi stessi: questo è il finito, una qualità che le esagerazioni dell’io tendono a nascondere. Eppure, al di là dell’intransigenza di Kraus, abbiamo trovato qualche volta la risposta corretta. E altra volta siamo rimasti muti, prigionieri di una inevitabile lontananza tra il pensare e il fare. Situazione che si aggrava con il passare del tempo. Per questo guardo sempre ai ragazzi che qualche strada la troveranno e non sarà più nel mio mondo.