CONSIDERAZIONI INATTUALI
CONFIDENZA
di Fulvio Papi
Karl Kraus |
Le mie ricerche
cercano di portare qualche contributo di conoscenza sul nostro “modo di essere
uomini”, e proprio per questo sono considerate inattuali. Così ho ripreso in
mano Karl Kraus. Se avete desiderio di trovare qualcosa di interessante su
quello che avviene oggi, leggete (o rileggete) “Detti e contraddetti” di Kraus. Un divertimento un poco acido, ma
senz’altro un piacere della mente. Un grandissimo come Musil diceva nel suo “Diario” che già negli anni Trenta, Kraus
era in parte dimenticato. Tuttavia oblio e memoria sono, a loro volta,
variabili dei tempi e delle sensibilità, per questa ragione posso ripetere
l’invito alla lettura. Dal canto mio c’è un aforisma di Kraus che mi ha un poco
inquietato. Esso dice: “Ho sempre
considerato come massima aggravante il fatto che uno non abbia potuto farci
niente”. Se le cose stanno proprio così quasi tutti coloro che hanno
creduto giustificabile la loro impossibilità di azione, dovrebbero portare con
sé quel metafisico senso di colpa del tragico protagonista de “Il processo” di Kafka. Dal canto mio,
protetto dalla “effettualità” di Hegel ho pensato più di una volta che proprio
“non potevo farci niente”. Tuttavia a Kraus devo almeno un perché le cose
stavano così. E qui non risponderò alla svelta che ci sono troppi potenti per
noi che non siamo nemmeno alla lontana parenti in miniatura degli dèi come
poteva far intendere un umanesimo dell’Ottocento. E non lo siamo, e qui
riprendo proprio Musil: perché siamo fatti nella nostra forma di “essere
uomini” da un mondo che, nell’estensione delle sue condizioni, ha certamente
costruito anche noi stessi: questo è il finito, una qualità che le esagerazioni
dell’io tendono a nascondere. Eppure,
al di là dell’intransigenza di Kraus, abbiamo trovato qualche volta la risposta
corretta. E altra volta siamo rimasti muti, prigionieri di una inevitabile
lontananza tra il pensare e il fare. Situazione che si aggrava con il passare
del tempo. Per questo guardo sempre ai ragazzi che qualche strada la troveranno
e non sarà più nel mio mondo.