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giovedì 9 luglio 2015

CAFONARIA 1
di Angelo Gaccione


All’ossessione e alla mania dell’uso dei telefoni cellulari ho dedicato un racconto ironico e pungente dal titolo “Russa”, scritto nel dicembre del 2012 e pubblicato l’anno successivo nel libro “La signorina volentieri” (pagg. 35-40). Nel frattempo la situazione è ulteriormente peggiorata. Orde di cafoni di ogni età e nazione, hanno invaso ogni luogo e ogni ambito (che siano mezzi pubblici e ospedali, poco importa) e non si fanno scrupolo alcuno. Qualche settimana fa ho dovuto forzatamente scendere dall’autobus numero 73 proveniente dall’aeroporto di Linate. Avevano letteralmente trasformato l’autobus in un vero e proprio zoo, in cui bestie dalle sembianze umane, starnazzavano, barrivano, miagolavano, chiocciavano, belavano, abbaiavano, ululavano negli idiomi più diversi, con le orecchie attaccate ai loro telefonini. Non mancavano, ovviamente, gli italioti, milanesi e non, ma a darci dentro con più foga, si distinguevano bipedi di sesso femminile di lingua spagnola (ecuadoregne? peruviane?) e dei paesi dell’Est. Fossi stato il conducente avrei fermato il mezzo e mi sarei rifiutato di proseguire se quella assordante cagnara non si fosse all’istante interrotta. Una volta sui mezzi pubblici campeggiava questa scritta: Vietato parlare al conducente; ora che la buona educazione se n’è andata, spodestata da un comportamento disinvolto figlio del progresso, e dallo sviluppo della tecnologia, non ci sono divieti che tengano. Ci si dovrà fare, come si dice, il callo? Ci si dovrà assuefare alla cafonaria (conio un neologismo per la nuova era) che avanza, indice di sicuro “progresso”? 
Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti”. 
Non è un mio pensiero, è una riflessione di  Einstein.