GLI ALBERI MASSACRATI DI MILANO
PISAPIA E IL PESTO MILANESE
di Luigi Caroli
Per quattro anni lodi sperticate
e quarantotto verità “cambiate” (una al mese).
Effetto è “comunicazione”:
“fatto sostituir con l’opinione” (lautamente retribuita).
Avea puntato tutto sull’ascolto
sol tempo ai muti ha dedicato molto.
Insiste adesso: “Giulian, rimani!” Mazzi
e al tempo: “Assessor brillan per lazzi”.
Se “rock” lo definiva Celentano
idea cambiò con monchi alberi in mano.
“Buio” expottimista non vede “pesto”
è stato Pisapia a colmar cesto.
Lo fecer già Albertini e Moratti
coi segaioli, stretti ricchi patti.
Ne ha rase quattromila d’alto fusto
si vanta d’aver fatto tutto giusto.
Dice: “Ne ho messe ben settantamila”
piantine di basilico tutte in fila.
Verdassessora propina piatti pronti (tramette al pesto)
coi dati suoi non basta far bis conti!!
Non rammenta Giulian d’essersi scusato
per piante di Stazion aver tagliato?
(sul viale che costeggia la Stazione Centrale)
Disse ch’era previsto abbatter poche
e l’altre avean seguito come oche…
…avean capo chinato sotto la sega
mentr’assessora facea la messa in piega.
La strage già qualcuno avea previsto
E di Moneta il conio era sul visto
(cioè sull’ordine di tagliarle tutte).
Moneta, direttor dipartimento
ne mette una. Conta almeno cento.
Con Sala ingaggiar vuol grande duello:
chi avrà di lor naso più lungo e bello?
[27 agosto 2015]