Pagine

domenica 6 dicembre 2015

L’AMIANTO UCCIDE NELL’INDIFFERENZA.
L’ITALIA NE È PIENA


Amianto, Inail conferma la strage di mille morti l’anno
All’Assemblea nazionale sull’amianto i nuovi dati Inail mostrano che l’epidemia italiana di malattie asbesto-correlate è unica al mondo. E la Commissione di inchiesta del Senato conferma tutti i nodi dell’inchiesta di Wired: a 23 anni dalla messa al bando, la decontaminazione dalla fibra è fallita
“Un Testo Unico che raccordi tutte le oltre 400 norme regionali e nazionali sull’amianto e che dovrà ovviamente vedere l’adozione e il sostegno da parte del Governo, senza il cui apporto non sarà possibile raggiungere nessun traguardo”. Questa la richiesta di Camilla Fabbri, presidente della Commissione di Inchiesta sugli infortuni sul lavoro del Senato che, anche grazie al sostegno del presidente Pietro Grasso, è riuscita a convocare l’Assemblea Nazionale Amianto con la partecipazione dei Ministri Poletti e Orlando, il presidente di Inps, Tito Boeri e dell’Inail Massimo De Felice, il presidente del Fondo Nazionale Vittime Amianto, Nicola Pondrano e le associazioni e sindacati a tutela delle vittime, tra cui Afeva, ANMIL, CGIL e CISL.
Sostegno che con un messaggio alla platea Matteo Renzi, assente per l’apertura della Conferenza per il Clima COP21, e primo destinatario della nostra petizione sulla trasparenza #AddioAmianto che ha raccolto quasi 68mila firme, sembra ribadire: “l’impegno comune per realizzare politiche e interventi che consentano di chiudere, una volta per tutte, questa ferita aperta rappresentata dall’amianto è e sarà massimo”, ricordando la decisione della Presidenza del Consiglio di costituirsi parte civile nel processo Eternit bis. Sul tavolo resta il forte conflitto di competenze tra Stato e Regioni, la questione della giustizia e quella delle vittime civili dell’amianto, cittadini contaminati per esposizione ambientale e non professionale. Mentre il Ministro del Lavoro Poletti ribadisce la necessità di coordinamento tra i vari ministeri, dopo aver emesso un contestato decreto sulla suddivisione del Fondo Nazionale Vittime Amianto, il presidente di INPS, Tito Boeri, nega a Wired, l’accorpamento di INAIL in INPS ma preferisce parlare di divisione di ruoli: “L’Inail resta ente che accerta l’esposizione mentre è INPS che riconosce il beneficio contributivo”. Anche per questo, in virtù del tema prevenzione sanitaria pubblica, è pesata come un macigno l’assenza all’Assemblea del Ministero della Salute, che nella precedente legislatura con l’ex Ministro Balduzzi aveva invece assunto la cabina di regia e portato all’approvazione del Piano Nazionale Amianto. Ministero che ha tutt’oggi ha rigettato ogni competenza anche sui dati di mortalità delle vittime civili dell’amianto (così la risposta del responsabile della Trasparenza alla richiesta di accesso di Wired nei giorni scorsi).
“Ma l’amianto è un tema sociale, ci riguarda tutti, ed ogni parte delle Istituzioni deve assumersi le proprie responsabilità: non possiamo accettare che di questo passo ci vogliano 85 anni per smaltirlo e eliminarlo dalle nostre vite- ha sottolineato a Wired la senatrice Fabbri- resta assolutamente indispensabile, per ragioni di trasparenza e efficienza, la realizzazione di una mappatura dei siti contaminati da amianto e da bonificare, superando l’ambiguità attuale di mappature datate o inattendibili perché realizzate non correttamente, a fronte di poche Regioni virtuose”. Ma, come spesso accade nel nostro Paese, le norme esistevano già. E’ la stessa senatrice a ricordare ai rappresentanti delle regioni che l’articolo 10 della legge 257/1992 di fatto, in mancanza di adozione dei Piani Regionali amianto, li mette di fronte al possibile commissariamento. Nonostante ciò diverse regioni non lo hanno ancora adottato (vedi il report di Legambiente, Liberi dall’amianto) e molte non lo hanno ancora rinnovato (come Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna, ad esempio).
Piani che, come abbiamo denunciato nell’inchiesta Il prezzo dell’amianto, avrebbero dovuto costituire la road map per completare una mappatura indispensabile per individuare dove andare a concentrare gli sforzi di bonifica. A 23 anni dalla legge 257/1992 che ne ha bandito l’utilizzo ma non obbligato lo smaltimento, la polvere d’amianto continua ad uccidere almeno 8 italiani al giorno, a contaminare, secondo le stime di Wired, oltre 300 mila edifici, di cui almeno 3000, come abbiamo verificato elaborando i dati del Ministero dell’Ambiente, (forniti ancora incompleti dalle regioni e datati 2013) con il massimo rischio di contaminazione anche per la popolazione italiana più giovane. Oltre 2400 scuole italiane sono ancora contaminate dall’amianto. Tocca ricordarlo al Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che a La Spezia frequentava un istituto costruito completamente d’amianto, nella provincia che tra cantieristica e uso indiscriminato della fibra killer, si riscontra uno dei più alti tassi di mortalità di mesotelioma in Italia. Il tumore maligno che continua a colpire senza pietà a Casale Monferrato, come rammenta alla platea il sindaco Titti Palazzetti “solo nel 2015 abbiamo già avuto 78 decessi per mesotelioma, contro i 54 del 2014 e tre casi di nostri concittadini morti sotto i 40 anni”.
Un dramma trasversale, che non guarda in faccia nessuno e conferma quei “numeri” che finalmente, dopo una lunga elaborazione e promesse di pubblicazione il presidente di INAIL, Massimo De Felice ha finalmente comunicato, confermando tutti i nostri timori: 17.428 le persone decedute tra i lavoratori esposti che hanno una posizione assicurativa con INAIL, con l’esame di oltre 21mila casi di mesotelioma tra il 1993 e il 2014. “La platea degli esposti e dei colpiti dalle malattie asbesto-correlate è in aumento” ribadisce Nicola Pondrano, presidente del Fondo Nazionale Amianto- c’è stata una sottovalutazione del fenomeno e chiederemo al Ministero della Salute di pronunciarsi, così come abbiamo voluto l’estensione del fondo alle vittime civili“.
“Intanto anche l’Unione Europea nel quadro strategico per la sicurezza sul lavoro dal 2007 al 2011 ha indicato una diminuzione degli infortuni del 28% -ricorda a Wired il magistrato di Cassazione, Bruno Giordano- tranne che nel campo dell’amianto dove le morti sono in aumento”. Anche per questo l’UE ha intimato agli Stati Membri interventi mirati alla risoluzione problema. Senza dimenticare il capitolo giustizia e della tutela dalle vittime di Casale a quelle degli oltre 50 processi in corso in Italia. “C’è un’enorme difficoltà a ricorrere alla giustizia civile per evidenti costi di prova e oneri processuali si rivolgono spesso alla semplice costituzione di parte civile nel processo penale per ottenere un risarcimento del danno”, rammenta il magistrato a loro si rivolge la direttiva 29/2012 che sta per essere recepita dal Parlamento a tutela di tutte le vittime di reato, stabilendo delle modalità di giustizia riparativa e di tutela processuale garantendo il patrocinio dello Stato. Speriamo che questo possa essere esteso esplicitamente anche alle vittime dell’amianto e ai loro familiari”.
***