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venerdì 23 dicembre 2016

BIANCO NATALE



In occasione delle imminenti festività natalizie, presentiamo un brano tratto da una lettera di Gustave Flaubert scritta al suo migliore amico Louis Bouilhet proprio durante il periodo di Natale (il 26 dicembre 1853), che ci regala una splendida e poetica immagine di uno spettacolo di artisti itineranti e di un paesaggio dolcemente innevato. 
[Chiara Pasetti]


La tomba di Gustave Flaubert, sotto la neve, al cimitero di Rouen.

Dalla lettera a Louis Bouilhet, Croisset, 26 dicembre 1853 
(per la prima volta in traduzione italiana):
Giornata piena! […] cominciamo dalla cosa più bella, i selvaggi.
Si tratta dei Cafri [una troupe di selvaggi Boscimani] che, sganciando la somma di cinque soldi, ti regalano la loro esibizione in Grande Rue 11. Mi danno l’impressione di morire di fame, e l’alta società di Rouen non si concede granché. Gli spettatori non arrivavano a sette o otto anime, in un misero appartamento pieno di fumo dove ho dovuto attendere per un po’. A un certo punto è apparsa una specie di bestia selvatica, che aveva una pelle di tigre sulla schiena e cacciava delle urla indistinte, e poi altri ancora. Sono saliti sulla pedana e si sono accoccolati come scimmie intorno a un braciere. Orribili, splendidi, coperti di amuleti e di tatuaggi, magri come scheletri, del colore di vecchie pipe ingrommate, la faccia schiacciata, i denti bianchi, gli occhi smisurati e gli sguardi persi di tristezza, di stupore e di abbrutimento, erano in quattro e si affaccendavano attorno ai carboni accesi, come una nidiata di conigli. Il crepuscolo e la neve che imbiancava i tetti di fronte li coprivano di un tono pallido. Mi sembrava di vedere i primi uomini sulla terra.
[…]. Sono rientrato alle 22, coperto dal mio tarbush, sprofondato nella mia pelliccia, fumando, con tutti i finestrini aperti. La piana di Bapeaume sembrava una steppa di Russia. Il fiume completamente nero, neri gli alberi. La luna stendeva sulla neve riverberi di seta. Le case sembravano orsi bianchi che dormono. Che calma! Come se ne infischia di noi, la natura! Mi ha fatto pensare a corse in slitta, a renne ansimanti nella nebbia e a branchi di lupi che, correndo, guaiscono dietro di noi. Le loro pupille brillano a destra e a sinistra come carboni, qua e là, sul ciglio della strada.
E quei poveri Cafri, in questo momento, cosa stanno sognando?...
Gustave Flaubert