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lunedì 7 maggio 2018


Stracci della Commedia dell’Arte
dai cieli d’Italia svolazzano nel mondo.
di Paolo Maria Di Stefano



Il comico italiano è ricomparso. Lo ha fatto da par suo, da professionista che sa, tacendo, creare l’attesa, ed anche sa cogliere l’attimo irripetibile creato dalle circostanze perché la battuta nasca e subito si sparga per il mondo a suscitare il riso degli ascoltatori, oltre ogni possibile ostacolo di spazio, di lingua, di umore.  Così, il comico ha atteso che il momento del Paese apparisse drammatico, senza credibili o praticabili vie d’uscita alla mancanza di un Governo che ne difenda i diritti e gli interessi a livello mondiale ed ha urlato: bisogna uscire dall’euro.
Battuta, questa, solo apparentemente logora: il comico come dall’oblio resuscitato l’ha recitata quasi eco del Verbo. Con l’obbiettivo probabile di distrarre l’inclito e il colto (gli altri no, poiché già distratti) dalla incapacità dei suoi di dare un governo ad un Paese – il nostro- conquistato oramai da due mesi e da due mesi in preda ad una sorta di commedia dell’arte. Quella, per intendersi, che i meno attenti si fingono essere pura improvvisazione tradotta da attori di strada in commediole tutte da ridere. E che oggi si chiama Politica, avendo la Commedia dell’Arte, quella vera che aveva conquistato il mondo, concluso il suo ciclo vitale, portando con sé non solo i brogliacci, ma anche la cultura e la professionalità degli attori.
Gli ultimi eventi italiani, deputati e senatori eletti al solo fine di ricevere le indennità previste senza svolgere alcun lavoro, magari anche assegnandosi tutte le cariche pensabili; improvvisazioni di soluzioni improbabili ai problemi del Paese e comunque impraticabili; auto-candidature alla Presidenza del Consiglio; voci di ombre di antichi quasi politici, fantasmi onnipresenti protesi a difendere ancora i propri interessi; tentativi di inventare programmi di lavoro dimentichi delle promesse elettorali e comunque da queste slegate (…), denunciano assenza totale di professionalità politica e gestionale e ambizioni del tutto personali, capitoli di un brogliaccio dal quale la cultura è assente. Forse anche per questo lo stellone d’Italia salva il nostro Paese da un Governo che, almeno su queste basi, se fosse operativo provocherebbe danni irreversibili.
Seppure questo sia quanto rappresenta realmente gli italiani.
Il comico italiano è ricomparso, e subito il Presidente, comico americano di valore universalmente riconosciuto, candidato al Nobel per le battute fulminanti, ha ripreso la scena. Se al Bataclan fossero stati armati, ha detto, il dramma non si sarebbe verificato. Con ciò ribadendo, forse inconsciamente, un principio generale già espresso da Jerome Klapka Jerome, seppure con riferimento diverso. “I turisti inglesi in giro per l’Europa” ha scritto l’Autore di Tre uomini a zonzo, quasi testualmente “si conciano in modo ridicolo per contribuire alla pace, poiché non è facile fare la guerra contro chi ti fa ridere”. Che riferito alle uscite del Presidente significa: finché di me si ride, il potere rimane mio.
Che non è male. E che nello specifico può significare (anche) che suscitare il riso facilita l’atto di acquisto. Nel qual caso è probabile che quanto detto da Trump risponda alla esigenza specifica di lanciare la nuova pistola (bellissima!) realizzata dall’industria americana e che, al prezzo di appena cinquecento euro, può essere acquistata da chiunque.