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domenica 11 novembre 2018

Taccuino
I LUOGHI DELLA POESIA
di Angelo Gaccione

La copertina del libro


Ci rammarichiamo, e giustamente, ogni qual volta muore una rivista di qualità, un giornale battagliero necessario, o se a chiudere è una libreria che ha fatto epoca, che era stata un punto di riferimento, diretta da un libraio vero e non da un venditore di libri. E così dicasi per un teatro, una galleria d’arte, una Collana editoriale. Naturalmente proviamo immensa gioia quando, altrettanto giustamente, ci giungono buone nuove e tutte positive. Negli ultimi tempi ce ne sono giunte diverse di buone notizie, da un capo all’altro della Penisola. Da Castelfranco Veneto, per esempio, dove la Biblioteca dei Leoni diretta dal poeta e scrittore Paolo Ruffilli, ha arricchito la sua bella Collana di Poesia e ha di recente dato alle stampe una sezione delle poesie francesi di Rilke tratte dai Vergers (Verzieri), che tanto erano state ammirate da Valéry e da Gide. Tradotte e introdotte dall’amica Pierangela Rossi (poetessa a sua volta), il libro porta il titolo Verzieri. Le poesie francesi  (pagg. 96 € 12,00), ed è un’ottima occasione per rileggere testi magnifici come “Primavera” o “La finestra”. Ma anche da Francavilla Marittima in Calabria, dove la casa Editrice Macabor ha dato vita ad una prestigiosa Collana di poesia denominata I fiori di Macabor. Anche questa è diretta da un poeta e scrittore, Bonifacio Vincenzi, ed il piano editoriale prevede ben trenta volumi. Elegante e ben curata, questa Collana, fra i titoli più recenti segnalo Il poeta ha molte vite, del russo Dimitrij Grigor’ev (pagg. 142 € 12,00). Introdotto e tradotto da Paolo Galvagni, il volume riporta il testo russo a fronte. Una menzione va fatta anche per Giorgio Ferrarini autore dell’ideazione grafica dei volumi. L’unica pecca è che entrambe le editrici non cuciono i loro libri in filo refe come avveniva una volta, e si affidano alla più fragile incollatura. Peccato. Sarà certamente per un problema di costi e si può essere indulgenti, ma sono diventati troppi gli editori che non cuciono, come posso vedere dalle varie edizioni che si accumulano sul mio tavolo.

La copertina del libro

Più viva e vitale che mai, la poesia non teme intemperie e resiste a tutte le avversità. Lo testimoniano la quantità delle pubblicazioni, molto autoprodotte e tutt’altro che banali; la frequenza delle presentazioni diffuse in ogni dove; l’apertura di nuovi spazi non necessariamente pubblici, dove gruppi di poeti e di appassionati si incontrano regolarmente per leggere, ascoltare, dibattere. A Milano, tanto per fare qualche esempio, la poetessa Claudia Azzola non solo tiene in vita ormai da 12 anni (2006)la rivista internazionale  “TraduzioneTradizione”, (è appena uscito ed è stato presentato alla Biblioteca Sormani di Milano il 15° numero, perché derogando dall’annualità, vista l’importanza dei materiali, a volte Claudia ha stampato più di un numero nello stesso anno), ma ha aperto le stanze della sua abitazione di via Ciro Menotti ad incontri poetici e letterari sotto la dicitura “In Casa”. 


Il 15° numero di TraduzioneTradizione

Altrettanto fa la poetessa Gabriella Galzio nel suo salotto di Corso San Gottardo, con una formula molto originale tendente a solidificare il gruppo dei poeti, ma anche dando loro il giusto spazio temporale e l’attenzione che meritano, presentando un numero minimo di autori ogni volta. Anche la poetessa Alessandra Paganardi ha aperto la sua casa di via Bessarione, ai poeti e alla poesia. E riesce anche a dare ospitalità al poeta arrivato da fuori Milano, se gli occorre fermarsi per una sera. Un gesto bellissimo, come si vede, e che fa di queste case “aperte” all’amicizia e alla poesia, luoghi preziosi per l’anima e per l’intelligenza. Insomma, come ho avuto modo di dire di recente proprio nel salotto poetico di Gabriella Galzio, emarginare la poesia non è impresa facile, e non vi si riuscirà, malgrado i tanti ostacoli e le difficoltà. Eliminare i poeti, questi strani, inservibili, indispensabili animali, è fatica vana. Non vi sarebbe riuscito neppure Eracle. Già a suo tempo aveva dovuto riconoscerlo Antonio Mignosi che così scriveva: “Vermi e sorci, mosche, pidocchi e poeti, che tutte le armi della terra non riescono a sterminare”. Se ne facciano una ragione, dunque.  

La locandina della presentazione alla Sormani
Gli autori presenti in questo numero