Taccuino
I LUOGHI DELLA
POESIA
di Angelo Gaccione
La copertina del libro |
Ci rammarichiamo, e giustamente, ogni qual volta
muore una rivista di qualità, un giornale battagliero necessario, o se a
chiudere è una libreria che ha fatto epoca, che era stata un punto di
riferimento, diretta da un libraio vero e non da un venditore di libri. E così
dicasi per un teatro, una galleria d’arte, una Collana editoriale. Naturalmente
proviamo immensa gioia quando, altrettanto giustamente, ci giungono buone nuove
e tutte positive. Negli ultimi tempi ce ne sono giunte diverse di buone
notizie, da un capo all’altro della Penisola. Da Castelfranco Veneto, per
esempio, dove la Biblioteca dei Leoni diretta dal poeta e scrittore Paolo
Ruffilli, ha arricchito la sua bella Collana di Poesia e ha di recente dato
alle stampe una sezione delle poesie francesi di Rilke tratte dai Vergers (Verzieri), che tanto erano state ammirate da Valéry e da Gide. Tradotte
e introdotte dall’amica Pierangela Rossi (poetessa a sua volta), il libro porta
il titolo Verzieri. Le poesie francesi (pagg. 96 € 12,00), ed è un’ottima occasione
per rileggere testi magnifici come “Primavera” o “La finestra”. Ma anche da
Francavilla Marittima in Calabria, dove la casa Editrice Macabor ha dato vita
ad una prestigiosa Collana di poesia denominata I fiori di Macabor. Anche
questa è diretta da un poeta e scrittore, Bonifacio Vincenzi, ed il piano
editoriale prevede ben trenta volumi. Elegante e ben curata, questa Collana,
fra i titoli più recenti segnalo Il poeta
ha molte vite, del russo Dimitrij Grigor’ev (pagg. 142 € 12,00). Introdotto
e tradotto da Paolo Galvagni, il volume riporta il testo russo a fronte. Una
menzione va fatta anche per Giorgio Ferrarini autore dell’ideazione grafica dei
volumi. L’unica pecca è che entrambe le editrici non cuciono i loro libri in
filo refe come avveniva una volta, e si affidano alla più fragile incollatura.
Peccato. Sarà certamente per un problema di costi e si può essere indulgenti,
ma sono diventati troppi gli editori che non cuciono, come posso vedere dalle
varie edizioni che si accumulano sul mio tavolo.
La copertina del libro |
Più viva e vitale che mai, la poesia non teme intemperie e
resiste a tutte le avversità. Lo testimoniano la quantità delle pubblicazioni,
molto autoprodotte e tutt’altro che banali; la frequenza delle presentazioni
diffuse in ogni dove; l’apertura di nuovi spazi non necessariamente pubblici,
dove gruppi di poeti e di appassionati si incontrano regolarmente per leggere,
ascoltare, dibattere. A Milano, tanto per fare qualche esempio, la poetessa
Claudia Azzola non solo tiene in vita ormai da 12 anni (2006)la rivista
internazionale “TraduzioneTradizione”, (è
appena uscito ed è stato presentato alla Biblioteca Sormani di Milano il 15°
numero, perché derogando dall’annualità, vista l’importanza dei materiali, a
volte Claudia ha stampato più di un numero nello stesso anno), ma ha aperto le
stanze della sua abitazione di via Ciro Menotti ad incontri poetici e letterari
sotto la dicitura “In Casa”.
Il 15° numero di TraduzioneTradizione |
Altrettanto fa la poetessa Gabriella Galzio nel
suo salotto di Corso San Gottardo, con una formula molto originale tendente a
solidificare il gruppo dei poeti, ma anche dando loro il giusto spazio
temporale e l’attenzione che meritano, presentando un numero minimo di autori
ogni volta. Anche la poetessa Alessandra Paganardi ha aperto la sua casa di via
Bessarione, ai poeti e alla poesia. E riesce anche a dare ospitalità al poeta
arrivato da fuori Milano, se gli occorre fermarsi per una sera. Un gesto
bellissimo, come si vede, e che fa di queste case “aperte” all’amicizia e alla
poesia, luoghi preziosi per l’anima e per l’intelligenza. Insomma, come ho avuto
modo di dire di recente proprio nel salotto poetico di Gabriella Galzio,
emarginare la poesia non è impresa facile, e non vi si riuscirà, malgrado i
tanti ostacoli e le difficoltà. Eliminare i poeti, questi strani, inservibili,
indispensabili animali, è fatica vana. Non vi sarebbe riuscito neppure Eracle.
Già a suo tempo aveva dovuto riconoscerlo Antonio Mignosi che così scriveva: “Vermi e sorci, mosche, pidocchi e poeti, che
tutte le armi della terra non riescono a sterminare”. Se ne facciano una
ragione, dunque.
La locandina della presentazione alla Sormani |
Gli autori presenti in questo numero |