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sabato 9 marzo 2019

AMERICA
di Ilaria, Vito, Adamo

CHEERLEADER?


Ho ufficialmente passato il mio try out (provino) per le cheerleader! Ancora non ci credo. Era nella lista dei sogni da esaudire e tra poco sarò a bordo campo a fare coreografie e urlare per sostenere la mia squadra di Aquile!
Entro con le ragazze nella palestra vuota, le nostre risa riempiono tutto lo spazio, lasciando echi di parole e di acute risate. Siamo in tre a fare il provino. L'agitazione inizia a farsi sentire, non sono certa di ricordarmi tutti i passi. Mi siedo e mi copro gli occhi con le mani cercando di calmarmi. Brenda si avvicina e senza dire nulla mi abbraccia. Alzo lo sguardo e le sorrido, sa che non amo gli abbracci, ma sta volta ci voleva proprio.
La coach dice che fra cinque minuti inizia il sorteggio e torna con una commissione formata da una donna e due uomini. Hanno un registro in mano e la coach ha tre bigliettini in un barattolo in vetro. Iben pesca per prima, ma non apre. Questa cosa mi mette ansia. Io pesco per seconda e Kharla raccoglie l'ultimo bigliettino. Contiamo fino a tre e poi li apriamo. Leggo un 3! Mi giro verso Brenda facendo segno tre e vedo che c'è qualcuno all'entrata della palestra ma non riesco a riconoscere la figura. Ci do poco peso, sono troppo euforica. Mi siedo in prima linea e osservo i balletti cercando di ripassare.  
Arriva il mio turno, mi metto al centro della palestra cercando di rilassare le spalle. Inizia la musica... 5,6,7,8… inizio a ballare, non penso ai passi. Mi muovo e mi sento libera, la mia testa è completamente vuota. Sono leggera, come se stessi fluttuando. Ballo da tre minuti e il fiato non mi manca, l'adrenalina non smette di alimentare il mio corpo e di farmi sentire come se avessi appena iniziato il balletto. Mi fermo esattamente nello stesso momento in cui la musica finisce. Sono abbastanza soddisfatta, cerco un segno positivo dalla commissione: stanno scrivendo con la testa china sul foglio. Guardo per terra e lentamente mi avvio verso gli spalti, un po' insicura. Mi siedo e mi asciugo il sudore. Brenda si avvicina e mi abbraccia. Continua a dirmi che non devo preoccuparmi, che sono stata perfetta e che si vedeva che ci tengo moltissimo al posto nella squadra.
Sento qualcuno che mi tocca i fianchi. Faccio un salto e emetto un grido: "Brenda!" Mi giro e rimango di sasso. Non è Brenda e non ci assomiglia minimamente. Abbasso lo sguardo e divento rossa. Mi maledico, è la seconda volta in una giornata. Sorrido e gli porgo la mano come risposta. Ma sei scema, neanche gli rispondi. Ho il cervello completamente in tilt.. Capisce che sono a disagio, così mi stringe la mano, aggiungendo "I'm Brandon". Si, lo so chi sei, ti sei presentato questa mattina alla prima ora. Che imbarazzo! "Perché sei qui?", "Qualcuno mi ha detto che oggi avevi il provino, e ho pensato che fosse bello venire a vederti". Okay, arrivato il momento, tiratemi un pizzicotto e finiamola qui.
Mi salva la coach che richiama all'ordine per dare i risultati finali: siamo ammesse tutte e tre. Gli allenamenti iniziano domani.
Saltiamo per la gioia. Sono tranquilla e felicissima, ora; mi stacco dal gruppo per andarmi a scusare con il boy. Mi abbraccia prima di andare via. Rimango di stucco, sono un pezzo di legno in mezzo a due braccia da giocatore di football. Porca miseria che disagio! Odio questi contatti fisici inaspettati, anche se in fondo non posso dire che l'abbia schifato.
Torno dal mio gruppo e usciamo insieme dalla palestra, mi sento spensierata e piena di gioia. Scrivo a mom che non ho bisogno di un passaggio, perché vado a mangiare qualcosa fuori. Le ragazze piano piano vanno via e alla fine rimaniamo soltanto io e Brenda. Parliamo di tutto, anche di ciò che è appena accaduto. Mi indica la macchina e mi dice che devo avere le antenne alzate. La stritolo in un abbraccio, sguardo complice e poi il nostro saluto.
Busso al finestrino ed entro in macchina, "Hey, ballerina, come stai?" mi mette subito a mio agio, e fortunatamente stavolta rimango del mio colore naturale. Parliamo per tre ore e alla fine mi riporta a casa. É stata una delle giornate più belle della mia vita, e più ricche di emozioni.
Ilaria

***
Cara Ilaria,

Disegno di Adamo Calabrese


i tuoi scritti sono come un gatto che salta sui tetti: bene, benissimo! Se il gatto fossi io mi piacerebbe partecipare alle tue feste stando nascosto sotto un tavolo, beandomi di ciò che si vede dal basso. Oppure potrei avere la funzione di vice maggiordomo restando accanto alla porta per annunciare gli ospiti. In tal caso sarei vestito come si deve: paletot col collo di volpe e bottoni di ottone con lo stemma degli Asburgo. Gli stivali? Con speroni alla “Barone di Munchausen” In tasca avrei un pizzico di polvere da sparo, rimasuglio dell’assedio di Sebastopoli da parte dei turchi. Sottobraccio il libro a me più caro da quando salivo sugli alberi di Cascina Gatti per leggere in pace il Don Chisciotte. Oltre ad annunciare gli ospiti potrei leggere ad alta voce qualche pagina del Cervantes modificando la trama per disorientare gli ascoltatori. Per esempio cambiando il nome dell’amata del nostro eroe, non più Dulcinea ma Marameo. In ogni modo al primo attacco dell’ orchestra  potrei sparire per lasciare campo  ai salti dei ballerini. Come rifugio non mi dispiacerebbe un cuoci-vivande. Là potrei rivestirmi da cuoco e riapparire con una Saint Honoré a tredici piani da suscitare lo sbalordimento dei festanti che si inchinerebbero fino a terra. Chi non potesse raddrizzarsi per intervenuta lombaggine sarebbe abbandonato là fino alla prossima primavera.

Pro Memoria
Asburgo: Principale casa regnante europea. L’ultimo monarca è morto guardando la luna sopra Vienna: Troppo bella!
Cervantes: il più grande romanziere letto anche dagli antropofagi della Patagonia (1547 1616)
Munchausen: Personaggio fantastico dello scrittore tedesco Erich Raspe (1737 - 1794)
Sebastopoli: Città di mite clima: famose le sue pere
Cascina gatti: borgo abitato da un prete matto che si faceva il segno della Croce all’incontrario.

Poesia: Giacomo Leopardi (Recanati, 1819)
L’infinito
Sempre caro mi fu quest’ermo colle
Eccetera, eccetera…
Adamo