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giovedì 25 luglio 2019

ALBERT CAMUS:
La torsione della Storia nel cielo di Hiroshima
di Filippo Ravizza

Albert Camus

1951 (1951!!!) Albert Camus scrive profeticamente, con una lucidità addirittura spaventosa, perturbante. Egli scrive dei possibili sviluppi della Storia del futuro (visti dal 1951!) a partire proprio dall'invenzione della bomba atomica. Egli percepisce che la possibilità tecnica dell'annientamento dell'intera umanità non può non modificare profondamente, non porre in torsione la dialettica storica nel confronto epocale tra capitalismo e socialismo reale. Ora se voi sostituite alla espressione scritta da Camus "e fino a decomposizione spontanea del capitalismo" l'espressione "e fino a decomposizione spontanea del socialismo reale", voi avrete, leggendo il virgolettato di Camus, la perfetta descrizione di quanto è effettivamente e realmente accaduto nel 1989. Accecante capacità premonitrice di Camus! [Filippo Ravizza]

Hiroshima

"La guerra, fredda e tepida, è servitù dell'impero mondiale.Ma divenuta imperiale, la rivoluzione si trova senza vie d'uscita. Se non rinuncia ai suoi principi falsi (principi di cristallizzazione della rivolta e congelamento dello status quo con rinvio all'infinito di ogni prospettiva rivoluzionaria; nota di Filippo Ravizza) per tornare alle fonti della rivolta, essa significa soltanto il mantenimento, per parecchie generazioni, e fino a decomposizione spontanea del capitalismo, di una dittatura totale su centinaia di milioni di uomini; oppure ove voglia precipitare l'avvento della città umana, la guerra atomica che essa rifiuta, e dopo la quale qualsiasi città, del resto, splenderebbe soltanto su rovine definitive. La rivoluzione mondiale, per legge di quella stessa Storia che essa ha incautamente deificata, è condannata alla polizia o alla bomba" -
[Albert Camus - L'uomo in rivolta 1951]   

Filippo Ravizza

"L'umanità dopo Hiroshima e Nagasaki per la prima volta si è specchiata nella raggiunta capacità tecnica di autoannientamento, autodistruzione e estinzione. Qui la tecnica imprime una torsione, una distorsione allo sviluppo della Storia che è in atto ancora oggi e da cui non sappiamo se e come e quando usciremo. Questo stallo è ciò che nel mondo occidentale è stato percepito come "fine della Storia"... ma la Storia si muove, si muove anche nell'epoca del dominio della tecnica e dell'ideologia pervasiva e totalizzante che oggi governa proclamando che è finita l'epoca delle ideologie. Questo cambiamento, questa torsione deve però essere ancora pensata dalla filosofia, deve ancora essere affrontata, siamo ancora nel pieno del livido giorno della era nucleare, l'era che ha deposto nelle mani della tecnica la capacità di eradicazione dell'intera umanità. Pensare la cesura e lo iato, lo slittamento del senso stesso del procedere del tempo e del rapporto tra idea e realtà provocati irreversibilmente dalla nuova condizione dell'essere - nel - mondo, è urgenza preliminare a qualsiasi tentativo di sistematizzazione futura del futuro". [Filippo Ravizza]