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venerdì 9 agosto 2019

IL NUOVO LIBRO DI ROSSANI
di Angelo Gaccione

Ottavio Rossani (il primo a destra nella foto)
in Largo Corsia dei Servi a Milano
in occasione del giardino dedicato al frate e poeta
David Maria Turoldo il 25 luglio scorso.

Soverato è il titolo della più recente pubblicazione di Ottavio Rossani. Una piccola auto-antologia che pesca tra le raccolte Le deformazioni (1976), Falsi confini (1989), Teatrino delle comparse (1992), L’ignota battaglia (2005), Riti di seduzione (2013), Linee prospettiche e Visioni soveratane. Il sottotitolo in copertina ci segnala che si tratta di testi inediti scritti in tempi diversi e coprono un arco temporale che va dal 1976 al 2018. Elegante e ben curato, il volumetto pubblicato da I Quaderni di Bardo nella Collana “Fuochi” (ideata dallo stesso Rossani, come ho avuto modo da appurare da lui direttamente), ha un pregio in più, è cucito in filorefe, pratica che gli editori stanno dimenticando. Come il titolo scopertamente suggerisce, il libro è un omaggio ad un luogo e ad una terra molto cara al poeta calabrese, e dentro cui ha forgiato la sua visionarietà ed il suo immaginario. Ed è molto probabile che Rossani l’abbia voluto dare alle stampe a ridosso delle celebrazioni in suo onore nella bella cittadina da cui ha ricevuto proprio di recente, come abbiamo documentato su queste pagine, la cittadinanza onoraria. Dunque un amore profondamente ricambiato da parte della città a questo figlio illustre che pur avendo attraversato continenti per il suo mestiere di giornalista di frontiera, non ha mai trascurato di tornarvi, di intessere rapporti, di farsi accogliere, di restituirle la sua parola di poeta calda e vibrante. Maliosa la definisce nel lungo testo del 2010 “Le nuove rotte”:

(…) Sarò sempre cantore di generose gesta da qui,
la maliosa Soverato dorata di sole, levigata
dal maestrale o madida di scirocco.”

e in un azzardo quasi profetico arriva a cantare che

Il Sud del mondo un giorno conquisterà
                                               l’altro emisfero  

e il Sud mediterraneo sarà il più pingue e giusto.

E Soverato è Sud, Sud del mondo, e dunque non potrà non avere questo risarcimento, questo riscatto. Soverato è Sud del mondo ma anche “centro del mondo” per il poeta, come ci dicono i versi finali del testo che chiude la raccolta “Le luci del Golfo rischiarano”, e perciò parte integrante di quella sacralità che il poeta individua in quella “pace tra gli umani”, in quel “valore delle origini” che debbono preservarci dal cinismo, dalle guerre, dalle ingiustizie. Con questa profezia e questa speranza ci si può forse riconciliare con gli umani e con gli antenati, perché la bellezza che ha nutrito la visione del poeta non potrà essere scalfita. La “Soverato prediletta”, la sua malinconica e dolce aria settembrina, avrà un potere benefico sui “ridenti ricordi” e le “irrefutabili cicatrici” del poeta. In fondo è stato qui che è nato il sentimento più vero e profondo, ed è qui, che seppur temperato dal tempo, un attutito dolore si rinnova.

La copertina del libro


Ottavio Rossani
Soverato
I Quaderni del Bardo, 2019
Pagg. 80 € 12,00