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mercoledì 18 settembre 2019

APPUNTI DI LETTURA
di Luigi Bianco

La copertina del libro

Caro Angelo,
che virtuoso e salutare supplizio leggere L’incendio di Roccabruna. Ho citato il titolo di un tuo racconto (Il supplizio) perché lì si trova il centro del tuo interesse e della tua virtù. Da sempre tu sei un acuto narratore di racconti civili-teatrali. Non so come hai le chiavi per trovare frasi lapidarie che svegliano i sensi nel rincorrere un linguaggio severo anche nella punteggiatura. E come un cane da tartufo raggiungi sempre lo scopo. Era un piacere leggerti nel temerario e riuscito tentativo di inserire nell’aria dei tempi il tuo bisogno di verità senza rinunciare alla tua implacabile ricerca linguistica. Con L’incendio di Roccabruna scendi nel medioevo della tua terra: tra disastri, nefandezze, stragi collettive, uccisioni di uomini e cani, atroci ribellioni di animali, animali che stuprano e mangiano uomini, uomini (sia i potenti, sia i sottomessi) che pensano solo a distruggere e a vendicarsi. Sappiamo quanto la Calabria abbia sofferto in quel periodo storico (per non dire sempre). Non so - tuttavia - se il tuo vero intento sia quello di far luce su quel tempo. I racconti sono datati Milano 1984 (età e metropoli in cui le nefandezze non mancavano). A te interessa capire il male universale. Il male estremo di oggi. La paura. La paura di comportamenti umani che nella deriva in cattiveria, di umano non ha più nulla. Bestie. Solo bestie. Dal vivo e sui Social. Un supplizio. Come nel tuo racconto dimostri. Il racconto che per me apre tutte le varianti del tuo pregevole lavoro. Inventi anche una lingua (italiano-latino-volgari). Un dono di pregio al tuo lavoro di scrittore. Una lingua comprensibile e attendibile che allarga la credibilità del racconto. Tu stesso, Consolo (in prefazione) e Bonura (in postfazione) avvertite i lettori di non dimenticare l’inverosimile o la favola per allontanare la brutalità del possibile reale. Un reale brillantemente imbastito dalla tua follia. Io credo alla tua piena verità “realistica”. Tu vuoi colpire il tuo e i nostri cuori sensibili per trovare una via d’uscita dall’aria mefitica dell’oggi. Sai bene che la paura e la cattiveria portano solo alla distruzione totale. Chi vuol capire, capisce: le tue mostruosità sono istruttive, fanno pensare, non sono piacevoli schifezze per risate in libertà sguaiata. Grazie, Angelo, per il supplizio necessario in emersione dal tuo sentire impagabile e dalle tue capacità linguistiche (anche quelle che provengono da fonti “inverosimili”). Il libro si chiude con la divertente illuminante citazione di un tipografo veneziano del 1563. Una citazione in lingua originale. Anche questa inverosimile? Se è un falso, tu sei un mostro di bravura. Ma, ripeto, nulla è falso in questo lavoro. Non so perché mi ricorda i versi di Ungaretti: “Si sta/ come d’autunno/ sugli alberi/ le foglie”. Tutti in bilico davanti alla forza della tua azione e dei tuoi esistenziali esiziali problemi. Grazie.

Angelo Gaccione
L'incendio di Roccabruna
Di Felice Editore 2019
Pagg. 120 € 12,00