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giovedì 21 novembre 2019

Libri
“IL BREVIARIO” DI GABRIELLA GALZIO
di Claudia Azzola

Gabriella Galzio

Il termine breviario annuncia e predispone alla quieta preghiera” di un verso contenuto nella raccolta di Gabriella Galzio, anche se il termine “raccolta” non è perfettamente congruo a un libro fluente, non interrotto da note alte, sobbalzi di stati d’animo - lo stato d’animo non appartiene alla  cultura dell’ “atto contemplante”,  del “cuore nel profondo delle foglie”, quando la voce si tiene pacata, sottaciuta - (che non vuol dire acquiescente) ; vi si respira desiderio intenso di limpidezza, vi prevale la riflessione di chi sta nella realtà trascendendola e cogliendone la natura. Natura ancestrale e anche spinoziana, natura di noi nel tempo ciclico primordiale, nell’operare in “quell’ora incerta”, trovandovi pacificazione, come quando è lecito “dimorare nella pelle ambrata” (!); come nel grido di “indisturbata Afrodite dei giardini”. Si veda tutta la sezione “Afrodite dei giardini”, dentro la quale si svolgono riti segreti, inesprimibili, dentro la quale fiotta come lava la vita immaginale.                   
La donna ha la mano della cura, se ha pienezza di sé. Cura dell’altro è nella biografia di Gabriella, che si è ritirata per un tempo dal tumulto ordinario, in dedicazione alla cara persona che nella malattia tacitamente la richiedeva. Si schiudono versi come questi: “non ho tradito la tua mano e mia / quell’ora che ho vegliato la tua veglia”. Ma lucido, desto era “vivo ed altissimo / spirito libero”. Ritiro che corrispondeva all’allontanamento soprattutto psicologico dalla città, che non la conquista più, per sua dichiarazione, con i rumori, e i “rumours”, nella maliziosa accezione sassone; il giardino, il paradiso, hortus antico, incompiuto, come la poesia, offre frescura contro aridità,  metamorfosi contro il piatto oblio culturale, spregio della tradizione, l’estraniarsi dalla “casa” (“la casa è una poetica”),  nel  dramma che si percepisce  incombente, ma dal quale non ci si lascia ottenebrare. Avrebbero detto, di tale atteggiamento filosofico, i neoplatonici fiorentini, il Ficino, il Pico della Mirandola, “maritare il mondo”. A saper calarsi nella poesia di Galzio, a provarci, a ‘capire’ le parole perché raramente, come in questo caso, le parole sono quelle più vicine all’essere.  
  
Gabriella Galzio
Mi lascio affascinare dai participî presenti che infiammano il testo… nascente, suadente, ardente, fiammante, incandescente, scattante, vibrante… fiammate di colore e ardore. Fascinoso l’insinuarsi dello spagnolo dalle ‘esse’ forti, come in ‘rapinosa’, e incantevole il verbo “innamora” usato in senso transitivo. Il libro poetico Breviario delle stagioni, come in Esiodo delle cinque età del mondo, è tutto nell’autenticità antica del nostro agire e riflettere; nel pensiero buono e nel lavoro buono è catartico.

 
La copertina del libro
 
Gabriella Galzio
Breviario delle stagioni  
Agorà & CO., marzo 2018.
Pagg. 132  € 15,00