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domenica 29 marzo 2020

A PIÙ VOCI

 Elaborazione grafica
di Giuseppe Denti

Proseguono su Odissea gli interventi sulla interrogazione 
“Cosa ci ha insegnato la tragica esperienza del coronavirus?”. Risponde: Adam Vaccaro
   
Il miglior regalo che potrebbe farci questo terribile coronavirus sarebbe quello di far saltare in aria la costruzione neoliberista dell’EU, che infiniti lutti addusse e dolori, e ancor più addurrebbe, ai popoli europei. Questo virus sta evidenziando oltre ogni dubbio le ingiustizie, le barbarie e le contraddizioni insanabili che permangono tra i vari interessi nazionali, risolti sempre a danno dei più poveri e a favore di una élite ristretta.  
Anche a tanti fiduciosi iniziali sostenitori, appare evidente l’impossibilità di procedere con questa dittatura finanziaria (propagandata come massima libertà), sostenuta da un mainstream mediatico gigantesco e asservito alla ideologia dominante del pensiero unico. La forma di globalizzazione economica, messa in atto e che ne deriva, non tollera limitazioni democratiche e nazionali di ogni genere. Ogni relazione che sia conformata al dio profitto, interessato a ridurci solo a merce e a consumatori, senza differenze identitarie. È un contesto che moltiplica la difficoltà, ma esalta insieme la necessità, di un pensiero critico che sappia recuperare un disegno umano, degno della nostra migliore civiltà culturale, magistralmente sintetizzata nella nostra Costituzione.
Questo 2020 ci pone dunque davanti a due virus - corona e neoliberismo - e non so proprio quale dei due ci farà pagare il prezzo più alto! Dobbiamo dunque cercare di mettere in atto, singolarmente e collettivamente, sufficienti energie di autodifesa sociale che riescano a impedire ai poteri nazionali e internazionali del neoliberismo di utilizzare senza freni questa terribile occasione, per imporre arretramenti sociali ben più feroci di quelli che abbiamo finora visto. E, al tempo stesso, non va ovviamente tralasciata la necessità di elaborare tutti i mezzi possibili che ci consentano di resistere psichicamente e fisicamente, se l’attuale condizione di carcerazione domiciliare dovesse continuare - come penso - diversi mesi.
[28 marzo 2020]