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lunedì 16 marzo 2020

Libri
IL VERO NUOVO MONDO
di Angelo Gaccione



C’è un filone che la letteratura cataloga come utopistica o visionaria tutt’altro che disprezzabile. L’utopia è un’aspirazione necessaria, una tensione verso un mondo migliore, un vivere più umano. L’utopia è ineliminabile dal pensiero come dalla letteratura: bastano le fiabe a confermarcelo. Naturalmente non tutti i risultati sulla pagina reggono la sfida o brillano per originalità. Al genere utopistico possiamo accomunare anche questo ponderoso romanzo di Terenzio Mazza Il vero mondo nuovo (Etabeta ed. pagg. 424 € 18,50). È un romanzo che ha più il carattere del saggio, come l’autore stesso chiarisce nella presentazione al lettore, in cui, mostrando la nascita, i gruppi umani, le stratificazioni sociali, le differenze fisiche, i costumi, la lingua di Vuda (questo è il nuovo Paese collocato su un’isola appartata e sconosciuta) si offre come una vera e propria metafora contemporanea.
Come tutti gli altrove (i luoghi fuori dalla storia e che si ribellano ad essa) anche Vuda nasce da una ribellione e da un ideale. Ribellione verso una civiltà (si fa per dire) che ha basato la sua esistenza sulla violenza, la sopraffazione e la barbarie della guerra; anelito verso un “vero mondo nuovo” fondato sulla pace, la dignità morale, e dove i suoi abitanti non sono più divisi secondo le vecchie categorie di uomini e donne, di maschi e femmine, ma secondo princìpi e regole. Un cambio radicale anche linguistico che prefigura una trasformazione di ogni aspetto del vivere in comunità. Naturalmente perché Vuda possa vivere in pace ed armonia e preservare la propria gelosa indipendenza, deve rendersi autosufficiente e soprattutto muoversi con cautela, perché le mire di conquista delle potenze sterne sono sempre in agguato, come hanno dimostrato le guerre del “vecchio mondo”: Soprattutto l’ultima con i suoi milioni di morti, le rovine, le persecuzioni razziali.
Raccontarvi quattrocento e più pagine non è impresa agevole; quel che più conta, e che a me interessa, è la consapevolezza che una pace stabile può essere mantenuta a condizione che una comunità rinunci alla follia degli armamenti, e si impegni a mantenere equità sociale ed equilibrio morale. Le uniche differenze devono riguardare i gusti e le capacità intellettuali, ma senza disuguaglianza di sorta. Il tentativo di Mazza è ardito ed egli si impegna in questo compito con forte determinazione, come dimostra nei vari capitoli.
Un altro elemento indispensabile in questo genere di narrativa, è il coinvolgimento attivo del lettore. Egli deve diventare parte attiva del progetto e complice della costruzione, perché tutto funzioni. Se si pone in una posizione critica o mette in discussione le aporie e i punti deboli che reggono l’edificazione di quanto si sta costruendo, si mina il progetto e anche la narrazione perde il suo fascino. Lo scrittore di romanzi come questi abbisogna di un lettore complice e disposto a sostenerlo nel suo sforzo utopico. Ne deve condividere l’avventura e il sogno; esserne convinto ed entusiasta adepto.