INTERROGATIVI In
quale mondo stiamo per entrare? (Johan
Galtung)
“Da un mondo di stati-nazione verso un mondo di
regioni-civiltà, forse un decimo, su per giù”. Questo è il giudizio di Galtung
desunto da un articolo riportato dal Centro Studi Sereno Regis. Cambiamento, la
cui forza propulsiva, deriverebbe dalla tecnologia non dai mezzi di produzione,
ma dai trasporti e comunicazione. “Dal cavallo e ai velieri, ai voli aerei e ai
missili, dai segnali di fumo, alla velocità della luce”. Personalmente
mi sto chiedendo se è sufficiente, per la realtà che stiamo vivendo, per il
Clima, che riguarda tutti i Paesi, per un virus che ha colpito e sta colpendo
la stragrande maggioranza di questi e per la Pace, intesa almeno come assenza
di guerra, per lo meno quella nucleare. Vale a dire se è proprio impossibile
sentirsi figli della Terra e della Natura, quindi eguali “essere umani” e solo dopo
“figli” dello Stato o della Regione-Civiltà, senza nessuna abiura, perché
questa è stata la nostra Storia fino ad oggi, bella o brutta che sia stata, e
dobbiamo sentirla propria? Ma un conflitto che potrebbe presentarsi in questi
tempi, perfino per errore? Non ci sono missili nucleari già armati in
sottomarini? e in qualche parte del globo non potrebbe esserci qualche errore
di comunicazione o assenza di questa per qualsiasi ragione, - cose già avvenute nella realtà - a farla
scoppiare in una situazione di tensione fra le parti interessate? E noi
cittadini dello Stato o della Regione- Civiltà, magari non interessati al
conflitto, sappiamo che saremmo coinvolti comunque? La accettiamo come “normalità”?
Vogliamo andare fino in fondo e domandarci se lo Stato siamo noi o altri? Chi gli
ha dato la propria violenza, nel tempo, perché potesse essere impiegata
direttamente, o alienata per costruire nuove armi, fino ad arrivare all’oggi? E
la nostra vita non è “oggi”?Ecco la
ragione per cui dovremmo assumerci la responsabilità di essere Uomo o Donna-Stato
nel modo più autentico guidando la nostra vita insieme agli altri per scelte
che vogliano dire Vita, socialità, lavoro senza sfruttamento, rispetto dell’ambiente
in tutti i sensi, istruzione, prevenzione e salute per tutti. Cambiamento
epocale ad una situazione altrettanto epocale. [Giuseppe
Bruzzone]