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domenica 13 settembre 2020

SPIGOLATURA
GIBELLINI, IL RACCONTO E IL ROMANZO
di Federico Migliorati

Castello di Bornato.
Gibellini in piedi mentre interviene

Orientati a dar vita, a comporre il Grande Romanzo Contemporaneo gli scrittori d’oggi che vanno per la maggiore hanno ‘dimenticato’ il ruolo e l’importanza del genere racconto che pure in Italia ha conosciuto felici stagioni e che, accanto alla poesia, rappresenta un indiscutibile e pregiato elemento di riconoscibilità della nostra letteratura. Si è accennato alla questione a margine del recente Premio Nazionale Letterario e di Cultura Franciacorta (e quale miglior momento per parlarne?) tenutosi al Castello di Bornato nei giorni scorsi. Tra le illustri autorità del settore presenti Pietro Gibellini, docente universitario, saggista e critico letterario, componente da tempo del Premio Strega, che ha aperto un interessante dibattito sulla funzione del racconto appunto, ormai quasi scomparso dagli scaffali delle librerie. Sarebbe opportuno, infatti, ricordare che se vi è un genere che più tardivamente si è imposto in Italia rispetto ad altri Paesi proprio perché non autoctono questo è stato proprio il romanzo. Eppure Bassani e Cassola, per non dire soprattutto di Buzzati solo per accennare a qualche nome recente, hanno saputo anche disegnare trame efficaci con chiarezza espositiva e rigore lessicale senza necessariamente ricorrere costantemente alla forma romanzo. Utile, per chi volesse approfondire il ruolo del romanzo contemporaneo, la lettura delle belle e intense pagine del critico Matteo Marchesini contenute nel volume Casa di carte edito lo scorso anno dal Saggiatore. Noi la pensiamo con Angelo Gaccione e, va da sé, con lo stesso Gibellini nella risposta implicita che si è dato, circa il futuro del genere racconto: non morirà l’esigenza di precisione e concisione, sue caratteristiche imprescindibili, e questo al di là delle mode culturali, degli stili e dei movimenti in voga e fors’anche della rincorsa alla popolarità, una rincorsa che i grandi potentati editoriali sollecitano e alimentano purché diretta esclusivamente a disegnare la Grande Narrazione e con esiti non proprio particolarmente gloriosi. Il caso di Gaccione, protagonista sempre più spesso ai premi letterari con i racconti L’incendio di Roccabruna, vincitore del “Franciacorta” ne è un esempio lampante), dà speranze che non sia definitivamente fissata una volta per sempre la scala gerarchica dei generi.