GIBELLINI, IL RACCONTO E IL ROMANZO
di
Federico Migliorati
Castello di Bornato. Gibellini in piedi mentre interviene |
Orientati a dar vita, a comporre
il Grande Romanzo Contemporaneo gli scrittori d’oggi che vanno per la maggiore
hanno ‘dimenticato’ il ruolo e l’importanza del genere racconto che pure in
Italia ha conosciuto felici stagioni e che, accanto alla poesia, rappresenta un
indiscutibile e pregiato elemento di riconoscibilità della nostra letteratura.
Si è accennato alla questione a margine del recente Premio Nazionale Letterario
e di Cultura Franciacorta (e quale miglior momento per parlarne?) tenutosi al
Castello di Bornato nei giorni scorsi. Tra le illustri autorità del settore
presenti Pietro Gibellini, docente universitario, saggista e critico
letterario, componente da tempo del Premio Strega, che ha aperto un
interessante dibattito sulla funzione del racconto appunto, ormai quasi
scomparso dagli scaffali delle librerie. Sarebbe opportuno, infatti, ricordare
che se vi è un genere che più tardivamente si è imposto in Italia rispetto ad
altri Paesi proprio perché non autoctono questo è stato proprio il romanzo.
Eppure Bassani e Cassola, per non dire soprattutto di Buzzati solo per
accennare a qualche nome recente, hanno saputo anche disegnare trame efficaci
con chiarezza espositiva e rigore lessicale senza necessariamente ricorrere
costantemente alla forma romanzo. Utile, per chi volesse approfondire il ruolo
del romanzo contemporaneo, la lettura delle belle e intense pagine del critico
Matteo Marchesini contenute nel volume Casa di carte edito lo scorso
anno dal Saggiatore. Noi la pensiamo con Angelo Gaccione e, va da sé, con lo
stesso Gibellini nella risposta implicita che si è dato, circa il futuro del
genere racconto: non morirà l’esigenza di precisione e concisione, sue
caratteristiche imprescindibili, e questo al di là delle mode culturali, degli
stili e dei movimenti in voga e fors’anche della rincorsa alla popolarità, una
rincorsa che i grandi potentati editoriali sollecitano e alimentano purché
diretta esclusivamente a disegnare la Grande Narrazione e con esiti non proprio
particolarmente gloriosi. Il caso di Gaccione, protagonista sempre più spesso
ai premi letterari con i racconti L’incendio di Roccabruna, vincitore
del “Franciacorta” ne è un esempio lampante), dà speranze che non sia
definitivamente fissata una volta per sempre la scala gerarchica dei generi.