Si
è aperta al Museo Bagatti Valsecchi una piccola stagione di concerti dedicati
alla musica antica organizzata in collaborazione con l’Associazione culturale
“Omaggio al clavicembalo”. Iniziativa lodevole dati i -mala tempora- che ha
visto una buona risposta di pubblico con tutti i posti disponibili in sala
occupati, con osservanza stretta delle norme anticovid e mascherina
obbligatoria anche per i musicisti. Domenica 11 ottobre alle
16, primo concerto del cembalista Ruggero Laganà dal titolo: “Grandi
compositori francesi del ’700” con
musiche di J. Ph. Rameau, di A. Forqueray e di F. Couperin. Uno
sguardo mirato sulla musica “a corte”, ambiente protetto in cui ha potuto
svilupparsi un genere musicale assolutamente peculiare che è stato quello del
“portrait”, ritratto in musica con titoli spesso fantasiosi che evocano non
solo personaggi ma anche animali oppure stati d’animo, aspetti del carattere,
sentimenti, idee, oggetti e luoghi. Musica
di grande raffinatezza che sa esaltare il timbro e la sonorità di uno
strumento, il clavicembalo, al vertice della sua evoluzione costruttiva. Estrema
espressività unita spesso a grande sonorità e innovazione di scrittura musicale. Qualità
tutte messe in risalto dal cembalista e compositore Ruggero Laganà, insegnante di strumenti antichi del
Conservatorio G. Verdi di Milano.
Domenica 18 ottobre il
secondo appuntamento dal titolo “…anche la musica racconta…” con musiche di G. Frescobaldi,
D. Castello, G. B. Fontana e J. Van Eick, interpreti Andrea Florit al flauto
barocco, Bruna Panella al cembalo e Franco Dragoni voce recitante e curatore
dei testi.
La
proposta aveva lo scopo di avvicinare il pubblico a un repertorio a torto
ritenuto di difficile ascolto. In realtà, facendo luce sul mondo degli
“affetti” così ben spiegato dai celebri “Avvertimenti” di Frescobaldi, si offre
una chiave d’ascolto diversa che permette di seguire il discorso seguendo le
cangianti atmosfere della scrittura musicale. I suoi preziosi consigli hanno lo
scopo di coinvolgere esecutore ed ascoltatore in conseguenza, in un linguaggio
che segue il mondo degli “affetti”, nel repentino cambiamento di atmosfera, di
ritmo, di andamento. Il tutto deve essere espresso in modo chiaro, con grande
libertà di tempo e con tutto ciò che serve per trasmettere il mondo degli
affetti a chi ascolta. La
scelta dell’esecuzione delle “Cento partite su Passacagli” va in questa
direzione. Al suo interno sono stati inseriti brevi brani per flauto solo
tratti dal “Giardino delle delizie “di J. Van Eick, fra gli altri una
imitazione del canto degli uccelli del parco di Utrecht dove ha trovato ispirazione
il compositore per il suo “Giardino”.