Poche
ore dopo l'esito elettorale favorevole al candidato democratico Biden si è già
aperto il fronte del post-America. Dal voto è emerso un paese profondamente
spaccato e le elezioni sono state vinte da un partito democratico le cui
caratteristiche "storiche" di coalizione progressista appaiono molto
diverse da quelle di un tempo. È
emersa una forte radicalizzazione come conseguenza dell'esito concreto di
offrire un'alternativa alla gestione Trump e ai guasti che questa ha provocato
anche sul piano della "coscienza profonda" nell' esaltazione dei
riferimenti della destra. Non a caso la sinistra democratica è già insorta
contro l'eventualità di una svolta "centrista" del presidente neo-eletto. La
sinistra ricorda come siano stati i suoi attivisti a imprimere una nuova
identità nella campagna elettorale soprattutto al riguardo delle scelte
ambientali che rimangono quelle attraverso le quali è stato possibile segnalare
il massimo di diversità possibile tra i due schieramenti: certo la diversità
più evidente degli anni 2000. Il
voto però, alla fine, dimostra una situazione difficile anche se Trump ha
perso: il sovranismo non è certo scomparso (anche in Europa, del resto: e la
ripresa del "ciclo atlantico" sarà tutta da verificare) e da parte
democratica si segnala una divisione netta tra l'establishment neo-liberista e
una base sociale che chiede riforme profonde. Ci
sono veleni radicati nella politica americana: razzismo, suprematismo bianco,
xenofobia, misoginia. Soprattutto non è stato spezzato l'asse indicato da
Reagan e da Milton Friedman tra il Governo e le grandi corporation cui sono
state affidate le decisioni con il compito di arricchirsi: a rompere questo
asse non sono riusciti Clinton, architetto della globalizzazione mondiale, e
Barack Obama nella gestione della crisi del 2008. Non
a caso Alexandra Ocasio-Cortezin queste
oresta ricordando a Biden "Hai
vinto grazie ai giovani e ai neri". Un
monito da non dimenticare come emblematico in una situazione dove emerge
l'esigenza di una forte identità politica e si sta dimostrando necessario
aprire una discussione su due punti, quello sulla divaricazione esistente,
nella situazione attuale, all'interno delle coalizioni bipolari e quello sullo
stesso sistema elettorale: in fondo, ma nemmeno tanto, indicazioni rivolte
anche alla sinistra europea.