AUTORITÀ INDIPENDENTI: SI FA PER DIRE di Franco Continolo
Diciamolo chiaramente: non solo la
politica dei valori è una ricetta per sicuri disastri, ma i tribunali dei
valori sono un passo verso l’inciviltà giuridica, verso la barbarie. La
britannica Equality and Human Rights Commission (EHRC) ha poi tutti i difetti
del tribunale dei valori e dell’autorità indipendente. Le autorità indipendenti
sono, come è noto, un’invenzione novecentesca che ha trovato
nell’ordoliberalismo la propria cornice ideologica. Esse dovrebbero essere
i baluardi della democrazia, proteggendola dalle degenerazioni del mercato che
sarebbe a sua volta il pilastro della democrazia; in realtà esse sono degli
organismi burocratici di sorveglianza, una specie di polizia, e ognuno può
immaginare come sia la giustizia amministrata dalla polizia. Nel nostro caso la
EHRC non ha emesso una sentenza, quindi delle sanzioni – le autorità
indipendenti non lo fanno quasi mai di primo acchito, soprattutto quando
l’imputato è di una certa importanza, come in questo caso il partito Laburista
– ma si è limitata a riscontrare delle infrazioni, e chiede che vengano
adottate le misure organizzative e i provvedimenti più opportuni affinché
i fatti contestati non si ripetano. Il segretario attuale, Starmer, non ci ha
pensato due volte, e ha sospeso dal partito l’ex segretario Corbyn. La materia
del contendere è l’antisemitismo; Corbyn non viene accusato direttamente di
antisemitismo, ma in sostanza di aver tollerato episodi antisemiti. La materia,
come si può capire, è incandescente, sia perché quello Laburista è uno dei
pochi partiti “mainstream” schierati per la causa palestinese, sia perché
la lobby sionista in Gran Bretagna, la potenza coloniale grazie alla quale lo
stato di Israele ha potuto nascere, è particolarmente influente, e di
questa influenza si è avuta una prova anche alle ultime elezioni; ciò che si
può quindi dire è che un organismo burocratico sia la sede meno adatta a
giudicare su questioni così politiche. Per Corbyn poi si tratta di una specie
di nemesi storica: il suo è sempre stato un falso internazionalismo, proprio
perché fondato sugli “human rights” anziché su un’idea di ordine
internazionale – e Brexit ne è una prova. La nemesi consiste nel fatto che
un paladino degli “human rights” come lui venga oggi condannato in
nome della sua stessa fede. Siamo tornati all’Inquisizione e ai processi agli
eretici. Protagonista di questo processo, come scrive Craig Murray, è Starmer
pronto a vendere l’anima al diavolo pur di apparire agli occhi degli americani
come il nuovo, fedelissimo Blair.