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mercoledì 4 novembre 2020

BACH AL MUSEO
di Riccardo Villani

Riccardo Villani

Domenica 25 ottobre si è tenuto presso la grande Sala del camino all'interno del Museo Bagatti Valsecchi di Milano il terzo concerto organizzato dall'Associazione “Omaggio al clavicembalo”. In programma le Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach (1685-1750) eseguite dal clavicembalista e organista Riccardo Villani. Nell'occasione è stato utilizzato un clavicembalo costruito negli anni Ottanta da William Dowd di Boston (USA), copia di uno strumento francese del Settecento. La sala, alla quale il pubblico ha potuto accedere solo su prenotazione e osservando le norme sul distanziamento, era al massimo della capienza. Il pubblico ha seguito il concerto con interesse ed attenzione; alla fine della manifestazione ha tributato all'artista unanimi consensi.

Villani al clavicembalo
 
 Le Variazioni Goldberg rappresentano una delle più importanti opere pensate e scritte per il clavicembalo. Composte da Bach fra il 1741 ed il 1745 e pubblicate a Norimberga dall'editore Balthasar Schmid, consistono in un'Aria con 30 variazioni che, nel loro sviluppo, seguono un rigido schema logico e formale. L'opera si compone di 32 brani costituiti dall'Aria, da trenta variazioni divise in gruppi da tre variazioni, e dalla ripresa finale dell'Aria. Ogni gruppo di variazioni è costituito da una forma di danza, un brano in stile toccatistico, un canone che per ogni successivo gruppo di variazioni aumenta la distanza fra dux e comes di un grado. Si parte da un canone all'unisono, poi alla seconda, alla terza, alla quarta, alla quinta, alla sesta, alla settima, all'ottava ed infine alla nona. L'ultimo gruppo di variazioni è concluso da un Quodlibet, ossia un brano che prevede il contrappunto di melodie, in questo caso due melodie popolari: “Ich bin so lange nicht bei dir g'west, ruck her” e “Kraut und Rüben haben mich vertrieben” (“Troppo son stato lontano da te” e “Cavoli e rape rosse mi hanno stufato”). Risulta evidente che Bach intendesse il Quodlibet quasi come uno scherzo; ancora oggi molti ascoltatori riescono a cogliere l'aspetto ludico nella musica bachiana. Alcuni ritengono che il nome delle melodie utilizzate in quest'ultima variazione non sia affatto casuale, ossia che la chiave dello scherzo siano le stesse variazioni e che "da te" sia un riferimento al tema, all'Aria, considerando quindi il Quodlibet come anticipazione del ritorno all'Aria. La riproposizione finale dell'Aria, oltre ad essere coerente con la forma del tema e variazioni, aggiunge simmetria all'opera e suggerisce una natura ciclica della stessa, come fosse un magnifico viaggio di andata e ritorno.