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mercoledì 11 novembre 2020

 IL GIURAMENTO DI IPPOCRATE



Complessità di una terapia intensiva
  
Quotidianamente in questo periodo di Covid-19, si sente parlare di terapia intensiva e di rianimazione. I politici pensano che il semplice acquisto di materiale medico possa far funzionare dei reparti così delicati e complessi. Un plauso e riconoscenza a tutti i colleghi che, con il Giuramento di Ippocrate nel cuore si sono offerti per aiutare il prossimo.
Alla quantità ci vuole la qualità. Un ortopedico un odontoiatra uno psichiatra un ginecologo e via discorrendo, come entusiasticamente i politici sbandieravano, non possono essere immessi in un reparto così specialistico come è una terapia intensiva e rianimatoria.
Un medico intensivista, rianimatore e il rispettivo infermiere non si formano con la buona volontà burocratica.
Sintetizziamo, per i lettori di “Odissea”, il funzionamento di un'unità così complessa.
 
In Terapia Intensiva occorre valutare:



Frequenza gettata cardiaca, Pressione Sistolica e Diastolica media, Pressione venosa centrale. Parametri legati alla respirazione, diuresi, pressione arteriosa polmonare, pressione intracranica.
Ci sono i cateteri, tenere sotto controllo la ventilazione e valutare un possibile nutrizione parenterale.
I farmaci infusi con pompe attaccate ai cateteri venosi formati da più “lumi”. È fondamentale sapere se i farmaci possano essere somministrati infusi insieme, con quale velocità e a che dosaggi.
Si parte da 3 farmaci per i pazienti gravi per giungere a 20 distribuiti su più lumi per i malati “fragili” e con comorbilità multiple.
Come si vede, per gestire in “automatico” questi dettagli terapeutici, occorre una forma mentis che si acquista con un lungo e diuturno esercizio di studio e di pratica. Ma quanto personale occorre per una “Terapia Intensiva?”
Per 12 posti letto occorrono il mattino 2 medici e 7 infermieri; nel pomeriggio e durante la notte occorrono, nella “normalità”, 1 medico e 6 infermieri.
Un solo infermiere riesce a gestire 2 o 3 posti letto.
L'igiene del paziente, fondamentale, richiede tempo e il concorso del medico, dell'infermiere e dell'oss (operatore sociosanitario) per non correre rischi.
Per ruotare un paziente si impegnano 2-3 operatori; mentre la pronazione ne potrebbe richiedere anche 5 di oss, specialmente se il malato è sedato o curarizzato (paralizzato farmacologicamente).
Problema in più quando il paziente deve essere spostato pre TAC o RNM.
Un casco di protezione, si appanna, e fa sudare.
Un personale destinato a siffatta struttura, distrae forze ai reparti di pronto soccorso e di emergenza.
Ho sintetizzato il “funzionamento” di un'unità critica.
Questi sono i risultati di pirateria finanziaria di politici miopi e pusillanimi verso la Sanità pubblica, cioè verso noi tutti cittadini.
 
Teodosio De Bonis
Medico Anestesista