Omaggio
al clavicembalo al Museo Bagatti Valsecchi Ho
intitolato questo concerto “Grandi compositori francesi del ’700” e ho
impaginato il programma con musiche di Jean-Philippe Rameau, Antoine Forqueray
e François Couperin. Costoro non sono gli unici grandi musicisti del ’700
francese, avrei potuto aggiungerne tanti altri (ricordo fra coloro che hanno
scritto per la tastiera: Clèrambault, Daquin. Marchand, Royer, Balbastre,
Duphly, ecc). Il secolo XVIII francese vede l’irraggiungibile apice della
produzione clavicembalistica, prima della decadenza dello strumento a poco a
poco soppiantato dal moderno pianoforte, con capolavori assoluti composti per
il re degli strumenti a tastiera in Francia. Per questo concerto ho avuto a
disposizione una copia di Taskin costruito da Dowd uno splendido strumento che
mi ha suggerito questo programma.
In particolare ho voluto sottolineare la
bellezza e la profondità del timbro del registro più grave con i brani di
Antoine Balbastre che in realtà sono mirabili trascrizioni/elaborazioni di
musica del figlio Jean-Baptiste di brani per viola da gamba e basso continuo: la
Marella, Le Carillon de Passy, ecc. sono, come del resto quasi tutte
le composizioni degli autori dell’epoca, musica che allude a stimoli esterni o
a stati d’animo interiori, arrivando in alcuni casi al descrittivismo (per
esempio brani come Tambourin, La Poule, Le Rappel desOiseaux
di Rameau) o all’omaggio ad altri compositori (come La Couperin, dei
Forqueray) o all’espressione di sentimenti ed emozioni (come Les Soupirs
di Rameau o la Sylva sempre dei Forqueray). Tutte queste pagine musicali
sono in genere raccolte in Suites (in genere sequenza di danze, ma qui,
appunto libere successioni di brani originali e caratteristici) o in Ordres.
La ricerca armonica, ritmica, melodica raggiunge in maniera diversa nella
produzione dei vari musicisti un livello di modernità spesso sconcertante (non
dimentichiamo che Rameau fu anche l’autore del primo vero Trattato moderno di
Armonia). Ho concluso il concerto con un importante brano di F. Couperin che
mette insieme sia la tradizione di utilizzare Danze all’interno di una Suite
(qui dovremmo parlare di Ordre) e l’allusione a qualcosa di esterno alla
musica: il titolo L’Anphibie sembra riferirsi alla estrema
caratterizzazione delle variazioni su basso ostinato tipiche della Passacaglia,
che rende la composizione particolarmente ibrida, piena di contrasti, acquatica
e terrestre… Il concerto si è concluso con 2 bis sempre di F. Couperin (LesBarricades Misterieuses e Le Tic-Toc Choc) originalissimi “continuum”,
moti perpetui, su basi armoniche complesse, suggestive, assimilabili
strutturalmente a musiche di epoca e stile che va ben più in là del ’700
francese.