L’Agamennone nella traduzione del poeta Cagnone e tavole del pittore Paladino Nanni Cagnone - nato a Carcare, Savona,
nel 1939 - è una delle maggiori personalità della nostra letteratura
contemporanea. Autore di notevole originalità, è anche abile traduttore,
saggista, giornalista, editore. Inoltre ha scritto di pittura ed è stato anche
direttore creativo di agenzie di pubblicità e docente d’estetica. Ora Cagnone si ripresenta in veste di traduttore - e che traduttore -dell’Agamennone di
Eschilo, in una raffinata edizione accompagnata da un suggestivo “Racconto per
figure” di Mimmo Paladino. La sensibilità per il linguaggio e la capacità
inventiva dell’autore ligure risaltano nell’incontro con la potenza espressiva
dell’Eschilo dell’Orestea, la trilogia di cui Agamennone è la
tragedia d’apertura. Agamennone racconta del figlio d’Atreo,
signore d’Argo e capo degli Achei vittoriosi a Troia, che fu ucciso per
congiura di Egisto e di Clitemnestra: l’uno voleva vendicare il padre Tieste, l’altra,
già moglie di Agamennone, non gli perdonava il sacrificio della loro figlia
Ifigenia, compiuto per aver venti favorevoli alla partenza per la guerra di
Troia.
Nanni Cagnone
Un Cagnone in stato di grazia dà così vita alla forse più bella versione
moderna della tragedia eschilea, tanto più ammirevole quanto più aumentano oggi
i traduttori, ma scarseggiano i poeti. Cagnone riesce a restituirne la forza
visionaria, l’aura mitica e gravida di oscure minacce in una lingua ricca di
felici invenzioni lessicali, che sa impennarsi e solidificarsi in un «ritmo
imperterrito, senza ostentazione», come si legge nell’introduzione di Cagnone.
È un ritmo di sapore arcaico e moderno insieme. Bastino i versi del primo
stasimo: «O Zéus sovrano e aiutante Notte, / acquisto di grandi ornamenti, / tu
che sui baluardi di Troia / gettasti la rete che ben ricopre» (vv. 356-361).
Oppure le parole di Agamennone, lieto di far ritorno a casa dove è accolto da
una Clitennestra dissimulatrice: «Sì, rari gli uomini / in cui innato un
rispetto senz’invidia / per l’amico che ha fortuna, poiché / seduto presso il
cuore, l’astioso veleno / raddoppia il peso a chi ha contratto il male: / è gravato
colui delle sue pene / e riguardando l’estranea floridezza geme. / Per
esperienza, ben conoscendo lo specchio / della società, potrei dire simulacri d’ombra
/ quei che credevo assai devoti» (vv. 833-840).
La copertina del volume
Eschilo Agamemnon. Cura e traduzione di Nanni Cagnone Tavole di Mimmo Paladino. Edizioni Galleria Mazzoli, Modena Pagg. 180 - € 50,00