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domenica 8 novembre 2020

TRUMP HA PERSO MA...
di Farid Adly  


Elaborazione grafica di
Giuseppe Denti

L'era Trump se n'è andata. In un breve tempo ha causato per il Vicino Oriente e per il mondo intero danni ingenti. L'accanimento contro la causa dei palestinesi con il sostegno provocatorio alle politiche annessionistiche del governo Netanyahu, dallo spostamento dell'ambasciata a Gerusalemme al taglio delle sovvenzioni alle agenzie ONU e il piano di annessione di una buona parte dei territori destinati allo Stato di Palestina; tutti questi passi hanno fatto naufragare la speranza di una ricomposizione del conflitto e la fine dell'occupazione militare israeliana; la sfida all'Iran e il ritiro di Washington dell'accordo nucleare ha esacerbato gli animi e alimentato lo scontro tra Riad e Teheran; anche il piano cosiddetto di Abramo, che si è intitolato erroneamente alla pace (i paesi che lo hanno firmato non sono mai stati in guerra) si è tradotto in una corsa al riarmo. Anche il piccolo sultanato del Bahrein aspira ad ottenere gli F-35. Per non parlare del sostegno politico di Washington all'aggressione militare saudita in Yemen e l'ultima grave dichiarazione sulla eventuale accettazione di un bombardamento egiziano sulla diga Rinascita in Etiopia.
Ci siamo limitati alla politica dell'amministrazione Trump in Medio Oriente, ma la lista dei danni in politica internazionale non si contano: dalla Cina alla sfida economica all'UE e il sostegno palese all'uscita di Londra, al ritiro dagli accordi internazionali sul clima e sulla riduzione delle armi nucleari.
Molti governanti nella regione, da Bin Salman a Netanyahu, da Al Sissi a Erdogan hanno tifato subdolamente per Trump e dopo la dichiarazione della vittoria di Biden si sono congratulati ipocritamente con il nuovo presidente.
La dipartita del tycoon del Queens, nato Drumpf cognome di origine tedesca poi anglicizzato in Trump, non può che farci rallegrare, ma per costruire una politica internazionale di Pace, tutte le forze migliori del pianeta e nelle regioni interessate dovrebbero aprire gli occhi, perché la politica degli Stati Uniti non la fanno i singoli, ma gli interessi. L'industria militare made in USA ha bisogno di alimentare tensioni e guerre, ovunque.