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martedì 15 dicembre 2020

PACIFISTI A CHIACCHIERE


Base Nato di Aviano

Dormiresti con una bomba sotto al cuscino? Sono certa di no. O forse sì, se non sai nulla. Nel nord est del nostro Paese, precisamente nelle basi militari di Ghedi e Aviano, sono custodite circa 40 bombe nucleari americane. E in caso di incidente, è proprio il Ministero della Difesa a stimare che le persone raggiunte dal fungo radioattivo potrebbero arrivare fino a 10 milioni. Anche tu. Perché non ne sapevi nulla? Perché tutto ciò che riguarda la custodia di queste bombe è tenuto rigorosamente segreto dai nostri Governi, consapevoli che la maggior parte degli italiani è ormai contrario all’uso delle armi nucleari. Anche se fortunatamente non abbiamo ancora pagato i danni di un disastro nucleare, per la custodia di queste bombe stiamo già pagando un prezzo molto alto: circa 100 milioni l’anno, che corrispondono a circa 5.000 ventilatori o 4.500 letti di terapia intensiva. Che senso ha continuare a spendere centinaia di milioni in attività inquinanti e pericolose proprio ora, che abbiamo un bisogno disperato di investimenti in lavoro, salute e ambiente? Ogni anno il nostro Paese spende quasi 6 miliardi per acquistare portaerei, F-35, elicotteri, missili. E non basta: nell’ipotesi che l’Italia assegni 20 velivoli F-35 ai compiti nucleari, il costo per l’acquisto e l’utilizzo dei nuovi cacciabombardieri lieviterebbe a circa 10 miliardi di euro per i prossimi 30 anni. È così, accrescendo di anno in anno il proprio arsenale, che gli Stati pensano di difendersi da ipotetiche guerre e invasioni.
È stato un virus, invece, a distruggere il nostro sistema economico e sociale: perché mancano infermieri, insegnanti, operatori sociali e infrastrutture per garantire a tutti di vivere davvero in sicurezza. Proprio in queste settimane il nostro Governo sta discutendo i piani di investimento per la ripartenza, ecco perché è il momento di farsi sentire ora.
È stato un virus, invece, a distruggere il nostro sistema economico e sociale: perché mancano infermieri, insegnanti, operatori sociali e infrastrutture per garantire a tutti di vivere davvero in sicurezza. Proprio in queste settimane il nostro Governo sta discutendo i piani di investimento per la ripartenza, ecco perché è il momento di farsi sentire ora. La sfida è non ripetere gli errori del passato. Il mondo prima della pandemia era già “malato” di inquinamento, allevamenti intensivi, deforestazione. E ci siamo trovati impreparati di fronte alla pandemia che lo ha sconvolto. Ora al Governo italiano chiediamo: avete il coraggio di fare le scelte necessarie e non più rimandabili, per consegnare alle future generazioni un Paese più sicuro, verde e pacifico? Abbiamo già raccolto 80.000 firme, aiutaci ad arrivare a 100.000 entro la prossima settimana. Il momento di ripartire sta per arrivare davvero. Firmate in Rete l’appello di Greenpeace Italia. 
Chiara Campione
Responsabile dell'Unità Business e Consumi
Greenpeace Italia