Complici o imbecilli? Quando il fine non giustifica tutti
i mezzi Berlino.La
notizia della sentenza, emessa dal Tribunale Regionale di Francoforte sul Meno,
che permette dunque di mantenere ad una pizzeria francofortese il nome di
Falcone & Borsellino con tanto di megafoto (quella famosissima di Tony
Gentile), ma questa volta in chiave di lettura alla Don Camillo e Peppone (con
tutto il rispetto comunque dovuto anche a Fernandel e Gino Cervi), si è diffusa
sui media a macchia d’olio in Germania e in Italia suscitando indignazione di
fronte all’ignoranza e all’arroganza che caratterizzano questa brutta storia. La pizzeria in questione, situata nel famoso quartiere di
Sachsenhausen, si è voluta dunque presentare come espressione di una
Mafia-Romantik con foto gigante nella sala di Marlon Brando ovviamente nel suo
famoso ruolo di Don Vito Corleone nel film “Il Padrino” e con fori di
pallottole all’ingresso per attirare l’interesse degli avventori. Atmosfera da
saloon in odore di Cosa Nostra. Già alcuni anni fa Associazioni italiane impegnate nella
lotta alla mafia come la berlinese “Mafia, nein danke!” avevano pregato di
bandire dalle pizzerie italiane qualsiasi riferimento alla Mafia negli arredi e
nel Menu come esempio classico di folclore italiano, proprio perché contribuiva
a cementare il connubio Mafia-Italia e vedere in ogni italiano un potenziale
mafioso, stereotipo purtroppo molto diffuso in Germania. La scelta scriteriata di abusare del nome dei due giudici
che hanno dato un contributo fondamentale alla lotta contro la criminalità
organizzata, presente peraltro anche in Germania, pagando con la loro vita,
quella dei loro cari e della scorta, è stata notata da un avvocato italiano che
lo ha riferito alla sorella del magistrato Maria Falcone, presidente
dell’omonima Fondazione. Da qui il processo intentato contro la pizzeria per
abuso del nome, oltraggiando così la memoria di due famosi giuristi, che si
possono definire eroi. Il tribunale di Francoforte non ha voluto interpretare in
senso lato il § 12 del Codice civile tedesco e, adducendo come motivazione che
“essendo la memoria dei due ormai sbiadita e che molti avventori non sanno
nemmeno chi siano, la dignità del nome non è stata lesa”, ha respinto la
richiesta di Maria Falcone. È intervenuta ovviamente l’Ambasciata italiana a
Berlino con profonde parole di rammarico in una nota ufficiale e molte
associazioni di italiani in Germania hanno intenzione di scrivere lettere di
protesta. Stando ad informazioni dell’autorevole quotidiano “Süddeutsche
Zeitung”, pare che il nome sia stato tolto, anche se sembra ancora reperibile
nella pagina Internet della pizzeria. Trovo davvero deprecabile che un giudice
in carica non si sia informato abbastanza sulla portata storica di Falcone e
Borsellino e con questa sentenza, decisamente miope, anche se formalmente
ammissibile, abbia riaperto una ferita nei loro congiunti e in tutti i
connazionali che da tanti anni o anche solo da poco si impegnano per abbattere
le strutture mafiose in Italia, in Germania e nel resto del mondo.