È
uscito il numero 100 di Anterem (Rivista di poesia e scritture di ricerca).
Sulla copertina si leggono due espressioni particolari: “Da un’altra lingua” e
“Sì, non ho che una lingua, e non è la mia” (Derrida). No, non incontriamo un
volume sperimentale di 372 pagine, ma una rassegna ricca e interessante della
scrittura poetica dalle origini ai giorni nostri. L’incipit, dopo l’indice dei 175
componimenti inclusi nella raccolta, è una pagina con le firme dei poeti, quasi
un saluto augurale che indica la calligrafia degli autori. Ogni poesia è
presentata in due pagine, la prima nella versione in lingua originale, la
seconda in traduzione. L’inizio è con Sofocle, seguono Catullo, san Giovanni
Evangelista, Shakespeare (con la traduzione in tedesco di Paul Celan) e via via
Leopardi, Rimbaud, Pascoli, Rilke, fino all’ultima poesia di Shoshana
Rappaport-Jaccottet intitolata, paradossalmente, “Avvio”.