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lunedì 1 febbraio 2021

CI RIPROVANO



 
Nonostante la volontà popolare qui in Italia abbia sancito, con un voto a maggioranza schiacciante al Referendum, che l’acqua pubblica è un bene comune, universale e inalienabile, c’è chi tenta periodicamente di ridurla ad una merce golosa per i porci squallidi interessi dei privati e del profitto. Ricordiamo al governo italiano che molto di quel Referendum è rimasto disatteso. Non si è intrapreso alcun impegno concreto per ammodernare la rete idrica nazionale; non abbiamo visto un solo investimento per evitarne la dispersione, e tanto meno un cantiere per i lavori. “Ricordiamo” ai militanti del Movimento 5Stelle e delle altre forze politiche che a suo tempo si sono impegnati per la vittoria di quel Referendum, che “Odissea” è stata parte attivissima e ha condotto una vibrante campagna informativa. Molti di loro hanno distribuito in giro pacchi del giornale a quel tempo ancora in edizione cartacea, e si sono impegnati, qualora fossero giunti in Parlamento, a impedire qualunque tentativo di svuotare le decisioni del Referendum e a mettere in pratica i principii e i fatti di quelle ragioni. Avrebbe potuto essere un gigantesco piano di rilancio per l’economia nazionale, così come avrebbe potuto esserlo la messa in sicurezza del territorio (viadotti a rischio crollo, litorali devastati e smangiati, frane in ogni dove, disboscamenti, discariche illegali pericolose e inquinanti); come avrebbe potuto esserlo un investimento massiccio sulla mobilità ferrata per eliminare traffico dannoso dalle strade e togliere una volta per sempre l’intero Sud dall’isolamento indegno in cui è condannato. L’aver messo qualche Freccia Bianca fino a Reggio Calabria facendo solo lievitare il costo di biglietti, è stata l’ennesima trovata truffaldina. Chi li ha mai visti i lavori di potenziamento della rete ferroviaria al di sotto di Salerno? Nulla di tutto questo abbiamo visto, mentre si sono distribuiti soldi in maniera insensata che non hanno creato un solo posto di lavoro, e che sono finiti persino nelle tasche di evasori e categorie commerciali super ricche allergiche allo scontrino. Da questo giornale vogliamo ricordarvi tutto questo, e che vi stiamo attentamente tenendo d’occhio. [Angelo Gaccione]



Il presidente della Camera Roberto Fico
ai tempi della mobilitazione
per il Referendum
 
Succede anche questo!
 
In un mondo sotto “sequestro” dalla Pandemia, dove ogni persona è preoccupata per la propria salute e sta soffrendo per la crisi dell’economia, il capitale finanziario continua imperterrito nella sua azione speculativa, indisturbata, a mettere le mani su tutto ciò che può procurargli ulteriore profitto.
Per la prima volta anche l’acqua è stata quotata in borsa!
Un bene naturale, essenziale per la vita, viene trattata come una merce qualsiasi e sottoposta alle leggi del mercato. Nel settembre del 2010 l’ONU ha sancito “l’acqua diritto umano universale”. Giugno 2011 oltre 26 milioni di italiani hanno votato per il diritto all’acqua pubblica e che non si sarebbe fatto profitti sull’acqua. Molte città e nazioni hanno inscritto nei loro Statuto “Acqua bene essenziale per la vita”.
 Non possiamo rimanere indifferenti di fronte, occorre subito fermare questo “delitto” speculativo sulla vita. Si tratta di una battaglia di civiltà che si pone l'obiettivo di contrastare un processo che apre alla speculazione dei grandi capitali e alla emarginazione di territori, popolazioni, piccoli agricoltori e piccole imprese ed è una grave minaccia ai diritti umani fondamentali.
 
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua (www.acquabenecomune.org) ha lanciato questa petizione e l’ha diretta a Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri.   




 
Noi, sottoscritte/i ci uniamo alla denuncia del Relatore Speciale dell’ONU sul diritto all’acqua Pedro Arrojo-Agudo che l’11 dicembre scorso ha espresso grave preoccupazione alla notizia che l’acqua, come una qualsiasi altra merce, verrà scambiata nel mercato dei “futures” della Borsa di Wall Street. L’inizio della quotazione dell’acqua segna un prima e un dopo per questo bene indispensabile per la vita sulla Terra. Si tratta di un passaggio epocale che apre alla speculazione dei grandi capitali e alla emarginazione di territori, popolazioni, piccoli agricoltori e piccole imprese ed è una grave minaccia ai diritti umani fondamentali. L’acqua è già minacciata dall’incremento demografico, dal crescente consumo ed inquinamento dell’agricoltura su larga scala e della grande industria, dal surriscaldamento globale e dai relativi cambiamenti climatici.
È una notizia scioccante per noi, criminale perché ucciderà soprattutto gli impoveriti nel mondo. Secondo l’ONU già oggi un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile e dai tre ai quattro miliardi ne dispongono in quantità insufficiente. Per questo già oggi ben otto milioni di esseri umani all’anno muoiono per malattie legate alla carenza di questo bene così prezioso. Questa operazione speculativa renderà vana, nei fatti, la fondamentale risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU del 2010 sul diritto universale all’acqua e, nel nostro paese, rappresenterà un ulteriore schiaffo al voto di 27 milioni di cittadine/i italiane/i che nel 2011 si espressero nel referendum dicendo che l’acqua doveva uscire dal mercato e che non si poteva fare profitto su questo bene. Se oggi l’acqua può essere quotata in Borsa è perché da tempo è stata considerata merce, sottoposta ad una logica di profitto e la sua gestione privatizzata. Per invertire una volta per tutte la rotta, per mettere in sicurezza la risorsa acqua e difendere i diritti fondamentali delle cittadine/i.




Chiediamo al Governo italiano di:
 
1. prendere posizione ufficialmente contro la quotazione dell’acqua in Borsa;
2. approvare la proposta di legge “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque” (A. C. n. 52) in discussione presso la Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati;
3. sottrarre ad ARERA le competenze sul Servizio Idrico e di riportarle al Ministero dell’Ambiente;
4. di investire per la riduzione drastica delle perdite nelle reti idriche;
5. di salvaguardare il territorio attraverso investimenti contro il dissesto idrogeologico;
6. impedire l’accaparramento delle fonti attraverso l’approvazione di concessioni di derivazione che garantiscano il principio di solidarietà e la tutela degli equilibri degli ecosistemi fluviali.


 
PER FIRMARE L’APPELLO
Quotazione in Borsa dell’acqua: NO grazie"
 
https://www.change.org/p/giuseppe-conte-quotazione-in-borsa-dell-acqua-no-grazie