Dopo vari ‘esperimenti’ non
‘in vitro sed in corpore vivo’, portati avanti con la nomina di più Commissari
mal riusciti, la povera, derelitta sanità calabrese è stata affidata ancora ad
altro Commissario di cui, però, fino ad oggi non si avverte alcuna presenza
fattiva nell’ambito del tessuto sociale, martoriato non solo dal Covid ma dalle
carenze di sempre: poliambulatori chiusi o del tutto mal funzionanti, ospedali
chiusi o del tutto carenti di personale e di attrezzature adeguate; per non
parlare di apparecchiature, come risonanze, tac, ecografi, spesso comprate e
lasciate inutilizzate come avviene, per esempio, nell’ospedale di Acri, dove
tac e risonanza stanno accese notte e giorno senza erogare alcuna prestazione
per mancanza di personale addetto. Una situazione davvero
kafkiana, che ogni giorno butta nella disperazione più nera migliaia di
persone, bisognose di cure e di attenzione che non riescono a trovare da
nessuna parte nelle strutture pubbliche, e che solo in parte riescono ad avere
nelle strutture private convenzionate e non, previo naturalmente esborso
continuo di danaro che non tutti si possono permettere. E così, quando la tasca
del calabrese è vuota, si rinuncia alle visite, alle analisi, alla prevenzione,
alle medicine, e si tira a campare alla meno peggio, affidandosi al padreterno
di turno, (in genere un politico con le mani in pasata) che, quando non è
possibile il miracolo, risolve il problema aprendo le porte del Paradiso! Da noi in Calabria, da
decenni, da sempre, ci si deve affidare al ‘santo’; non c’è Commissario che
tenga, che apra gli occhi sullo sfacelo che ovunque dilaga, fatto di ruberie
con le quali oltre il 70% dell’intero bilancio regionale viene dilapidato in
una sanità folle, volutamente lasciata nelle mani di ‘grassatori’, che ad ogni
passo prelevano il ‘pizzo’ come ‘Ghino di Tacco’, altro toscanaccio di Siena,
immortalato da Dante nel VI canto della Commedia. Siamo stanchi e non ci
rimane che chiedere a tutti di lanciare almeno un grido corale di dolore, di
ululare come fa il lupo nelle notti insonni, senza aspettare ancora altri
santoni, altri salvatori della patria, altri super commissari, di cui spesso,
troppo spesso, da noi, non si riesce ad intravvedere neppure le vere sembianze.
Allora? Come questi miei versi “Voglio
ululare forte al vento/come lupo
mannaro alla tormenta…” (Da Fiori di pietra).