Si tratta di un volumone di 554
pagine in formato 30 per 21 e quasi tutto a colori perché sono una marea le
foto, le locandine, gli spartiti, i manifesti che raccoglie.Ci sono, naturalmente, anche foto in bianco e
nero e tanti, tantissimi elenchi. Soprattutto un robusto censimento dei
componenti delle varie orchestrine che si sono susseguite nel tempo nella città
di Acri e di cui l’autore di questo libro, Michele Reale è stato sin dalla sua
prima giovinezza attivissimo protagonista, e in molti casi fondatore. Lo stesso
discorso vale per le varie bande musicali con cui ha suonato (adoperando
strumenti fra i più diversi) e che poi ha tenuto in piedi come direttore.
L’appassionato, e diciamo anche il nostalgico, potrà percorrere un amarcord che
si dispiega lungo un robusto arco temporale che va dal 1960 al 2019, quasi un
sessantennio. Da questo (ed altri volumi), si evince come la passione per le
sette note è sempre stata molto diffusa in Acri, sia a livello di pura passione
e sia come pratica professionale. Purtroppo nelle scuole è arrivato tardi
questo tipo di insegnamento: una cosa effimera e astrattamente teorica (non una
storia della musica, magari!), e neppure il maneggio almeno di un semplice
piffero di canna, uno zufolo… Niente di niente ai miei tempi. Un modesto
direttore di banda che a dei ragazzini privi di tutto e molto poveri, insegnava
i quattro tempi, due in battere e due in levare, usando i palmi delle mani. Il
ministero dell’Istruzione, non si è mai preoccupato che ci fosse nelle scuole
un docente vero, strumenti da maneggiare per poterli imparare, aiuti alle
nostre famiglie. Questo valeva ai miei tempi e soprattutto nel Sud. Ma rimasi
molto sorpreso, moltissimi anni dopo, incontrando a Milano una docente di
musica romena: si era trasferita in Italia credendola la patria della musica e
ne rimase delusa. Da loro in Romania, così mi disse, avevano una scuola di
musica in ogni quartiere. Ma torniamo al libro. Il lavoro di Michele Reale è
meritorio per varie ragioni: la prima perché ha custodito e ricercato (quanti
giovani acresi lo fanno? Lui giovane anagraficamente non lo è più, ma è più
giovane e vitale di tanti giovanissimi cadaveri che di passioni non ne hanno
neppure mezza); la seconda è perché ci mostra con le prove tangibili di aver
fatto suonare e appassionare, con in mezzi a disposizione che aveva, centinaia
e centinaia di ragazzi e di persone mature, di Acri e dintorni. E siccome non
c’è nulla al mondo che renda più gioiosi della musica, ha contribuito non poco
anche alla loro felicità. La terza ragione è di aver fatto rivivere i volti (ma
anche eventi: matrimoni, feste religiose, ecc.) di moltissime persone che non
ci sono più. Alcuni di questi volti me li sono ricordati, di altri ero stato
amico, tanti sono altrove. Alcuni riconosceranno i loro nonni, ma anche i loro
giovani figli. Gruppi e bande musicali che da Acri sono andati in una infinità
di comuni, contrade, città, e non soltanto della Calabria. Ma verificherete
tutto direttamente dalle pagine del libro, se vi capiterà fra le mani. Michele
Reale Il
mio mondo musicale Dall’orecchio
alla dodecafonia Ed.
Amaca 2020 Pagg.
554 s.i.p.