SANITÀ. APPUNTI SUL LIBRO DI GARATTINI di
Guido Broich
Riassumo
il mio pensiero, come espresso già da metà 2019 in articoli di giornale, anche
relativo alle proposte di Garattini: a) Per un governo giusto,
sostenibile ed efficace di una Sanità pubblica, universalista ed equa, è
necessario costruire un sistema di governance policentrico, ove i vari poli non
sono autonomi ma si controllano a vicenda, al fine di tenere entro livelli
tollerabili la naturale spinta corruttiva insita in ogni grande progetto pubblico
e contemporaneamente assicurare una uniformità territoriale delle prestazioni
effettivamente erogate, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. b)Il finanziamento deve
restare governato dallo Stato e tratto dalla fiscalità generale, unico modo per
garantire equità ed universalità, ma con un valore complessivo allineato ai
valori medi dei grandi paesi europei, cioè aumentato di circa un terzo. c)Gli erogatori possono
essere sia pubblici che privati, e nulla osta ad una sana concorrenzialità, a
patto che: 1). entrambi siano sottoposti
a regole e requisiti effettivamente uguali, sia come qualità della prestazione
(accreditamento) che tipologia e mix di offerta 2)l’accesso al mercato deve
essere realmente libero, vanno evitati sistemi di blocco come quello lombardo,
che nella sostanza ha creato un sistema oligarchico consociativo tra politica
che governa il pubblico e privato, che la sostiene. Va
espressamente evitato: 1)la evoluzione di livelli
di assistenza diversi per regioni, contrari alla equità. Le regioni possono
avere diverse modalità organizzative, ma non devono poter determinare limiti
all’accesso alle prestazioni, né in forma diretta, né indiretta (riduzione
mirata dell’offerta in certe aree, come p.e. oculistica, odontoiatria, dermatologia,
ginecologia, terapia del dolore, fisiatria e riabilitazione, finalizzate a far
uscire dall’area di pagamento pubblico la domanda 2)le forme di co-pagamento
(ticket) che deprimono la domanda e uccidono ogni forma reale di prevenzione. L’offerta
sanitaria deve essere tale da stimolare e far emergere la domanda, per
intercettare le patologie ancora in fase iniziale di sviluppo, e non repressa come
nello schema attuale, atteggiamento dannoso, ben rappresentato dalla battuta
del “governo della domanda” dell’ex assessore Gallera. Tale stimolo della
domanda viene ampiamente ripagato dai risparmi sulla cura delle malattie
croniche, oltre che dall’allineamento ai livelli di spesa europei. Delle
riflessioni di Garattini, molto pertinenti e sagge in molti punti, rimango contrario
alla sua visione - che ritengo arcaica e superata dai tempi - di una sanità
santificata nel pubblico e demonizzata nel privato, centralista, burocratica e
statalista ove confonde sostanzialmente asse di finanziamento con asse di erogazione.
Questi vanno tenuti distinti: 1)asse di finanziamento: atto
di garanzia da governare dallo Stato. Deriva dalla fiscalità generale, senza
alcun onere al cittadino, né palese né occulto. E precisamente senza limiti
all’accesso sia palesi (mancata copertura di alcune prestazioni, come p.e.
odontoiatria, ticket) che occulte/indirette (cioè costruzione artificiale di
liste di attesa tramite blocco del personale e sottofinanziamento delle
dotazioni strumentali, chiusura di ospedali etc. etc.), finalizzate a creare
una riduzione della spesa tramite la traslazione della spesa dal finanziamento
pubblico al finanziamento diretto da parte del cittadino. 2)Asse di erogazione della
prestazione: Privato o pubblico possono collaborare utilmente e la provenienza
societaria della offerta deve essere irrilevante per il cittadino, che sceglie
liberamente dove rivolgersi, senza oneri aggiunti. Per ottenere questo è
necessario garantire il libero l’accesso alle convenzioni da parte di nuovi
imprenditori, espressamente per evitare situazioni di oligarchia come quella
lombarda, dove solo le imprese esistenti al tempo della riforma Formigoni nel
1997 possono competere, creando una situazione più simile agli oligarchi russi
sotto Jeltsin che una libera competizione. *** LA PROPOSTA
“(…) La proposta di Garattini mi terrorizza. Già
vedo questa orrenda gigantesca Fondazione che sfugge ai vincoli della PA ma non
potrà sfuggire certo alla lotta delle fazioni politiche per prendere in mano
questo nuovo orrendo centro di potere partitico. Già vedo la corruzione che
anziché diminuire aumenterà a dismisura come in qualsiasi centro acquisti
nazionale. L’autonomia, la flessibilità, la responsabilità si realizzano
attraverso più autonomia, più flessibilità, più responsabilità, più trasparenza,
più partecipazione e non con più accentramenti di stampo stalinista. Io per il
“mio” ospedale sognavo di realizzare un’assemblea annuale alla quale
partecipasse invece degli azionisti, il personale, i pazienti attuali e
passati, gli amici dove, in piena trasparenza, venissero informati di cosa era
successo nell’ospedale nell’esercizio precedente e degli obiettivi per l’anno
in corso”.(Marco Vitale nel suo intervento di ieri su “Odissea”).
Ancora una
volta non si farebbero i conti con la struttura di potere che "occupa
dall'alto" i gangli vitali delle istituzioni pubbliche per il servizio ai
cittadini, mentre è necessario costruire meccanismi di "controllo dal
basso" delle istituzioni a partire dalla funzione di indirizzo.
Nella sostanza dei criteri di occupazione e lottizzazione tra i propri
affiliati, la cordata di CL in Lombardia non è meno fascista di quella della
Lega che vi si è accodata. Dopo il grave e perdurante fallimento, la sanità
lombarda avrebbe dovuto essere commissariata, e invece il governo, che al suo
interno ospita questa stessa componente politica che del dissesto lombardo è
responsabile, provvede "militarmente" alla campagna di vaccinazione,
non solo lasciando in sella i vertici politici della gestione sanitaria, ma
soprattutto non avanzando alcuna proposta di revisione del modello sanitario
lombardo in funzione di un irrobustimento della medicina territoriale e di un
rinforzo dell'intervento tempestivo di cura domiciliare combinate a una
cultura della prevenzione, di cui la campagna di vaccinazione dovrebbe essere
solo una componente. Ma si sa, se i paradigmi applicati alla salute sono quelli
della guerra, ci vogliono i generali e le cannonate! Ben più delicate, assidue
ed efficaci sarebbero le misure sanitarie se venissero applicati i paradigmi
materni della cura. Gabriella
Galzio