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mercoledì 24 marzo 2021

SANITÀ. APPUNTI SUL LIBRO DI GARATTINI
di Guido Broich


Riassumo il mio pensiero, come espresso già da metà 2019 in articoli di giornale, anche relativo alle proposte di Garattini:
a) Per un governo giusto, sostenibile ed efficace di una Sanità pubblica, universalista ed equa, è necessario costruire un sistema di governance policentrico, ove i vari poli non sono autonomi ma si controllano a vicenda, al fine di tenere entro livelli tollerabili la naturale spinta corruttiva insita in ogni grande progetto pubblico e contemporaneamente assicurare una uniformità territoriale delle prestazioni effettivamente erogate, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo.
b) Il finanziamento deve restare governato dallo Stato e tratto dalla fiscalità generale, unico modo per garantire equità ed universalità, ma con un valore complessivo allineato ai valori medi dei grandi paesi europei, cioè aumentato di circa un terzo.
c) Gli erogatori possono essere sia pubblici che privati, e nulla osta ad una sana concorrenzialità, a patto che:
1). entrambi siano sottoposti a regole e requisiti effettivamente uguali, sia come qualità della prestazione (accreditamento) che tipologia e mix di offerta
2) l’accesso al mercato deve essere realmente libero, vanno evitati sistemi di blocco come quello lombardo, che nella sostanza ha creato un sistema oligarchico consociativo tra politica che governa il pubblico e privato, che la sostiene.
Va espressamente evitato:
1) la evoluzione di livelli di assistenza diversi per regioni, contrari alla equità. Le regioni possono avere diverse modalità organizzative, ma non devono poter determinare limiti all’accesso alle prestazioni, né in forma diretta, né indiretta (riduzione mirata dell’offerta in certe aree, come p.e. oculistica, odontoiatria, dermatologia, ginecologia, terapia del dolore, fisiatria e riabilitazione, finalizzate a far uscire dall’area di pagamento pubblico la domanda
2) le forme di co-pagamento (ticket) che deprimono la domanda e uccidono ogni forma reale di prevenzione. L’offerta sanitaria deve essere tale da stimolare e far emergere la domanda, per intercettare le patologie ancora in fase iniziale di sviluppo, e non repressa come nello schema attuale, atteggiamento dannoso, ben rappresentato dalla battuta del “governo della domanda” dell’ex assessore Gallera. Tale stimolo della domanda viene ampiamente ripagato dai risparmi sulla cura delle malattie croniche, oltre che dall’allineamento ai livelli di spesa europei. Delle riflessioni di Garattini, molto pertinenti e sagge in molti punti, rimango contrario alla sua visione - che ritengo arcaica e superata dai tempi - di una sanità santificata nel pubblico e demonizzata nel privato, centralista, burocratica e statalista ove confonde sostanzialmente asse di finanziamento con asse di erogazione. Questi vanno tenuti distinti:
1) asse di finanziamento: atto di garanzia da governare dallo Stato. Deriva dalla fiscalità generale, senza alcun onere al cittadino, né palese né occulto. E precisamente senza limiti all’accesso sia palesi (mancata copertura di alcune prestazioni, come p.e. odontoiatria, ticket) che occulte/indirette (cioè costruzione artificiale di liste di attesa tramite blocco del personale e sottofinanziamento delle dotazioni strumentali, chiusura di ospedali etc. etc.), finalizzate a creare una riduzione della spesa tramite la traslazione della spesa dal finanziamento pubblico al finanziamento diretto da parte del cittadino.
2) Asse di erogazione della prestazione: Privato o pubblico possono collaborare utilmente e la provenienza societaria della offerta deve essere irrilevante per il cittadino, che sceglie liberamente dove rivolgersi, senza oneri aggiunti. Per ottenere questo è necessario garantire il libero l’accesso alle convenzioni da parte di nuovi imprenditori, espressamente per evitare situazioni di oligarchia come quella lombarda, dove solo le imprese esistenti al tempo della riforma Formigoni nel 1997 possono competere, creando una situazione più simile agli oligarchi russi sotto Jeltsin che una libera competizione.
 
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LA PROPOSTA

 
(…) La proposta di Garattini mi terrorizza. Già vedo questa orrenda gigantesca Fondazione che sfugge ai vincoli della PA ma non potrà sfuggire certo alla lotta delle fazioni politiche per prendere in mano questo nuovo orrendo centro di potere partitico. Già vedo la corruzione che anziché diminuire aumenterà a dismisura come in qualsiasi centro acquisti nazionale. L’autonomia, la flessibilità, la responsabilità si realizzano attraverso più autonomia, più flessibilità, più responsabilità, più trasparenza, più partecipazione e non con più accentramenti di stampo stalinista. Io per il “mio” ospedale sognavo di realizzare un’assemblea annuale alla quale partecipasse invece degli azionisti, il personale, i pazienti attuali e passati, gli amici dove, in piena trasparenza, venissero informati di cosa era successo nell’ospedale nell’esercizio precedente e degli obiettivi per l’anno in corso”. (Marco Vitale nel suo intervento di ieri su “Odissea”). 


Ancora una volta non si farebbero i conti con la struttura di potere che "occupa dall'alto" i gangli vitali delle istituzioni pubbliche per il servizio ai cittadini, mentre è necessario costruire meccanismi di "controllo dal basso" delle istituzioni a partire dalla funzione di indirizzo. Nella sostanza dei criteri di occupazione e lottizzazione tra i propri affiliati, la cordata di CL in Lombardia non è meno fascista di quella della Lega che vi si è accodata. Dopo il grave e perdurante fallimento, la sanità lombarda avrebbe dovuto essere commissariata, e invece il governo, che al suo interno ospita questa stessa componente politica che del dissesto lombardo è responsabile, provvede "militarmente" alla campagna di vaccinazione, non solo lasciando in sella i vertici politici della gestione sanitaria, ma soprattutto non avanzando alcuna proposta di revisione del modello sanitario lombardo in funzione di un irrobustimento della medicina territoriale e di un rinforzo dell'intervento tempestivo di cura domiciliare combinate a una cultura della prevenzione, di cui la campagna di vaccinazione dovrebbe essere solo una componente. Ma si sa, se i paradigmi applicati alla salute sono quelli della guerra, ci vogliono i generali e le cannonate! Ben più delicate, assidue ed efficaci sarebbero le misure sanitarie se venissero applicati i paradigmi materni della cura. 
Gabriella Galzio