Il 30 novembre scorso in questa stessa prima pagina ho pubblicato
uno scritto dal titolo “La forma immobile” con un occhiello che così recitava: Appunti
per contro-appunti. L’idea era quella di aprire una discussione proficua
sulla degenerazione parlamentare, sulla pratica della delega (sempre più in
bianco) e lo svuotamento della democrazia (sempre più disattesa e sempre più
deludente nelle aspettative). Mi chiedevo come evitare la definitiva deriva del
parlamentarismo e ribadivo quella che per me è divenuta una convinzione
profonda che ho riassunto in questo perentorio assioma: “Quasi dovunque oramai,
il diritto di voto è divenuto un voto senza diritti”. Non c’è stata alcuna
reazione a quello scritto e il dibattito non è partito. Riproduco per comodità
il link di quello articolo per quanti non siano riusciti a vederlo:https://libertariam.blogspot.com/2020/12/la-forma-immobile-diangelo-gaccione.html Martedì 9 marzo abbiamo pubblicato lo scritto di Felice
Besostri a proposito della necessità di una nuova legge elettorale. Confesso
che a me l’argomento non appassiona per niente. Sono stufo di andare a votare
per garantire un posto di lavoro a gente come Di Maio e compagni. Sono gli
stessi che volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno ed hanno
finito per secretare i dati della pandemia, né più e né meno di come hanno
fatto negli anni i democristiani e i loro successori, per il segreto di Stato
sulle stragi. A partire da Piazza Fontana in poi. Ricordo ai distratti che il
Dossier Schiavone sui rifiuti tossici che hanno avvelenato una intera regione,
è rimasto seppellito per decenni, anche se in carica c’erano presidenti della
Repubblica di “sinistra” e parlamentari della stessa provenienza “ideale”.[A.
Gaccione] *** OLIGARCHIE
Certo che ci vorrebbe una nuova legge
elettorale proporzionale con la possibilità di tornare a scegliere i singoli
nominativi! Ma la questione sulla legge elettorale andrebbe affrontata entro il più
ampio dibattito sulla democrazia rappresentativa che ormai ha mostrato il suo
vero volto di essere una democrazia dall’alto e non dal basso, rappresentativa
di un’oligarchia e non della volontà dei cittadini. La defenestrazione del
precedente governo eletto dal basso, tra i meno lobbisti della storia, e l’acclamazione
a priori dell’oligarca calato dall’alto, ne è una lampante dimostrazione.
Bisognerebbe riconoscere che l’attuale assetto costituzionale andrebbe
ripensato in funzione antioligarchica![G. Galzio]