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giovedì 11 marzo 2021

VOTO: HA ANCORA SENSO?
 


Il 30 novembre scorso in questa stessa prima pagina ho pubblicato uno scritto dal titolo “La forma immobile” con un occhiello che così recitava: Appunti per contro-appunti. L’idea era quella di aprire una discussione proficua sulla degenerazione parlamentare, sulla pratica della delega (sempre più in bianco) e lo svuotamento della democrazia (sempre più disattesa e sempre più deludente nelle aspettative). Mi chiedevo come evitare la definitiva deriva del parlamentarismo e ribadivo quella che per me è divenuta una convinzione profonda che ho riassunto in questo perentorio assioma: “Quasi dovunque oramai, il diritto di voto è divenuto un voto senza diritti”. Non c’è stata alcuna reazione a quello scritto e il dibattito non è partito. Riproduco per comodità il link di quello articolo per quanti non siano riusciti a vederlo: https://libertariam.blogspot.com/2020/12/la-forma-immobile-diangelo-gaccione.html
Martedì 9 marzo abbiamo pubblicato lo scritto di Felice Besostri a proposito della necessità di una nuova legge elettorale. Confesso che a me l’argomento non appassiona per niente. Sono stufo di andare a votare per garantire un posto di lavoro a gente come Di Maio e compagni. Sono gli stessi che volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno ed hanno finito per secretare i dati della pandemia, né più e né meno di come hanno fatto negli anni i democristiani e i loro successori, per il segreto di Stato sulle stragi. A partire da Piazza Fontana in poi. Ricordo ai distratti che il Dossier Schiavone sui rifiuti tossici che hanno avvelenato una intera regione, è rimasto seppellito per decenni, anche se in carica c’erano presidenti della Repubblica di “sinistra” e parlamentari della stessa provenienza “ideale”. [A. Gaccione]   
 
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OLIGARCHIE



Certo che ci vorrebbe una nuova legge elettorale proporzionale con la possibilità di tornare a scegliere i singoli nominativi!
Ma la questione sulla legge elettorale andrebbe affrontata entro il più ampio dibattito sulla democrazia rappresentativa che ormai ha mostrato il suo vero volto di essere una democrazia dall’alto e non dal basso, rappresentativa di un’oligarchia e non della volontà dei cittadini. La defenestrazione del precedente governo eletto dal basso, tra i meno lobbisti della storia, e l’acclamazione a priori dell’oligarca calato dall’alto, ne è una lampante dimostrazione. Bisognerebbe riconoscere che l’attuale assetto costituzionale andrebbe ripensato in funzione antioligarchica! [G. Galzio]