Poeta, complemento predicativo del soggetto Posso capire l’insofferenza di Anna Lina
Molteni (vedi la sua nota sulla prima pagina di “Odissea” di ieri martedì 6
aprile), tra caduta delle ideologie e forzature ideologiche, tra coscienza
binaria e messa in discussione dei generi, in una realtà sempre più incerta
della sua nominazione, e tuttavia vorrei invitarla anche ad un approccio
ironico-ludico, giacché la desinenza in -a farebbe della parola poet-a
già una casa delle donne che scrivono poesia e semmai solleciterebbe gli uomini
ispirati dalle Muse a cercarsi linguisticamente un'altra casa... ma in senso un
po’ più serio e più profondo, per me poeta non è esattamente sostantivo
(maschile o femminile), più verosimilmente potrebbe essere complemento
predicativo del soggetto e designare una condizione di coscienza particolare,
straordinaria - nella condizione di poeta - e fare contenti entrambi, uomini e
donne, ospitandoli sotto lo stesso tetto linguistico per quei rari momenti in
cui sono ispirati, ché per il resto quando rientrano nella coscienza ordinaria,
possono tornare tranquillamente ai loro sostantivi e alle loro desinenze
maschile-femminile-asterisco.