SULLA GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO di Carmine Scavello
Quante persone oggi leggono
libri? Si stima che siano molto pochi, in quanto preferiscono l’immagine alla
parola. L’immagine è più immediata per essere elaborata dal cervello e immagazzinata;
la parola va letta, capita o interpretata. Comunque, secondo studi universitari
approfonditi ad opera di ricercatori scientifici si è stabilito che chi legge
vive più a lungo rispetto ad un individuo che non legge mai. Tra i due estremi
sono collocati coloro che leggono poco o non abbastanza per essere considerati
lettori assidui. Un lettore capisce di aver letto un buon libro quando
arriva alla fine e lo deve porre tra quelli già letti. Ma non è detta ancora
l’ultima parola. Un mio amico di gioventù di nome Gianni dopo aver letto un mio
libro mi ha detto testuali parole: Carmine, i tuoi libri vanno letti tre volte;
la prima per curiosità; la seconda per interesse, la terza per gustarlo. La tal
cosa mi ha riempito di orgoglio, in quanto avevo capito che quel libro
conteneva un messaggio che l’aveva colpito oppure si era ritrovato nei
personaggi citati o negli argomenti scritti. Di lettori come Gianni spero ce ne
siano tanti, perché i libri abbiano un futuro. Un altro giorno restai stupito
che tre miei colleghi comperarono ciascuno due copie del libro ambientato sul
nostro mondo del lavoro. Lì per lì pensai che avessero fatto un regalo con la
seconda copia; invece, non era questa la verità. Mi dissero che una copia era
riservata per uso strettamente personale e l’altra l’avrebbero prestata, come
capita talvolta quando è difficile dire di no. Allora feci mente locale al
detto popolare che dice testualmente: Chi presta un libro è uno stupido;
chi non lo restituisce è stupido due volte! Il mio vecchio maestro di
scuola elementare fece passare il messaggio che un bambino che legge sarà un
adulto che penserà un domani.
Ricordo pure che un mio vicino di casa detto compare
Domenico ogni tanto chiamava un bambino, che sapeva già leggere, e gli diceva:
fammi la magia di far parlare quel mucchio di fogli che hai nella cartella di
cartone e raccontami una storia che qualcuno vi ha nascosto. Si commuoveva
perché aveva capito che durante la sua vita aveva perduto l’occasione di non
essere andato a scuola. Essere rimasto analfabeta e non possedere l’uso della
lettura lo faceva sentire un uomo vuoto che viveva e vegetava. Un tempo si credeva che la ricchezza di un uomo si
misurasse in base ai libri che aveva nella sua libreria e non per il numero di
bovini ed equini che aveva nella stalla. Mio padre diceva - per provocare una
reazione - che il vizio di leggere fa meno male del vizio di fumare, in quanto
la lettura passiva non è dannosa per la mente; anzi fa benissimo a chi ascolta.
Come è strana la vita: nella Giornata Mondiale dedicata al libro, le persone si
dividono in due gruppi: c’è chi aspetta l’uscita di un libro nuovo e chi invece
aspetta il film che è ispirato a quel libro. Vedere sul comodino la copertina
di un libro che piace concilia li sonno: provare per credere!