Pagine

lunedì 17 maggio 2021

I NEOSCHIAVI E LA POLITICA
di Vincenzo Rizzuto
 


La strana politica evirata della sinistra italiana
 
In decenni di pensiero debole si capisce che è difficile fare il distinguo tra giusto e ingiusto, tra bello e sconcio, tra diritti e soprusi, tra uguaglianza e diseguaglianza, tra corretto e scorretto, tra democrazia e regime autoritario, tra libertà e schiavitù, tra destra e sinistra. In questi ultimi decenni i fondamenti del vivere civile sono diventati confusi e difficilmente identificabili anche nell’interno delle società occidentali, in seno alle quali lo stesso concetto di solidarietà ha cominciato paurosamente a perdere importanza come valore essenziale della convivenza civile non solo fra i popoli ma anche nell’esistenza individuale. Ci stiamo così abituando con animo tranquillo ad assistere alla morte di migliaia di nostri simili mentre affogano nei nostri mari o muoiono di stenti nelle nostre campagne per raccoglierci la frutta e gli ortaggi come avveniva secoli addietro con gli schiavi d’America.
Quegli schiavi adesso sono ammassati nella piana di Gioia Tauro come nelle altre pianure d’Italia, dove dall’alba al tramonto migliaia di poveri cristi si spezzano la schiena sotto il sole o nelle rigide giornate invernali, vestiti di stracci e appollaiati in improbabili case di cartone, luoghi non luoghi lontani, sconosciuti, dove nessuno vuole volgere lo sguardo per vedere, per sapere o per intervenire, eccetto qualche impotente, misericordiosa associazione del volontariato che lascia il tempo che trova. Di fronte a tale degrado solo il Pontefice, isolato e non del tutto condiviso nemmeno dai suoi fedeli, di tanto in tanto fa sentire parole di denuncia e di condanna, mentre i partiti di sinistra e lo stesso sindacato nicchiano e fanno finta di non sentire e di non vedere.
E’ proprio in questo clima di smarrimento e di confusione del pensiero debole che prende piede l’inspiegabile atteggiamento di un Letta, neo segretario di un PD che si dice ancora di sinistra, il quale di fronte alla tragedia palestinese si prende il lusso di non schierarsi chiaramente dalla parte del più debole, ma anzi va a braccetto con Salvini che ‘tifa’ per Israele che massacra, come sempre, inerti ‘nemici’, dopo averli cacciati con la prepotenza dalle loro case a Gaza e altrove: è la solita logica del sopruso del più forte nei confronti del più debole.